Performing PAC
3 giorni di incontri, flashback, proiezioni e performance gratuiti e aperti al pubblico con artisti, curatori, critici, studiosi. Il PAC racconta le arti performative e per la prima volta apre il suo archivio.
Comunicato stampa
3 giorni di incontri, flashback, proiezioni e performance gratuiti e aperti al pubblico con artisti, curatori, critici, studiosi. Il PAC racconta le arti performative e per la prima volta apre il suo archivio.
Anne Historical, Aphasia Treatment Situations, PAC Milano 2017. photo Nico Covre
Torna la 3 giorni annuale del PAC di Milano dedicata ad un tema attuale nell’ambito degli studi delle arti visive contemporanee. Una piattaforma aperta non solo agli addetti ai lavori, ma anche al pubblico di non specialisti, lo stesso format che nel 2017 aveva portato il Padiglione a indagare il restauro e la conservazione della street art a dieci anni dall’esperienza della mostra.
Il tema scelto per il 2018 è quello della performatività, sviluppato attraverso incontri, “flashback”, proiezioni e live performance che metteranno al centro dell’attenzione il corpo e l’interazione attiva con lo spazio, e saranno lo spunto per raccontare, per la prima volta anche attraverso materiali d’archivio del PAC, il ruolo dell’artista nelle arti performative e l’evoluzione della funzione delle istituzioni nel promuoverle.
Come si racconta oggi il corpo nell’arte? Quali e quante sono le eredità raccolte da chi lavora con pratiche artistiche che oggi vengono definite performance?
Nel corso delle tre serate il PAC analizzerà il tema della performance nelle sue diverse declinazioni con interventi di studiosi di fama internazionale: giovedì 1 marzo Susanne Franco, docente di storia della danza e del teatro all’Università Ca’ Foscari di Venezia; venerdì 2 marzo Lois Keidan, direttrice della Live Art Development Agency LADA di Londra; sabato 3 marzo André Lepecki, capo del Dipartimento di Perfomance Studies alla Tisch School of the Arts, NYU, New York.
Ai tre incontri si affiancano 3 live perfomance realizzate da artisti attivi sia nell’ambito della performance, come Dora Garcia e Paulien Oltheten, sia in quello della danza, come Annamaria
Ajmone e Cristina Kristal Rizzo, che riproporranno alcuni loro lavori in una nuova versione.
Vito Acconci, Exploding House, Pac Milano 1981
Nel contesto degli incontri e delle live performance, per la prima volta il PAC apre il suo archivio rileggendo due mostre che ha realizzato nel passato in omaggio a due artisti simbolo della
performance: Vito Acconci e Gina Pane. Nella mostra Exploding House (PAC 1981), a cura di Zeno Birolli, Vito Acconci passava dalle sue celebri e irriverenti performance a interagire con lo spazio tramite un coinvolgimento diretto del pubblico, mentre in Partitions Opere Multimedia 1984-1985 (PAC 1985), a cura di Lea Vergine, Gina Pane abbandonava le provocazioni degli anni Settanta per approdare a una sintesi concettuale, mentale e analitica.
Saranno questi due flashback a riproporre i temi che avevano toccato il dibattito artistico dell’epoca, fornendo ancora oggi importanti spunti di riflessione. Una rilettura non attraverso le opere, ma con documenti, fotografie, recensioni e corrispondenze provenienti dall’archivio storico del PAC – scandagliato per l’occasione dagli studenti del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano – che di quelle mostre permetteranno anche di ricostruirne il “backstage”.
Ikea, Rizzo-Ajmone © Luca Ghedini
Durante i tre giorni, inoltre, sarà possibile vedere i video delle performance che il PAC ha prodotto negli anni, tra cui Vanessa Beecroft, Marina Abramovic, Santiago Sierra, i giovani artisti cubani e le nuove generazioni di artiste sudafricane.
Insieme a Franca Ferrari, coreografa-danzatrice-insegnante di danza contemporanea, il PAC coinvolge anche le scuole e realizza 2 workshop dedicati ai ragazzi del liceo coreutico Tito Livio di
Milano giovedì 1 marzo e venerdì 2 marzo.
Sabato 3 marzo chiude la tre giorni un finissage all’insegna della musica: alle ore 21.30 Cosmic
Bombero Show, l’esperienza sensoriale progettata dall’artista Marco Belfiore che unisce videoproiezioni e musiche elettroniche dal vivo; dalle ore 22.00 la collaborazione con Le Cannibale porta al PAC il “cinematico” “cerebrale” e “cosmico” Marco Shuttle, uno dei più quotati artisti elettronici contemporanei italiani di stanza a Berlino, e UABOS, noto per il suo approccio estremamente tecnico all’arte del mixaggio e per la sua versatilità nel mescolare diverse influenze musicali.