Performing The Club – Liu Bokang

Informazioni Evento

Luogo
AZIMUT CLUB
Via Modena 55, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
28/09/2024

ore 22.30

Artisti
Liu Bokang
Generi
performance - happening

Performing The Club, il progetto che mette in connessione arte contemporanea e club culture, inaugura la nuova stagione con una performance di Liu Bokang. L’evento è organizzato in memoria di Edoardo Di Mauro, Vice Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Torino.

Comunicato stampa

Sabato 28 settembre Performing The Club, il progetto che mette in connessione arte contemporanea e club culture, inaugura la nuova stagione con una performance di Liu Bokang, artista che ha già saputo stupire il pubblico torinese lo scorso marzo. La performance avrà inizio alle 22.30 all’interno degli spazi dell’Azimut Club, in occasione della techno night Genau.

L’evento è organizzato in memoria di Edoardo Di Mauro, Vice Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Torino.

Nella performance “La Pioggia dell’Ombra”, Liu Bokang mette al centro dell’azione la propria testa e i semi di girasole. La testa dell’artista, dipinta di rosso, sbuca da un tavolo: gli spettatori mangiano i semi e ne buttano i gusci su di essa, tanto da coprirla del tutto.

Il seme di girasole è un simbolo chiave nella cultura e storia cinese dai tempi della rivoluzione culturale: Mao Tse-tung veniva infatti associato al sole, mentre il popolo veniva rappresentato nella forma di migliaia di girasoli in adorazione. L’artista ricrea una cerimonia tradizionale cinese in cui per chiedere aiuto a Dio o agli antenati, si sacrificava la testa di un animale. La sua testa dipinta di rosso rappresenta sia un cadavere sia il “sole rosso”. Il gesto del mangiare i semi di girasole di solito rimanda alla socialità, alla conversazione: in questo caso invece, nella solennità e nel silenzio della performance, conversazione e parola avranno una censura, come se le nostre emozioni e i nostri ricordi si affievolissero fino a dissiparsi.

Mangiare semi di girasole in Italia non è usuale come può esserlo in Cina. Il processo di coprire la testa dell’artista con i gusci diventa per i partecipanti un fenomeno curioso, una situazione in cui lo spettatore, nella probabile difficoltà nel mangiare i semi, si dimentica del motivo stesso per cui sta facendo quest’azione. Come nella performance di Zhang Huan “Funerale del cielo” in cui l’artista simula una cerimonia funebre del buddismo tibetano in cui il corpo del morto viene portato su una montagna e poi ricoperto da spezie per fare in modo che gli animali se ne cibino. Nella performance gli animali selvatici vengono sostituiti da cani di piccola taglia per decostruire il senso della cerimonia stessa e portare i partecipanti a una riflessione sull’appropriazione culturale e sull’ignoranza.

L’azione performativa di Liu Bokang è un medium per porre domande sul modo in cui l’arte si relaziona alle persone e a una società ormai incapace di opporsi e di denunciare eventi di carattere politico. In una società dello “spettacolo” dove i flussi migratori si sono trasformati in una sorta di olocausto senza nome, dove si volta la testa fingendo che non ci siano né guerre né riscaldamento globale né intolleranza, dove si è passati dal collettivismo all’individualismo estremo e dove smartphone e laptop filtrano atrocità annullate dall’apatia, l’artista prova a spezzare quest’incantesimo di cecità.

La serata proseguirà con i djset a cura di Genau e dello special guest Nørbak.
Il Ticket è valido per entrambi gli eventi: https://bit.ly/3MAbNme

Liu Bokang è nato nel 1997 a Wuhan, Cina. Si trasferisce a Napoli dove consegue la Triennale in pittura all’Accademia di Belle arti, per terminare i suoi studi a Torino con la Laurea magistrale in scultura all’Accademia Albertina.  Artista visivo, approda alla body art e performance art grazie agli insegnamenti del suo mentore Franko B. Utilizza il proprio corpo come sfida e strumento di denuncia sociale riflettendo sulle dinamiche della politica e della società degli ultimi anni, sia orientale che occidentale.  Nell’esposizione dei suoi lavori lo spettatore è attivo, si trova di fronte alle opere di Liu essendone parte integrante. L'artista crea l'arte e allo stesso tempo ne diventa l’opera attraverso un’empatia che mette a disagio e talvolta irrita il pubblico. Ciò che si può aggiungere è che la performance diventa collettiva condividendo valori universali quali la sofferenza e la ricerca delle cause che la genera.

Performing The Club è il progetto di Cristina Baù che mette a confronto due mondi apparentemente opposti, quello dell’arte contemporanea e quello della club culture. Indagando il rapporto tra clubbing, musica, performance art, visual art e danza, attraverso il coinvolgimento del pubblico che vive in presa diretta ogni singola performance, si creano nuove prospettive che possono avvicinare appunto gli interessi e le passioni degli uni e degli altri, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio ed eterogeneo. Ripartendo da forme alternative di utilizzo di location non convenzionali, come ad esempio i club, lo spazio stesso diventa contenitore di forme di arti performative più elaborate e raffinate, in cui le emozioni di chi le esegue si fondono con le sensazioni di chi ne fruisce.

Azimut Club è un punto di riferimento per gli amanti della nightlife in città. Attivo dagli anni ‘80, il vecchio edificio in mattoni di via Modena 55 ospitava al suo interno l’omonima galleria d’arte “Modena 55”, e apriva le porte a giovani clubber (e non) quando il quartiere sulla Dora era ancora lontano da ogni riscoperta creativa. Oggi il locale continua a offrire un programma originale di eventi. In una scena musicale spesso legata a dinamiche troppo commerciali, vuole diventare il ritrovo per ascoltare dj-set e live di alta qualità (artistica e per standard audio), ma anche per partecipare a eventi culturali, attirando un pubblico di appassionati, attento e trasversale, dai millennial agli irriducibili, anche da fuori città.