Perimetri: Valdi Spagnulo. Contrappunto
L’esposizione illustra attraverso una scelta di opere degli anni Duemila e una scultura appositamente realizzata per gli spazi del Museo, lo stato recente della ricerca artistica di Valdi Spagnulo intorno al tema dell’alleggerimento visivo della scultura e sulla sua possibilità di interagire con lo spazio attraverso un “disegno” tridimensionale.
Comunicato stampa
Lo Studio Museo Francesco Messina inaugura il giorno martedì 15 gennaio 2019, nell’ambito del progetto PERIMETRI, la mostra Valdi Spagnulo. Contrappunto a cura di Luca Pietro Nicoletti. La mostra è patrocinata dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
L’esposizione illustra attraverso una scelta di opere degli anni Duemila e una scultura appositamente realizzata per gli spazi del Museo, lo stato recente della ricerca artistica di Valdi Spagnulo intorno al tema dell’alleggerimento visivo della scultura e sulla sua possibilità di interagire con lo spazio attraverso un “disegno” tridimensionale.
Seguendo il solco della scultura “di sola linea”, di forte concentrazione lirica e per vocazione antimonumentale, la scultura di Spagnulo cerca un rapporto con l’architettura e mostra l’intenzione di delineare un limite, di tracciare i confini strutturali di uno spazio virtualmente abitabile. Al tempo stesso, lavorando sulla combinazione di materiali e sugli effetti cromatici della scultura, Spagnulo si interroga sulla dimensione ambientale della scultura e sul tema della disseminazione di elementi plastici che nelle loro relazioni reciproche, espandono il racconto della scultura in una dimensione aperta e dinamica.
"Contrappunto" è il titolo dell’opera portante site-specific pensata e progettata da Spagnulo per questa mostra presso lo Studio Museo Francesco Messina. Sulla traccia del “disegno scultura”, dell’alleggerimento visivo, del concetto di scultura aperta, asimmetrica, dinamica nello spazio, ha inteso mettere in relazione i due livelli della ex Chiesa di San Sisto attraverso il foro a balconata che, dal piano terra si affaccia sul piano interrato. Un’opera composita di grandi dimensioni in acciaio spazzolato, brunito con inserti di plexiglass trattato e colorato su di un letto di lastre di inox lucidato a specchio. Quest’opera così come, nelle scritture musicali, attraverso l’indipendenza delle varie parti compositive, della mescolanza dei materiali, del trattamento difforme dell’acciaio tra brunitura, satinatura e specchiatura, come in un coro musicale di “controcanti”, nel sovrapporsi delle varie voci attraverso il modus incidentale darà origine al contrappunto nel suo aspetto materico / dirompente /asimmetrico / irregolare / opaco / cromatico / specchiante. Il fruitore dai vari punti d’osservazione sarà più coinvolto da un’anima poetica fatta di linee melodiche che si dipanano e proiettano nello spazio, ove quest’ultimo ospita riverberi e rifrazioni dell’insieme anziché un effetto armonico. Un’architettura basata sui valori strutturali dell’assenza: una scultura per sottrazione.
In occasione della mostra viene presentato il volume antologico Valdi Spagnulo. Contrappunto a cura di Luca Pietro Nicoletti, con testi di Claudio Cerritelli, Lorenzo Fiorucci, Sara Fontana, Matteo Galbiati, Kevin Mc Manus e una conversazione con Giorgio Zanchetti. Nel libro, edito da Edicta edizioni (Parma) viene ripercorsa la carriera dell’artista dagli esordi negli anni Ottanta fino agli anni Duemila, calato all’interno del contesto della cultura artistica milanese e nello sviluppo dell’idea di scultura fatta di sola linea.
Valdi Spagnulo nasce a Ceglie Messapica (Brindisi) nel 1961, e trascorre la sua infanzia in Puglia a Grottaglie (TA), località nota per la produzione di ceramica artigianale e artistica, frequentando l’ambiente creativo ed intellettuale dell’area pugliese e non solo sin da giovanissimo, grazie a suo padre, il pittore Osvaldo Spagnulo. Nel 1973 con la famiglia si trasferisce a Milano, aprendosi all’ambito europeo con viaggi in Francia, Germania, Svizzera, e iniziando studi artistici dapprima al Liceo di Brera, poi alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1984. Parallelamente, l’inizio degli anni Ottanta segna il suo esordio come pittore e l’avvio di una fitta attività espositiva, fra cui si segnalano le lunghe collaborazioni dapprima con la Galleria delle Ore di Giovanni Fumagalli, poi con Spaziotemporaneo di Patrizia Serra, oltre a numerose altre personali e partecipazioni a collettive presso altri spazi espositivi. Nel 2001 riceve il primo Premio per la Pittura dell’Accademia di San Luca a Roma. Di lui hanno scritto, nel corso degli anni: Rossana Bossaglia, Luciano Caramel, Luigi Cavadini, Claudio Cerritelli, Marina De Stasio, Elena Di Raddo, Rachele Ferrario, Lorenzo Fiorucci, Sara Fontana, Matteo Galbiati, Kevin Mc Manus, Luca Pietro Nicoletti, Sandro Parmiggiani, Francesco Poli, Elena Pontiggia, Franco Solmi, Alessandro Trabucco, Miklos N. Varga, Alberto Veca e Giorgio Zanchetti. Sue opere figurano in collezioni pubbliche fra cui l’Accademia di San Luca (Roma); collezione Intesa Sanpaolo (Milano); Museo della Permanente (Milano); Museo della Biennale di Gubbio (Gubbio).
Vive e lavora principalmente a Milano ove svolge l’attività di docente per la disciplina di Tecniche e tecnologie delle arti visive nel Dipartimento Arti Visive – Corso Propedeutico e Scuola Artefici presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.