PhC Capalbiofotografia 2017 – Weltanschauung

Informazioni Evento

Luogo
IL FRANTOIO
Piazza Della Provvidenza 11, Capalbio, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da venerdì a domenica dalle 18 alle 21
Chiuso il martedì, gli altri giorni su prenotazione

Vernissage
15/04/2017

ore 18,30

Curatori
Dimitri Angelini
Generi
fotografia, collettiva

L’ edizione 2017 del PhC Capalbiofotografia è ispirata ai 200 anni dalla pubblicazione di “Viaggio in Italia” (1817) di Goethe, per poi prendere spunto da “On the Road” (1957) di Kerouak, che come il Gran Tour intrapreso dai giovani ragazzi nel XIX anche il coast-to-coast negli anno ‘50 attraverso gli U.S.A serviva per una riscoperta di se stessi, oltre che una scoperta/rinnovo culturale fatto di esperienze visive e sociali.

Comunicato stampa

Weltanschauung,
A Contemporary Gran Tour View

a cura di Dimitri Angelini con la collaborazione di Beatrice Audrito

Opere di:
Daria Addabbo, Dimitri Angelini, Fabrizio Bellomo, Roberto Boccaccino, Carlo Bonazza, Camilla Borghese, Nicola Falco, Francesco Fossa, Veronica Gaido, Andréas Lang, Kathrin Leisch, Lorenzo Maccotta, Gianluca Pardelli, PepeFotografia, Maike Pullo, Giulio Rimondi, Lapo Simeoni, Faber Torchio, Caterina Tosoni, Wojtek Skowron, York Wegerhoff, Riccardo Zipoli.

L’occhio vede ciò che la mente conosce. (Johann Wolfgang Goethe)

L’ edizione 2017 del PhC Capalbiofotografia è ispirata ai 200 anni dalla pubblicazione di “Viaggio in Italia” (1817) di Goethe, per poi prendere spunto da “On the Road” (1957) di Kerouak, che come il Gran Tour intrapreso dai giovani ragazzi nel XIX anche il coast-to-coast negli anno ‘50 attraverso gli U.S.A serviva per una riscoperta di se stessi, oltre che una scoperta/rinnovo culturale fatto di esperienze visive e sociali. In effetti “Viaggio in Italia” e “On the Road”, anche se differenziano sul piano stilistico e grammaticale, non si può certo ignorare una certa affinità nei contenuti: il viaggio introspettivo, il viaggio com fuga da qualcosa ma anche come un ritorno a vivere e “vedere sul campo” quello che solamente su giornali o libri (oggi sostituiti da smartphone e internet) si era visto e studiato; sembra quasi un caso che siano stati scritti con 140 anni di distanza l’uno dall’altro. Questa edizione del festival vorrebbe fare proprie queste esperienze, prendendo spunto da due tra i libri più importante per la crescita di una persona e farne un ragionamento interdisciplinare con la fotografia, in modo da avere un risultato finale sulla visione contemporanea del percepito, sull’evoluzione della visione contemporanea del viaggio inteso non solo come esperienza visiva ma anche interiore.
Il Grand Tour era un lungo viaggio nell’Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea a partire dal 1600.
Tra il XVIII e il XIX secolo un viaggio nel bel paese diventò una tappa quasi obbligatoria nell’educazione dei giovani delle ricche famiglie inglesi, francesi e tedeschi, per completare l’istruzione tradizionale da parte degli insegnanti privati.
La ragione di questo allargamento a macchia d’olio del desiderio del viaggio nella società europea sta nella ricchezza dell’Italia, di un luogo che costituiva insieme meta e mito culturale, naturalistico, scientifico, politico, avventuroso, artistico, religioso e mondano.
Il viaggio del grandtourist infatti, erede dei viaggi ‘utilitaristici’ dei secoli precedenti (pellegrinaggi, viaggi mercantili e di affari, ambascerie ecc.), possiede un carattere più svincolato da un interesse o finalità specifica e insieme un’ambizione infinitamente più alta: quella di vedere tutto e di tutto dissertare.
Il motore che muove questa potente migrazione europea può riassumersi perciò nel termine curiosità.
Se è la curiosità a muovere i viaggiatori, non può escludersi a priori nessun campo di indagine: dall’interesse intellettuale, al richiamo della cultura classica, allo studio dei sistemi legislativo-politico-amministrativi, all’interesse per l’economia, che sia l’agricoltura o l’industria, all’amore per l’arte, fino alla semplice questione di moda.
A duecento anni dalla pubblicazione dei due volumi di Viaggio In Italia di Goethe, vorremmo condurre, con il mezzo dell’arte contemporanea, il Grandtourist, ovvero il turista attento e curioso che vorrà seguirci attraverso le suggestioni dell’angolo più remoto della sempre affascinante Toscana.
Un ciclo di mostre ed eventi, diffusi sul territorio e coinvolti nelle attività che questo caratterizzano, vuol sensibilizzare, incuriosire, arricchire, sia i moderni viaggiatori, sia coloro che questa terra già frequentano, magari “usano”, ma forse non vivono e vedono profondamente.
Foto, video, ma anche sculture, installazioni, testi, di artisti internazionali e personaggi della cultura chiamati a realizzare lavori legati al viaggio in italia.
Il tutto per creare un festival complesso ma con una identità precisa: il racconto di un viaggio, lungo, personale, ripetuto, identitario, intimo, nel duecentesimo anniversario di Viaggio in Italia.