Pianeti solitari

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA ADALBERTO CATANZARO
Via Monaco I, 3/B , Bagheria, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

visitabile dal martedì al sabato, 17,00/20.00 e per appuntamento la mattina e la domenica

Vernissage
18/10/2014

ore 18

Curatori
Ezio Pagano
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Con la mostra “Pianeti Solitari” parte il nuovo ciclo di attività della galleria Adalberto Catanzaro artecontemporanea. Un percorso programmato per consolidare l’immagine di quest’ultima, che pur avendo svolto diverse iniziative culturali da alcuni anni, ha deciso di dedicarsi alla promozione di artisti di chiara fama per conquistare un pubblico di fruitori e collezionisti sempre più esigenti.

Comunicato stampa

Con la mostra “Pianeti Solitari” parte il nuovo ciclo di attività della galleria Adalberto Catanzaro artecontemporanea. Un percorso programmato per consolidare l’immagine di quest’ultima, che pur avendo svolto diverse iniziative culturali da alcuni anni, ha deciso di dedicarsi alla promozione di artisti di chiara fama per conquistare un pubblico di fruitori e collezionisti sempre più esigenti.
Il giovanissimo gallerista vuole affermare la galleria come uno spazio culturale-interdisciplinare dedicato alla Sicilia e ai siciliani, che negli ultimi anni, hanno dimostrato un maggiore interesse verso gli autori del loro territorio, grazie anche al costante impegno dell’Osservatorio dell’arte contemporanea in Sicilia, Museum e delle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento; senza per questo tralasciare l’interesse di artisti nazionali e internazionali.
Per l’occasione sarà pubblicato il n. 88 della collana “I Tascabili dell’arte” con testo di Manuela Conciauro che a proposito della mostra Pianeti Solitari scrive: «Nello spazio profondo esistono dei pianeti misteriosi che fluttuano solitari, privi di un sistema solare di appartenenza. Questi corpi celesti ruotano su se stessi senza orbitare attorno ad una stella di riferimento, dispersi nell’oblio cosmico. Rosario Bruno e Juan Esperanza sono come questi pianeti solitari che fluttuano lontani dalle orbite conosciute, apparentemente privi di una stella madre attorno alla quale orbitare, sono corpi celesti orfani che vivono una dimensione introspettiva e autoriflessiva, laddove le regole dell’arte e della produzione artistica vengono dettate esclusivamente dal proprio ego. In un contesto in cui la ricerca di un maggiore e immediato riconoscimento orienta le scelte di molti artisti contemporanei, Bruno ed Esperanza, si pongono agli antipodi di una tale concezione; decidono infatti di vivere in luoghi marginali e defilati rispetto agli scenari riconosciuti dell’arte contemporanea (…)»
Rosario Bruno. In questi giorni una sua personale alla Galleria Agorà di Palermo chiude il programma SICILIA=MONDO con la mostra “Memorie Custodite” e a proposito del suo lavoro Marco Meneguzzo scrive: “Così le immagini di Bruno sono veri e propri affioramenti, persino la loro tridimensionalità di basso o altorilievo contribuisce all’idea di affioramento, se si immagina la superficie dell’opera come l’orizzonte degli eventi e quelle leggere protuberanze come il corpo della memoria che si mostra alla consapevolezza. Ma nello stesso momento non si può prescindere dalla materia di cui è fatta questa memoria visibile: materia leggera, delicata, dove i particolari si perdono… come fosse un avvertimento, tutto ciò che vedete qui è qualcosa di fragile, è qualcosa che potrebbe scomparire, velocemente, che potrebbe ritornare in un attimo in quel secchio dove la carta si macera e che è il nostro personale e domestico caos”.
Juan Esperanza. Nelle sue opere è fortissima l’influenza del vissuto messicano ed europeo, in particolare il vissuto siciliano. Esperanza spiega la sua arte come un diario visivo delle sue esperienze di vita. La sua è quindi una narrazione visiva, un grande romanzo, una sorta di riproposizione di un album di famiglia, una trasformazione del vissuto quotidiano. Nella sua arte sono contemplate anche le tecniche dell’estroflessione e della scultura, quest’ultime sono accompagnate da specchi utili a riflettere parti dell’opera volutamente nascoste. Grande fonte di ispirazione per l’artista è il piccolo paese in cui risiede, Sutura, con la sua cultura contadina e gli attrezzi usati per lavorare la terra spesso presenti nelle opere di Esperanza. I colori dei dipinti variano come le stagioni e i rituali della natura, infatti nelle opere ritroviamo paesaggi verdi primaverili, sfondi gialli che ricordano i campi di grano e il nero della terra bruciata. In tutte le sue opere la figura principale è quella femminile.