Pier Giorgio De Pinto & Valter Luca Signorile – Fraught
Il MACT/CACT chiude l’anno 2015 con la mostra dal titolo FRAUGHT, ideata e concepita nel 2014. I protagonisti di questo progetto anomalo sono PIER GIORGIO DE PINTO e VALTER LUCA SIGNORILE, che – in questa occasione – si uniscono per dare vita a un progetto tematico comune a quattro mani.
Comunicato stampa
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FRAUGHT
Pier Giorgio De Pinto & Valter Luca Signorile
Opening on Saturday 28 November 2015 at 5.30 p.m.
28 November 2015 – 14 February 2016
Fri-Sat-Sun from 2.00 to 6.00 p.m.
(Closed from 21 December 2015 until 8 January 2016)
“However complete it may be, the union of two souls will always leave differences that make conversation a pleasure.”
Georg Christoph Lichtenberg
The MACT/CACT brings 2015 to a close with an exhibition entitled FRAUGHT, devised and conceived in 2014. The two artists who are making this anomalous project happen are PIER GIORGIO DE PINTO and VALTER LUCA SIGNORILE, who have combined forces for the occasion to create a joint thematic project for four hands.
FRAUGHT (frɔ:t) is a term with a venerable pedigree: northern European in origin, it encompasses a variety of different meanings, including those of ‘charged’, ‘weighed down’, ‘full’, ‘dense’ and ‘pregnant’ with archetypes. It is with the diverse meanings of this term that the two artists have worked to develop their entire site-specific project, which embraces all four of the exhibition rooms available. Each room has been named with the neologism ‘FRAUGHTIANA’ (or ‘FRAUGHTIAN’) and each of them has a number, whose sequence follows the Fibonacci progression: 1, 1, 2, 3. This sequence was theorised by the mathematician Leonardo Pisano, known as Fibonacci (1175-1235), as a result of his observations of nature; its progressive development is indicated by the exponential increase of the number. For the two artists, who ponder man’s existence from birth to death, this numerical sequence represents a deflagration and a liberation after the stratification of human experience, from the pain of giving birth to the awareness that we lose the possibility that we may ever live in an ideal world. As a consequence, the artist once again takes his place – within his unreal dimension – in the nerve-centre of an existential and/or autre potentiality. DE PINTO and SIGNORILE play with the various different planes, with the stratifications of time laid down by their individual life experiences in society, almost as though they were acting outside of time, to a certain extent in the manner of a novel by James Joyce, since the exhibition’s two drivers are poised precariously on the knife-edge between foetal unawareness and the awareness that comes from the metaphorical experience of life.
The rooms contain no particular works – nor would their existence be of any importance to us – but an invitation to an immanent perception, which takes place amid contextual and environmental installations and evocative sound installations. The circle, roundness, cycles and spheres are the elements at work in FRAUGHT, where visitors will experience dual and dualistic states of mind, sometimes both reciprocally conflictual and at the same time complementary.
Every path within FRAUGHT leads towards a moment, a reflection, an action or a stasis, but always and in any case man’s motion towards the universe, wandering between allegories and symbolisms. Every work in a given room bears the name of the room that contains it and, with the effect of a crescendo, the last stage achieves the pathos and symbolic energy that unites us to the universal. Videos, plastic and sound installations – in short intentionally symbolic elements – together generate this great magma, which defines man through his indefinability or his persevering fascination with the double and the dual, for the elusive ineluctable.
As I wrote above, the works – if that is what we should call them – created by the two artists are contextual in nature. Here we find – among other things – a version of Ravel’s Bolero whose tempo has been amended musically and recreated to apply the logic of the Fibonacci sequence; then, as we progress from one room to another, we pass through the time of instability and of endless construction and deconstruction... ultimately arriving in the last of the rooms – FRAUGHTIANA 3 – where a space built inside another space conjures up the idea of the almost esoteric catharsis of a songbird’s trill or masonic symbolism via the element of light.
Mario Casanova, 2015 (Translation by Pete Kercher)
Pier Giorgio De Pinto & Valter Luca Signorile, Fraughtiana 1, 2015.
FRAUGHT
Pier Giorgio De Pinto & Valter Luca Signorile
Vernissage Sabato 28 novembre 2015 dalle 17:30
28 novembre 2015 – 14 febbraio 2016
Ve-sa-do dalle 14:00 alle 18:00
(Chiuso dal 21 dicembre 2015 all’8 gennaio 2016)
'Per quanto possa essere completa, l'unione di due anime lascia differenze che rendono piacevole la conversazione'.
Georg Christoph Lichtenberg
Il MACT/CACT chiude l’anno 2015 con la mostra dal titolo FRAUGHT, ideata e concepita nel 2014. I protagonisti di questo progetto anomalo sono PIER GIORGIO DE PINTO e VALTER LUCA SIGNORILE, che – in questa occasione – si uniscono per dare vita a un progetto tematico comune a quattro mani.
FRAUGHT (frɔ:t) è termine antico, dalle origini nord-europee, che riassume diversi significati, tra cui quello di ‘carico’, ‘gravido’, ‘pieno’, ‘denso’, ‘pregno’ di archetipi. Ed è attorno a questo termine che i due artisti sviluppano tutto il loro progetto site specific, che si estende sulle 4 sale espositive a disposizione. Ogni sala è denominata con il neologismo ‘FRAUGHTIANA’ e ognuna di esse porta un numero, seguendo la sequenza matematica di Fibonacci; quindi 1, 1, 2, 3: sequenza che Leonardo Pisano, detto il Fibonacci (1175-1235), teorizzò osservando la natura e il loro sviluppo progressivo per indicare l’aumento esponenziale del numero. Per gli artisti, che riflettono sull’esistenza dell’uomo, dalla nascita alla morte, tale successione numerica rappresenta la deflagrazione e la liberazione dopo la stratificazione dell’esperienza umana, dal dolore per la nascita alla consapevolezza della perdita di un mondo possibile e ideale. Ecco che l’artista, nella sua dimensione irreale, si colloca nuovamente al centro di un possibilismo esistenziale e/o altro. DE PINTO e SIGNORILE giocano con i diversi piani, con le stratificazioni temporali legate al loro vissuto individuale nella società, quasi come se tutto assumesse un’atemporalità quasi Joyciana, dove i protagonisti di questa mostra rimangono in bilico tra l’incoscienza fetale e la presa di coscienza nell’esperienza metaforica della vita.
Nelle sale non ci sono opere particolari, né la loro esistenza sarebbe per noi importante, ma un invito alla percezione immanente, giocato tra installazioni contestuali e ambientali, ed evocative installazioni sonore. Cerchio, rotondità, ciclicità e sfericità sono gli elementi di FRAUGHT, ove si manifestano stati d’animo duali e dualistici, a tratti contrastanti e complementari contemporaneamente.
Ogni percorso di FRAUGHT conduce verso un momento, una riflessione, un’azione o una stasi, ma comunque il moto dell’uomo verso l’universo, passeggiando tra allegorie e simbologie. Ogni opera all’interno delle sale reca il nome della sala stessa e come in un climax ascendente, l’ultima tappa raggiunge quel pathos e quella energia simbolica che ci unisce all’universale. Video, installazioni plastiche e sonore, elementi – appunto – simbolici danno vita a questo grande magma, che definisce l’uomo attraverso la sua indefinibilità o la sua perseverante fascinazione per il doppio e per il duale, per l’inafferrabile ineluttabile.
Come detto, le opere, se così si possono definire, realizzate dai due artisti sono a carattere contestuale, dove trovano collocazione – tra gli altri – anche un ‘Bolero’ di Ravel modificato musicalmente per quanto riguarda il tempo, e ricreato secondo la successione di Fibonacci, oppure, passando da una sala per accedere alla successiva, si attraversa il tempo della instabilità e della costruzione/decostruzione infinita... Fino ad arrivare all’ultima delle sale – FRAUGHTIANA 3 –, laddove uno spazio costruito in un altro spazio suggerisce la catarsi quasi esoterica del canto degli uccelli o la simbolica massonica attraverso l’elemento della luce.
Mario Casanova, 2015