Piera Benetti – La stanza di Clarissa 1916 2016
Nell’esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell’Isola di San Servolo, accanto
all’archivio dell’ Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati
a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore,
come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto.
Comunicato stampa
Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il
romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene
a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è
suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota.
Nell'esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell'Isola di San Servolo, accanto
all'archivio dell' Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati
a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore,
come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto.
I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che
nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna.
Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi.
Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l'idea che sia possibile una
rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo
attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua
complessità e simultaneità.