Pierluigi Ghianda – La Bottega come Simposio
Per la prima volta sono esposti i più importanti progetti realizzati da Pierluigi Ghianda nella sua bottega di Bovisio Masciago, al centro di quella Brianza che da sempre rappresenta una vera e propria “bottega diffusa” su tutto il territorio.
Comunicato stampa
Triennale Design Museum presenta la mostra Pierluigi Ghianda. La Bottega come Simposio, a cura di Aldo Colonetti con progetto di allestimento di Lorenzo Damiani: per la prima volta sono esposti i più importanti progetti realizzati da Pierluigi Ghianda nella sua bottega di Bovisio Masciago, al centro di quella Brianza che da sempre rappresenta una vera e propria “bottega diffusa” su tutto il territorio.Quello dedicato a Pierluigi Ghianda è il primo di una serie di focus a rotazione che Triennale Design Museum vuole dedicare ad alcuni personaggi che hanno interagito con il territorio allargato di Monza e Brianza. In questa occasione Triennale Design Museum presenta inoltre La Bellezza Quotidiana. Una rinnovata selezione di icone dalla Collezione Permanente del Design Italiano.
Hanno collaborato con Pierluigi Ghianda decine e decine di designer e architetti, da Gae Aulenti a Gianfranco Frattini, da Mario Bellini a Cini Boeri, da Ettore Sottsass a Michele De Lucchi, e in particolare Rena Dumas per quanto riguarda Hermès. Con loro Pierluigi Ghianda ha realizzato molti oggetti oggi diventati icone del design italiano: dal tavolo Vidùn di Magistretti per De Padova, alla libreria Étagère di Mario Bellini; dagli scrigni per Bulgari, Dior, Lorenzi, Pomellato, Rochas e Rolex, alle cornici in legno di pero di Gae Aulenti per il Musée d’Orsay; dalla poltroncina Pippa di Rena Dumas per Hermès, alla libreria girevole da tavolo di Cini Boeri, fino al tavolo-scultura Kyoto, un capolavoro di rigore geometrico e di precisione esecutiva progettato con Gianfranco Frattini.
In mostra sono esposti centinaia di prodotti, oggetti, particolari realizzativi, invenzioni costruttive, perché di questo si tratta quando si parla della Bottega di Ghianda: un vero e proprio Simposio, di memoria platonica. Al suo interno protagonisti sono stati, accanto al grande “ebanista”, decine di collaboratori, ma soprattutto gli amici, ovvero i progettisti, che avevano un pensiero comune al suo: al centro la bellezza al servizio dell’uomo.Proprio per questa ragione, intorno a una serie di carrelli da lavoro che provengono dalla stessa Bottega di Ghianda, al centro dell'allestimento dominano, in un grande spazio, la sua scrivania e la sua libreria, da cui si sviluppavano tutte le invenzioni e che, soprattutto, rappresentavano il luogo del dialogo tra design e artigiano, tra il sapere delle mani e le intuizioni del pensiero.
Da questo punto di vista Pierluigi Ghianda esprime, non solo simbolicamente, il passato e il futuro del sistema della Brianza, che qui rappresenta, al meglio, uno dei valori generali del Made in Italy: ogni progetto, anche il più difficile e “impossibile”, trova una specifica soluzione se intorno al tavolo di lavoro sono presenti più saperi, più capacità, certamente con l’aiuto delle macchine, ma soprattutto mettendo in pratica la logica della ricerca scientifica. Ovvero, provando e riprovando.
La mostra Pierluigi Ghianda. La Bottega come Simposio racconta una straordinaria esperienza di lavoro che continuerà nel tempo, perché le Botteghe sono ancora tante, in Brianza come in Italia, e avranno un futuro solo se saranno in grado di dialogare con il mondo, come ha sempre fatto il “Ghianda” sia quando andava in Brasile e in Amazzonia alla ricerca di legni rari e pregiati, sia in occasione dei viaggi che faceva in Giappone, con il suo grande amico e “sodale fratello” Gianfranco Frattini, dove ritrovava l'eccezionale maestria dell’artigiano, al pari dell’artista e dell’inventore.
La mostra e il catalogo, a cura di Aldo Colonetti, propongono gli interventi inediti di Mario Bellini, Paolo Casati, Michele De Lucchi, Carlotta Eco, Romeo Sozzi e delle figlie di Pierluigi Ghianda che ricostruiscono, per la prima volta, un’esperienza unica e non ripetibile al di fuori di un territorio come la Brianza, dove, accanto alla storia e all’esperienza di Pierluigi Ghianda, ci saranno sempre straordinari inventori che “pensano” con le proprie mani.