Piero Dorazio – Colore reticolo

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO CASOLI
Pecorini Mare , Filicudi, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
21/07/2024
Artisti
Piero Dorazio
Generi
arte contemporanea, personale

Lo Studio Casoli presenta una mostra di Piero Dorazio, considerato uno dei maggiori rappresentanti
dell’astrattismo europeo del secondo Novecento.

Comunicato stampa

Tappeto
Ogni colore si espande si adagia negli altri colori
Per essere più solo se lo guardi
Giuseppe Ungaretti (L’Allegria, 1914-1919)
Lo Studio Casoli presenta una mostra di Piero Dorazio, considerato uno dei maggiori rappresentanti
dell’astrattismo europeo del secondo Novecento.
La continua evoluzione dell’artista è delineata dalla forza autonoma del colore, dello spazio e della luce. Il colore
diventa l’elemento compositivo primario della sua ricerca pittorica. Dorazio afferma: “Penso che non si può né
visualmente, né concettualmente, comprendere il legame fra l’uomo e lo spazio senza l’aiuto del colore e questo
può avvenire solo attraverso la pittura. […] Il pittore creativo è invece in grado di produrre fenomeni
completamente nuovi che sono realistici sostituti di ciò che si trova nelle parti meno evidenti della natura, come il
silenzio, il furore, l’integrità, la calma, la gioia o la luce. Il colore rende perciò possibile evidenziare immagini dello
“spazio” che sono più direttamente collegate ai nostri modi immediati di percepire, di rilevare la nostra posizione
nello spazio; di far rilevare ai nostri sensi una possibilità di indovinare che cosa siamo e in quale spazio ci troviamo.
[…] Tramite il colore possiamo presentare un senso dello spazio che potrebbe essere in sé una realtà vivente, nella
quale altri siano capaci di comprendere che la vita è sviluppo e che il progresso assume sempre una nuova
immagine.” (scritto apparso nel catalogo della mostra “Komplexe Farbe”, Galerie Roepcke, Wiesbaden, 1962)
Nei suoi quadri tornano costantemente i riferimenti alle avanguardie storiche, a cominciare dal Futurismo, a cui
Dorazio ha sempre prestato omaggio. L’artista conosce Balla nel 1950 incrociandolo mentre passeggia nei giardini
di Castel Sant'Angelo a Roma e inizia a frequentare la “casa futurista” di via Oslavia. In un testo del 1977, Dorazio
dichiara di aver imparato da Balla che non esistono le immagini, senza tenere conto della luce che le compenetra e
le fa palpitare insieme a tutto ciò che le circonda.
In questa mostra sono esposti quadri realizzati all’inizio degli anni Sessanta e chiamati dallo stesso artista trame
(a noi conosciuti come reticoli). Seguono le tele degli anni Settanta, caratterizzate dalle grandi dimensioni. Fasce di
colore che si espandono nello spazio secondo geometrie sempre diverse. È un rinnovamento delle forme del colore
come materia.
Nel 1985, Piero Dorazio durante una conversazione con Adachiara Zevi afferma: “La struttura che altri chiamano
reticolo è in realtà una sovrapposizione di parametri. La verticale, la forza di gravità; l’orizzontale, la linea
dell’orizzonte e la diagonale, indicativa della nostra rotta. Sono le tre direzioni della nostra esistenza.”
Piero Dorazio nasce a Roma nel 1927. Nel 1947 elabora il Manifesto del formalismo-Forma 1 e nello stesso anno vince
una borsa di studio all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi. Incontra Severini, Braque, Arp, Delaunay, Le Corbousier e
altri importanti artisti del tempo. Nel 1950 partecipa all’organizzazione della galleria cooperativa del gruppo Age
d’Or a Roma e Firenze. Nel 1953 si reca negli Stati Uniti, dove conosce Motherwell, Rothko, Kiesler e Kline, e
tiene le prime personali a New York. Continua a viaggiare e nel 1957 presenta la sua prima mostra personale a
Roma, presso la Galleria La Tartaruga. Negli anni sessanta insegna alla Graduate School of Fine Arts dell’University
of Pennsylvania, e da allora riveste diverse cariche accademiche negli Stati Uniti. Nel 1974 si trasferisce a Todi
dove trascorrerà gli ultimi trent’anni della sua vita.
Numerose sono le antologiche a lui dedicate in Italia e all'estero, tra cui quella al Musée d'Art Moderne de la Ville
de Paris (1979), alla Albright-Knox Art Gallery di Buffalo (1979) e alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e
Contemporanea di Roma (1983). Costante la sua presenza nelle importanti rassegne internazionali, come la
Biennale di Venezia, dove espone nel 1960, 1966, 1988.