Piero Dorazio – Reticoli
In contemporanea con la collettiva di 22 artisti presentata alla Fondazione Marconi dal titolo 1965-2015. 50 anni dallo Studio Marconi alla Fondazione Marconi lo Studio Marconi ’65 di via Tadino 17 espone una selezione di opere su carta e grafiche realizzate dall’artista Piero Dorazio.
Comunicato stampa
In contemporanea con la collettiva di 22 artisti presentata alla Fondazione Marconi dal titolo 1965-2015. 50 anni dallo Studio Marconi alla Fondazione Marconi lo Studio Marconi ’65 di via Tadino 17 espone una selezione di opere su carta e grafiche realizzate dall’artista Piero Dorazio. Esponente di spicco del gruppo Arte Sociale dal 1945, costituisce il gruppo Forma 1 nel 1947 insieme ad altri giovani pittori. Nel 1950 apre la libreria L’Age d’Or, un piccolissimo locale in via del Babuino a Roma, in stretto contatto con le scene artistiche e culturali di New York e Parigi. L’artista lavora su temi provenienti dall’astrazione classica con l’aggiunta di nuove dimensioni e nuovi colori. L’amore per il colore si accentua ed evolve nel tempo anche se continua a svilupparsi secondo le vie della tradizione. Reduce da una lunga esperienza statunitense, durante la quale incontra, tra gli altri Robert Motherwell, Barnett Newman e Franz Kline, assume una posizione di rottura nei confronti della pittura figurativa del dopoguerra, interessandosi a quanto avviene oltreoceano in ambito astratto. Dagli americani Dorazio acquisisce un certo approccio strutturale e dinamico dell’interpretazione della realtà contemporanea pur rifiutandone la freddezza e il tecnicismo. L’artista pone l’accento della propria pittura non in pure geometrie o ideogrammi, ma nei nuovi valori di luce e di spazio che si determinano nei rapporti con le forme create. Il suo spazio è una realtà vivente composta di energie colorate, di strutture che devono la loro esistenza allo slancio dell’artista. L’artista romano conserva sempre un rispetto per la pittura tradizionale nel modo di adoperare il colore laddove – dalle sue stesse parole – “il reticolo non è mai solo un colore, l’intenzione cromatica dei quadri è la risultante di una sovrapposizione di tanti leggeri toni o timbri di colori diversi in un colore totale, rosso, giallo, verde o blu, in una luce colorata.” Tra le opere esposte allo Studio Marconi ’65 figurano pastelli e tempere di varie dimensioni, compresi tra gli anni Sessanta e Settanta, e alcune grafiche realizzate tra gli anni Sessanta e Novanta, sempre caratterizzate da un’orditura cromatica ricca di evocazioni atmosferiche ed emozionali. Molte delle opere presentate sono state oggetto della prima mostra di Piero Dorazio allo Studio Marconi nel febbraio del 1974.
Note biografiche
Nato a Roma nel 1927, inizia a dedicarsi all’attività artistica in giovane età e nel 1945 è tra i fondatori del gruppo Arte Sociale, caratterizzato da un forte impegno politico e civile, che tuttavia si scioglie l’anno dopo. Nel 1946 aderisce ufficialmente al Partito Comunista, ma non segue la linea del realismo socialista, prediligendo una ricerca sulla forma pura che lo porta a fondare nel 1947, insieme a Turcato, Consagra e altri artisti, il gruppo Forma 1 che pubblica il suo manifesto nel primo numero dell’omonima rivista. La prima mostra del gruppo, allestita nel 1948 presso la sede romana dell’Art Club, suscita un acceso dibattito sulla possibilità di coniungare marxismo e formalismo. Grazie a una borsa di studio, Dorazio compie un lungo soggiorno a Parigi, dove rappresenta Forma 1 al Congresso internazionale dei critici d’arte. Tornato a Roma, nel 1950 aderisce al gruppo Arte Concreta e inaugura L’Age d’Or, libreria, galleria e centro di dibattito sulla cultura d’avanguardia, che nel 1951 si fonderà con il Gruppo Origine. Nel 1953 organizza un’importante rassegna di arte astratta alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, e in seguito trascorre un lungo periodo negli Stati Uniti, dove partecipa all’Harvard International Summer Seminar e tiene una personale alla Witterborn Gallery di New York. Tornato a Roma, nel 1955 pubblica La fantasia dell’arte nella vita moderna e nel 1957 tiene una personale alla Galleria La Tartaruga. Nel 1960 è invitato alla Biennale di Venezia, e l’anno seguente il Kunstverein di Düsseldorf gli dedica una retrospettiva. Negli anni successivi seguita a partecipare a importanti rassegne di tendenza sull’arte astratta e concreta e tiene numerose personali in Italia e all’estero. Inoltre il suo nome figura costantemente nelle esposizioni che ricostruiscono la vicenda di Forma 1. Dalla metà degli anni ’70 si stabilisce a Todi e installa il suo studio negli spazi di un ex convento. Si spegne a Perugia nel 2005. Tra le importanti mostre dedicate all’artista di recente si ricorda quella del 2013 alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia.