Piero Gilardi – Effetti collaborativi 1963-1985
Il Castello di Rivoli dedica una mostra ai primi ventidue anni di attività dell’artista torinese Piero Gilardi. Si passa dai “tappeti-natura” che lo consacrarono al successo internazionale a una serie di documenti, disegni, scritti, schizzi e filmati che raccontano la sua decisione di dedicarsi a un’attività di volontariato “creativo” all’interno di un ospedale psichiatrico e poi alla militanza politica e sociale e al rifiuto della concezione di opera d’arte come bene di consumo.
Comunicato stampa
Il Castello di Rivoli dedica una mostra ai primi ventidue anni di attività dell'artista torinese Piero Gilardi. Si passa dai “tappeti-natura” che lo consacrarono al successo internazionale a una serie di documenti, disegni, scritti, schizzi e filmati che raccontano la sua decisione di dedicarsi a un'attività di volontariato “creativo” all'interno di un ospedale psichiatrico e poi alla militanza politica e sociale e al rifiuto della concezione di opera d'arte come bene di consumo.
La mostra si chiude con il progetto “le scatole viventi” del quale costituisce il quarto episodio: le opere, parte delle quali appartenenti alla collezione del Museo, dialogano con la mostra in corso suggerendo legami inediti e connessioni tra personalità spesso molto diverse tra loro. In questo caso è stato lo stesso Gilardi a scegliere le opere da esporre, tutte realizzate da artisti con i quali ha avuto stretti rapporti di collaborazione nel corso degli ultimi cinquant’anni: Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Claes Oldenburg, Richard Long, Jun Tacita, Michel Blazy ed Eduardo Kac.