Piero Gilardi – Natura espansa
Il titolo della mostra – “Natura espansa” – è di per sé programmatico: come esiste una “realtà aumentata” dai nuovi media elettronici, così esiste una “natura espansa” che però, agli occhi dell’artista, assomiglia molto a un “grido” della natura, dissimulato sotto i colori “aumentati” dei frutti, dell’erba, dei tronchi caduti, della neve o delle onde del mare, realizzati in gommapiuma dall’artista torinese.
Comunicato stampa
La prossima mostra presentata dalla galleria Poleschi Arte, sarà dedicata all’artista torinese Piero Gilardi (Torino, 1942), dal titolo “Natura espansa”, con inaugurazione giovedì 15 dicembre 2016, presso la sede di Milano, Foro Buonaparte 68, sotto la curatela del critico Marco Meneguzzo.
Il titolo della mostra – “Natura espansa” – è di per sé programmatico: come esiste una “realtà aumentata” dai nuovi media elettronici, così esiste una “natura espansa” che però, agli occhi dell’artista, assomiglia molto a un “grido” della natura, dissimulato sotto i colori “aumentati” dei frutti, dell’erba, dei tronchi caduti, della neve o delle onde del mare, realizzati in gommapiuma dall’artista torinese.
L’avventura dei “tappeti natura” – così si titolavano sin dall’inizio – comincia nel 1964/65, e l’azione di tagliare e vendere la natura “a metro”, che Gilardi realizza nella seconda metà degli anni Sessanta, è sintomatica del discorso di denuncia, di resistenza, e di attenzione alla “biopolitica” che caratterizza tutta l’attività dell’artista, sino ad oggi, con la significativa e coerente decisione di rinunciare a fare arte per dedicarsi al sociale, durante gli anni Settanta.
Oggi in galleria si presentano una cinquantina di lavori recenti, che tuttavia non hanno perso nulla della loro carica provocatoria e del loro status di “memento” al genere umano: del resto, la vocazione addirittura profetica dell’artista ha sempre pervaso le sue opere, sia durante il momento della cosiddetta lotta di classe – gli anni Settanta -, sia oggi, in cui il campo di battaglia è diventato l’ecosistema planetario.
Piero Gilardi Piero Gilardi nasce a Torino nel 1942. Nel 1963 tiene la sua prima mostra personale, “Macchine per il futuro”. Due anni più tardi realizza le prime opere in poliuretano espanso, i “tappeti-natura”, che espone a Parigi, Bruxelles, Colonia, Amburgo, Amsterdam, New York. A partire dal 1968 interrompe la produzione di opere per partecipare all’elaborazione delle nuove tendenze artistiche della fine degli anni Sessanta: Arte Povera, Land Art, Antiform Art. Collabora alla realizzazione delle prime due rassegne internazionali delle nuove tendenze allo Stedelijk Museum di Amsterdam e alla Kunsthalle di Berna. Nel 1969 inizia una lunga esperienza transculturale diretta all’analisi teorica e alla pratica della congiunzione Arte-Vita. Come militante politico e animatore della cultura giovanile conduce svariate esperienze di creatività collettiva nelle periferie urbane e “mondiali”: Nicaragua, riserve indiane negli USA, Africa. Nel 1981 riprende l’attività nel mondo artistico, esponendo in gallerie installazioni accompagnate da workshop creativi con il pubblico. A partire dal 1985 inizia una ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l’elaborazione del progetto Ixiana che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblico possa sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel corso degli anni Novanta sviluppa una serie di installazioni interattive multimediali con un’intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski costituisce l’associazione internazionale Ars Technica e in qualità di responsabile della sezione italiana di questa promuove a Torino le mostre internazionali “Arslab. Metodi ed emozioni” (1992), “Arslab. I sensi del virtuale” (1995), “Arslab. I labirinti del corpo in gioco” (1999).
Ha pubblicato tre libri di riflessione teorica sulle sue varie ricerche: Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte (La Salamandra, Milano 1981), Not for Sale (Mazzotta, Milano 2000 e Les Presses du Réel, Dijon 2003) e La mia biopolitica (Prearo, Milano 2016).
Ha promosso il progetto di un grande Parco Arte Vivente nel quale si compendiano tutte le sue esperienze relative alla dialettica Natura/Cultura, aperto nel 2008 quale istituzione pubblica della città di Torino.