Piero Martina – 1912-2012. La metamorfosi del reale
La mostra, allestita dallo Studio Trucco e promossa dall’Accademia degli Archimandriti, vuole ricordare la figura ed il contesto in cui maturò il percorso artistico di Martina proponendo un’esposizione originale e innovativa che non rispecchia gli stilemi dell’esposizione di tipo antologico.
Comunicato stampa
MERCOLEDì 5 DICEMBRE 2012 ALLE ORE 18 si inaugura la mostra Piero Martina 1912-2012, la metamorfosi del reale, realizzata in occasione del centenario della nascita del pittore torinese ospitata negli spazi dell’Archivio di Stato di Torino.
La mostra, curata da Francesco Poli e da Antonella Martina, vede il sostegno delle Istituzioni, il Consiglio Regionale del Piemonte, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e il Comune di Torino; il contributo della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Crt; la collaborazione del Mibac e dell’Accademia Albertina di Belle Arti. Main sponsor dell’iniziativa è l’azienda piemontese Manital, mentre sponsor tecnico è la Reale Mutua.
La mostra, allestita dallo Studio Trucco e promossa dall’Accademia degli Archimandriti, vuole ricordare la figura ed il contesto in cui maturò il percorso artistico di Martina proponendo un’esposizione originale e innovativa che non rispecchia gli stilemi dell’esposizione di tipo antologico.
Martina esordisce nel 1935 a Torino partecipando a una collettiva alla Promotrice di Belle Arti. Tre anni dopo, per la prima mostra personale, l'artista con una netta scelta di campo chiede una presentazione a Carlo Levi, rifugiato politico in Francia dopo il confino. Con il 1938, Piero Martina inizia a essere invitato alle più importanti esposizioni italiane, dalla Biennale di Venezia - dove è presente per sei edizioni, ottenendo per due volte una sala personale, alla Quadriennale di Roma.
Nei decenni che vanno dalla metà degli anni Trenta e ai primi anni Ottanta, Piero Martina riveste a Torino e in Piemonte un ruolo di primo piano nell’ambiente culturale. Alle frequentazione degli altri artisti – è amico di Felice Casorati, della moglie Daphne e del figlio Francesco; di Francesco Menzio, Enrico Paulucci e degli altri componenti dei Sei di Torino, ma anche degli scrittori-pittori Carlo Levi e Italo Cremona. Una profonda amicizia lo lega inoltre a Carlo Mollino, intellettuale eclettico, architetto, designer, fotografo, urbanista con cui condivide interessi ed esperienze particolarmente significative sul piano intellettuale, documentati in mostra da una serie di immagini fotografiche.
Diversi scrittori amici, non soltanto torinesi, hanno scritto sulla sua opera presentazioni, saggi e recensioni: si ricordano, ad esempio, il noto musicologo Massimo Mila, lo storico del teatro Gianrenzo Morteo, il poeta Eugenio Montale, gli scrittori Giovanni Arpino e Bruno Fonzi.
L'impegno di Martina si riflette anche sulla formazione delle future generazioni, prima come insegnante del Liceo Artistico, poi come titolare della cattedra di Pittura presso l'Accademia Albertina, di cui assume la direzione dal 1973 al 1978.
La sua produzione artistica ha ricevuto numerosi riconoscimenti e all’estero le sue opere si trovano presso collezioni private e importanti musei di arte contemporanea.
La mostra si compone di più di settanta opere realizzate con diverse tecniche quali olio, collages e tecniche miste provenienti da collezioni private, pubbliche e da realtà museali. L’esposizione non segue un ordine cronologico, ma tematico, divisa in sezioni: AMICI (in cui, oltre ai ritratti degli amici dipinti da Martina, sono esposte opere realizzate dai suoi amici pittori che ritraggono l’artista); BIENNALE (che ricostruisce in parte la sala della Biennale di Venezia del ’62); NUDI (in piedi e distesi realizzati negli anni Sessanta); FIORI, PESCI, NATURE MORTE (realizzati in periodi differenti e con tecniche diverse); PAESAGGI (lungo la Dora, il Po, al mare, in Meridione) ; RAGAZZE AL CEMBALO, RAGAZZE CON LE FARFALLE E TESSITRICI ( olii, collages, tecniche miste dagli anni Quaranta fino alla fine degli anni Sessanta); per chiudere con FAMIGLIA ( ritratti della moglie e delle figlie).
Inoltre, per offrire un ricordo dell'attività intellettuale complessiva di Piero Martina, protagonista di una stagione della cultura italiana e per inquadrare l'ambiente culturale in cui ha operato, la mostra propone una sezione dedicata a documenti e oggetti che tratteggiano il carattere dell’artista e dell’uomo e del suo rapporto con Torino.
La mostra prevede infine una serie di attività didattiche allo scopo di riflettere su quanto possa trasmettere oggi la pittura di Piero Martina alle giovani generazioni: i laboratori didattici organizzati con le scuole, restituiranno una lettura delle opere non solo sul piano formale, ma guardando all’attualità, alla permanenza di tracce che possano offrire occasioni di interpretazione da parte dei giovani artisti in formazione nelle scuole d’arte torinesi.