Piero Persicalli – Abissi e seduzioni
La Galleria, che da sempre indaga su autori e movimenti attivi nei primi decenni del Novecento, dedica questa suggestiva mostra all’artista dalmata Piero Persicalli (Zara 1886 – Zara 1977) e alla sua produzione giovanile.
Comunicato stampa
Inaugura sabato 3 dicembre alle ore 12.00 la mostra Piero Persicalli. Abissi e seduzioni, a cura di Mario Finazzi, negli spazi espositivi di Aleandri Arte Moderna in piazza Costaguti 12 a Roma. La Galleria, che da sempre indaga su autori e movimenti attivi nei primi decenni del Novecento, dedica questa suggestiva mostra all’artista dalmata Piero Persicalli (Zara 1886 – Zara 1977) e alla sua produzione giovanile selezionata in due principali tipologie di lavori. Da un cospicuo gruppo di grandi opere a pastello relative agli anni della sua formazione monacense e viennese (spesso ispirate dalla tecnica e dalle atmosfere di Edvard Munch, ma anche di Auguste Rodin, Franz von Stuck, Ludwig von Hofmann, Gustave Klimt e molti altri maestri meno noti), ad un nucleo di tempere realizzate in Italia nella prima metà degli anni venti sul tema onirico delle Fantasie marine e concepite, principalmente ma non soltanto, per essere tradotte in tessuti artistici e di pregio.
La mostra è una scenografica carrellata di fantasmi, amanti, centauri, sirene, enigmatiche figure femminili, pesci, flora acquatica, soffioni, cardi, figure allegoriche o ammantate, notturni, tramonti, aurore, barche spettrali, cieli stellati. Composta da oltre sessanta opere su carta di cui molte di grande formato.
Si tratta di una vera ed importante riscoperta dell’artista, molto attivo ed apprezzato in vita ma (come troppo spesso accade) lentamente dimenticato dopo la morte. Fu complice l’assenza di opere in rassegne di ambiti culturali pertinenti e di mostre personali a lui dedicate. Già negli ultimi decenni della sua vita Persicalli aveva rarefatto molto le sue uscite pubbliche, un atteggiamento che fu reiterato dai suoi figli, presso i quali era conservato un fondo molto ampio, custodito con cura ma non fruito dall’esterno. L’artista ha sedimentato fin quasi all’oblio, ma, paradossalmente, tali circostanze hanno creato per gli studiosi contemporanei la rara opportunità di indagare su un corpus pittorico e disegnativo quasi completo e l’eccitante possibilità di esplorare il personaggio e la sua produzione per ricollocarlo nelle giuste caselle della Storia dell’Arte italiana ed europea.
Il catalogo che accompagna l’evento è a tutti gli effetti uno studio pioneristico incentrato, principalmente, sulle opere presentate in mostra (analizzate nel contesto in cui vennero realizzate, sia dal punto di vista biografico sia da quello, più interessante, del repertorio iconografico di riferimento). Il curatore Mario Finazzi ha inoltre arricchito il volume di una sezione apposita in cui sono riportati e tradotti, quando rintracciati in lingua straniera, i testi d’epoca su Piero Persicalli (fra i quali due scritti di Carlo Carrà) che restituiscono la percezione che i contemporanei dell’artista ebbero della sua opera.