Pierre Dupont – Relazione di appartenenza
Pierre Dupont è lieto di presentare Relazione di appartenenza, mostra conclusiva del progetto che ha coinvolto, per un periodo di sei mesi, giovani artisti italiani all’interno di due luoghi fondamentali per la storia del design italiano: l’Archivio Giovanni Sacchi e la sua Bottega.
Comunicato stampa
Pierre Dupont è lieto di presentare Relazione di appartenenza, mostra conclusiva del progetto che ha coinvolto, per un periodo di sei mesi, giovani artisti italiani all’interno di due luoghi fondamentali per la storia del design italiano: l’Archivio Giovanni Sacchi e la sua Bottega.
Gli artisti coinvolti sono stati invitati a frequentare e a vivere la Bottega e l’Archivio Sacchi entrando in dialogo con modelli, manifesti, progetti, disegni, fotografie e qualsiasi altro documento qui conservato. Giovanni Sacchi ha realizzato, in cinquant'anni di attività, più di venticinquemila modelli in legno e ottomila plastici architettonici. La sua bottega milanese è stata crocevia di esperienze, incontri e sperimentazioni che hanno contribuito al successo del Made in Italy, realizzando modelli che hanno fatto la storia del design. Moltissimi designer e architetti, tra cui Aldo Rossi, Marcello Nizzoli, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass jr e Marco Zanuso, hanno sviluppato e messo a punto i loro prodotti attraverso i modelli di Sacchi.
Spunto di riflessione durante i mesi di progetto è stato proprio il concetto di modello, allo stesso tempo astrazione e materializzazione di un’idea, oggetto che nasce con la finalità di diventare altro da sé. Gli artisti sono stati invitati a riflettere sullo spazio e sul tempo esistenti tra intuizione e realizzazione materiale di un’opera, con uno sguardo alla figura del modellista che, trasferendo un’idea in forme compiute, costituisce il ponte tra visione e produzione.
Il percorso espositivo si snoda all’interno della Bottega di Giovanni Sacchi, ricostruzione dell’originale un tempo in via Sirtori a Milano, attivando una relazione tra preesistenze e il contributo inedito degli artisti.
Pasquale Loiudice rielabora i modelli di Aldo Rossi per il Bonnefantenmuseum di Maastricht e i prototipi per le caffettiere Cupola e Conica di Alessi, proponendone una ri-scrittura progettuale tramite il disegno manuale.
Guglielmo Poletti presenta un intreccio di identità attraverso tre diversi “esercizi” che vedono la partecipazione dell’artista cinese Jing He e di Filippo Zagni (ultimo modellista di Giovanni Sacchi). Il risultato è un percorso visivo capace di interrogare i concetti di stile, funzione e forma, così come il ruolo del design italiano contemporaneo.
La stretta relazione tra modellista e progettista è al centro della ricerca di Giulia Sacchetto e Annamaria Maccapani. Attraverso la lavorazione del filo di cotone, le due artiste citano la pratica della tornitura evocando l’idea del tempo, traccia invisibile di ogni attività artistica.
Marco Secondin traduce la voce di Giovanni Sacchi in scultura, indagando la relazione tra materiale e immateriale. Attraverso la lavorazione del sughero l’artista realizza la sinusoide risultante dal montaggio di tracce audio conservate in Archivio.
Livia Sperandio con una pellicola ortocromatica risale il processo di traduzione dalla realtà all’idea, dal modello al disegno. La pellicola, metafora del concetto di modello, crea un eterno limbo tra tentativo e raggiungimento del risultato.
Il progetto grafico di “Relazione di appartenenza” e dell’identità visiva di Pierre Dupont è a cura di Cren Design. Il collettivo ha unito il contributo dei sei artisti coinvolti in una pubblicazione pensata come un racconto a più voci. Il volume è stato concepito come manifestazione del processo di realizzazione dei singoli lavori.
Durante l’apertura della mostra sarà ospitata la presentazione del libro Archivi impossibili. Un’ossessione dell’arte contemporanea di Cristina Baldacci, edito da Johan&Levi. In questo volume Cristina Baldacci ripercorre la lunga e articolata storia dell’interesse per la pratica archivistica ricomponendo il ricco mosaico dei ruoli e dei significati che l’archivio ha assunto nel corso del tempo e la sua rilevanza come opera d’arte, quindi come sistema classificatorio atipico e, per certi versi, impossibile.
Pierre Dupont è il “Signor Chiunque”, identità adattabile che persegue la strada dell’accessibilità e della partecipazione, secondo una pratica curatoriale inclusiva. E’ interessato alla sperimentazione di nuovi spazi e formati espositivi, proponendo occasioni di avvicinamento tra ricerca artistica e pubblico. Pierre Dupont “ama i luoghi dell’incontro fortuito, la sensazione che c’è solo da vedere cosa succede”.
Pierre Dupont è un progetto di Giulia De Giorgi, Michela Murialdo, Giovanni Paolin, Roberta Perego, Davide Spagnoletto.