Pierrick Gaumé – Milano Shakerata
In occasione della XVI edizione di Milano Photofestival, la galleria Manifiesto Blanco propone un inedito progetto fotografico site-specific di Pierrick Gaumé.
Comunicato stampa
In occasione della XVI edizione di Milano Photofestival, la galleria Manifiesto Blanco propone un inedito progetto fotografico site-specific di Pierrick Gaumé. Il progetto Milano Shakerata - dedicato al capoluogo lombardo - si basa sul concetto di automorfosi, che deriva dalla fusione del termine greco antico Autós, cioè se stesso, con il termine Mórphôsis, cioè prendere forma.
Questa serie fotografica potrebbe essere interpretata semplicemente come delle immagini di automobili o di riflessi dell'architettura di Milano, deformati dalle superfici delle carrozzerie. Tuttavia queste fotografie mostrano anche dei riflessi con caratteristiche irregolari nei vari piani, volumi curvilinei e aerodinamici che suggeriscono una rappresentazione insolita dello spazio che li circonda. Questi piani e queste linee inevitabilmente definiscono - se non ridefiniscono - visioni invertite e distorte dello spazio urbano. Elementi architettonici contorti e frammentati da linee strutturali, a volte, generano un'esplosione di forme. Le loro numerose sfaccettature sono sempre più evidenti man mano che ci si lascia coinvolgere dalla suggestione della serie Milano Shakerata. Da quel momento, dalle immagini emergono luci e blocchi di colore, sparsi o ordinati su vari livelli, a volte con un punto focale che si alza e che sembra ardere come un’esplosione.
Nella serie esposta, ogni immagine fotografica di Pierrick Gaumé suscita una percezione dinamica della compenetrazione tra i volumi degli oggetti e il loro ambiente fisico. Focalizzare l'attenzione su questo rapporto può far pensare ad opere del movimento cubista nella sua fase analitica, ma anche ad alcune del Futurismo italiano. I segni esistenti della realtà urbana appaiono ora articolati o slegati, ora decostruiti o remixati da oggetti-specchio deformanti in una visione “surreale” puramente visiva. Accolto e osservato dall'autore, questo fenomeno ottico gli consente di catturare la realtà della trasformazione in forme, luci e colori che offrono la nuova visione di uno spazio urbano graficamente ricomposto.
Prive di qualsiasi genere di fotoritocco, le automorfosi di Gaumé non derivano da una ricostruzione mentale o intellettualizzata della realtà. In altre parole, si può affermare che sono reali quanto lo è la realtà.
Pierrick Gaumé è un grafico e artista visivo francese che ha conseguito un Master in Industrial Design presso l'École Nationale Supérieure de Création Industrielle (Parigi, 1995). I suoi disegni, dipinti, collage e fotografie sono inclusi in collezioni d'arte private fin dal 1994. Tra il 1997 e il 2011, le opere di Gaumé sono state esposte principalmente a Parigi, Tel-Aviv e San Francisco. Nel 2006, dopo aver lavorato per anni come Art Director a Tel-Aviv, Gaumé ha ideato un nuovo concetto di fotografia che ha chiamato Automorphoses. Per i quindici anni successivi, questo concetto è diventato il suo marchio di fabbrica e ha aperto le porte a nuove collaborazioni, come la mostra Automorphoses del 2013 nella sede della Peugeot a Parigi. Ad oggi, Automorphoses è il corpus più vasto e documentato all'interno dell'opera di Gaumé. L'Autore ama descrivere le sue Automorphoses come "iceberg urbani": sia le auto che gli iceberg hanno superfici lucide ed entrambi sono destinati inesorabilmente a scomparire. In effetti, le Automorfosi di Gaumé non possono più essere catturate negli innumerevoli centri urbani dai quali le auto tendono ad essere bandite. Pertanto, la loro unicità e rarità è destinata a crescere con il passare del tempo.