Pietro Masturzo – Facts on the Ground
Mostra fotografica di Pietro Masturzo Vincitore del World Press Photo Award 2010.
Comunicato stampa
(Avamposto israeliano Alt 468, Cisgiordania, 2013. Vista sulla valle e sulla colonia di Almon. La maggior parte delle colonie e degli avamposti israeliani sorge sulla sommità delle colline e sono tutti dotati di diversi sistemi di sicurezza: cancelli, barriere elettrificate, filo spinato e sofisticati sistemi di video sorveglianza)
La Spezia, 20 novembre 2017 – La fotografia di attualità ritorna protagonista a Spazio 32 con una nuova importante mostra che affronta il difficile rapporto tra Israele e Palestina, visto attraverso la lente di uno dei più talentuosi giovani fotografi del panorama internazionale, Pietro Masturzo, vincitore nel 2010 del Premio World Press Photo, che sarà presente alla Spezia per l’inaugurazione, giovedì 23 novembre alle ore 18.00.
“Facts on the ground” è un’espressione diplomatica comunemente adottata per caratterizzare la strategia coloniale israeliana nei territori palestinesi occupati, che consiste nel creare “sul terreno” una condizione tale da rendere il processo coloniale irreversibile. Oggi più di mezzo milione di coloni ebrei vive al di là della “linea verde” in oltre cento insediamenti ufficiali e altrettanti avamposti non autorizzati, ma di fatto tollerati, se non incentivati dal governo israeliano. Per esplorare la realtà delle colonie dal loro interno, Pietro Masturzo ha deciso di valicare i cancelli e le barriere difensive per descrivere la vita e il paesaggio di questi luoghi il cui accesso è negato agli stessi palestinesi.
“Questo lavoro mi insegna continuamente qualcosa sulle dinamiche che riguardano gli esseri umani. Eppure torno da ogni viaggio con più domande che risposte”, afferma Masturzo.
L’esposizione comprende oltre 40 fotografie accompagnate da un catalogo arricchito da approfondimenti sul contesto delle singole immagini, in mostra fino al 13 gennaio a Spazio 32.
Pietro Masturzo (Napoli, 1980) è un fotografo documentarista indipendente. Il suo lavoro si concentra su tematiche socio-politiche, con un interesse particolare verso la resistenza degli uomini in situazioni di oppressione e di violazione dei diritti umani. Dopo la laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Napoli si è dedicato al fotogiornalismo, lavorando principalmente in Iran, Egitto, Libia, Myanmar, Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, documentando storie umane in situazioni di conflitto, anche quando impegnato a coprire i principali eventi di news. Il suo lavoro ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso World Press Photo of the Year nel 2010, per il suo reportage in Iran sulle proteste scoppiate dopo le elezioni presidenziali del 2009. Sue fotografie sono apparse su numerosi giornali e riviste tra cui L’Espresso, Internazionale, La Stampa, Corriere della Sera, Io Donna, The New Yorker, The Financial Times, Le Monde, Stern, Geo, Marie Claire, Vanity Fair. Collabora regolarmente con pubblicazioni italiane e internazionali, associazioni, ONG ed espone le sue fotografie in numerosi festival e gallerie.
L’iniziativa fa seguito al grande successo della mostra “Battle to Death”: un racconto fotografico della guerra in Siria di un altro premio World Press, il fotografo torinese Fabio Bucciarelli, ospitata a Spazio 32 a fine 2015, che ha dato il via al percorso dedicato alla fotografia di attualità. Un percorso che ha visto anche una serie di incontri formativi per approfondire l’approccio e le tecniche del mezzo fotografico; a questi si unirà un nuovo appuntamento, sabato 13 gennaio, con una masterclass sulla fotografia a ingresso libero tenuta da Pietro Masturzo (iscrizione obbligatoria [email protected]).
A partire da sabato 2 dicembre, inoltre, negli spazi al pian terreno della Fondazione Carispezia sarà esposta in parallelo la mostra “Between Darkness and Light. Selected Works: South Africa 1994-2010” di Jodi Bieber, una tra le più importanti autrici della fotografia sudafricana. Vincitrice a sua volta del premio Photo of the Year del World Press nel 2011, Bieber racconta nei suoi scatti un paese in pieno sviluppo economico, riferimento per molte altre nazioni africane, ma ancora lacerato da vecchi conflitti sociali e da nuove tensioni derivanti proprio dalla modernità che avanza.