Pietro Masturzo – Libya
L’esposizione raccoglie trenta fotografie tratte dal reportage realizzato durante la guerra contro il regime del Colonnello Gheddafi ucciso dai ribelli il 20 ottobre dopo una lenta agonia, mandata in mondo visione grazie alle riprese realizzate con i telefonini dagli stessi assassini.
Comunicato stampa
Sarà inaugurata venerdì 9 marzo alle ore 18.00 al Centro Culturale Candiani di Mestre la mostra Libya. Fotografie di Pietro Masturzo, organizzata dal Centro mestrino in collaborazione con Shots Gallery. Visitabile fino al 31 marzo 2012, l’esposizione raccoglie trenta fotografie tratte dal reportage realizzato durante la guerra contro il regime del Colonnello Gheddafi ucciso dai ribelli il 20 ottobre dopo una lenta agonia, mandata in mondo visione grazie alle riprese realizzate con i telefonini dagli stessi assassini.
La mostra intende sollecitare un momento di riflessione sul presente e sul futuro della nazione. La fine del regime di Gheddafi chiude un capitolo della sua storia ma pone la Libia davanti a un futuro gravido di interrogativi. Reggerà l'unità nazionale o prevarranno le divisioni tribali e i conflitti centro-periferia? Avanzeranno i processi di democratizzazione o si imporrano le formazioni islamiste radicali? E che ruolo avranno gli stati che hanno appoggiato la coalizione anti - Gheddafi?
Ne parleranno Renzo Guolo, studioso del mondo islamico, docente all'Università di Padova ed editorialista di "Repubblica" e Lucia Goracci, inviata di guerra del Tg3 Rai il 21 marzo alle ore 18.00 nel corso dell’incontro Libia. La guerra e la nazione organizzato nell’ambito della mostra in collaborazione con l’Associazione Esodo.
Pietro Masturzo, classe 1980, napoletano, dopo aver ottenuto la laurea in Relazioni internazionali presso l'Università L'Orientale di Napoli ha iniziato, dal 2007, a lavorare come fotografo professionista con diverse agenzie di fotogiornalismo, pubblicando i suoi lavori sulle più importanti testate giornalistiche italiane. Ancora giovanissimo, ha vinto il World Press Photo Award 2009 con l'immagine – che sarà esposta in mostra - della donna iraniana che immersa nella distesa dei tetti di Teheran lancia nella notte incombente il suo richiamo alla rivolta. Come ogni vero fotoreporter, dopo aver seguito per La Stampa la rivolta egiziana di Piazza Tahrir, non poteva mancare in Libia per essere testimone oltre che narratore di ciò che avviene in un teatro di guerra, che non è solo confronto militare ma anche sofferenza e paura. Nel disfacimento e distruzione del vecchio con solo vaga premessa di un nuovo, tra ribellione popolare e scontro di tribù, intervento NATO e regolamento di conti, Masturzo vive una guerra strana, caotica, dove la vera conquista, l'abbattimento del regime, rischia di perdersi nelle rivalità tra bande politico-militari.
Le sue foto, con i ribelli e i civili immersi in un'atmosfera sospesa, pose oblique e surreali, esprimono le slabbrature e le opacità di questo conflitto quasi fisicamente, con individui e folle che animano un dramma che a tratti li sovrasta e in cui si percepisce la miscela di euforia e smarrimento dei libici, la difficoltà di costruire una struttura civile nel grande vuoto del deserto con il suo cuore di petrolio, sullo sfondo del mare di Bengasi.