Pietro Masturzo / Roberto Fanari – memores@elfo

Informazioni Evento

Luogo
TEATRO ELFO PUCCINI
Corso Buenos Aires, 33 20124 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra è poi visitabile fino al 12 febbraio in orario di apertura spettacoli (un'ora prima dell'inizio spettacoli).

Vernissage
01/02/2017

ore 18,30

Curatori
Flavio Arensi, Ferdinando Bruni
Generi
fotografia, arte contemporanea, doppia personale

In mostra i lavori del fotoreporter premiato al World Press Photo Pietro Masturzo e dello scultore Roberto Fanari.

Comunicato stampa

La nuova installazione di art@elfo, l’iniziativa curata da Flavio Arensi e Ferdinando Bruni, nata dalla collaborazione fra Meetmuseum e Teatro dell’Elfo, propone i lavori del fotoreporter premiato al World Press Photo Pietro Masturzo e dello scultore Roberto Fanari. Dopo la mostra yorick@elfo con le opere di Angelo Filomeno e Bertozzi&Casoni, il nuovo progetto allestito nello spazio Atelier porta in scena una meditazione sui temi bellici, prendendo spunto dall’ampio lavoro che in questi anni ha condotto Masturzo nei luoghi martoriati dal Medio Oriente. La mostra è stata ideata anche come collegamento e ispirandosi ai temi della nuova produzione della Compagnia dell’Elfo Afghanistan, il grande gioco in scena nello stesso periodo in sala Fassbinder.
L’immagine di un ribelle libico è messa a confronto con le sculture in fil di ferro cotto realizzate da Fanari, testimoni delle vicende che Masturzo fotografa. Il pubblico, che potrà prendere posto fra le sculture, è chiamato a partecipare dell’azione di guerra e vivere la stessa inquietudine cui sono chiamate a guardare i personaggi di Fanari.
La mostra nasce con la collaborazione di Studio Cannaviello, Milano e Vicolo del Folletto Art Galleries, Reggio Emilia.

Opere esposte
Pietro Masturzo
Libya, 2011 - A rebel on the front line
Proiezione

Roberto Fanari
Memores, 2016
5 figure in filo di ferro cotto – dimensioni variabili (90x120x40 cm - 60x60x70 cm - 110x40x30 cm).

Roberto Fanari nasce a Cagliari nel 1984. Nel 1999 si iscrive all’Istituto Statale d’Arte Carlo Contini di Oristano e dopo aver conseguito il diploma nel 2003, si trasferisce a Sassari, proseguendo gli studi
all’Accademia di belle arti. Nel 2009 ottiene il diploma accademico in Scultura. Il suo lavoro mette in scena l’umanità, con particolare attenzione per le dinamiche e i rapporti fra i singoli soggetti che vengono rappresentati attraverso la strutturazione di sagome rese attraverso il filo di ferro. Oggi vive e lavora a Milano.

Pietro Masturzo (Napoli,1980) è un fotografo documentarista italiano.
Il suo lavoro si concentra su tematiche socio-politiche, con un interesse particolare verso la resistenza degli uomini in situazioni di oppressione e di violazione dei diritti umani. Dopo la laurea in Relazioni Internazionali all’Università di Napoli si è dedicato unicamente alla Fotografia, lavorando principalmente in Myanmar, Repubblica Democratica del Congo, Ucraina, Egitto, Libia, Iran, Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, documentando storie umane in situazioni di conflitto, anche quando impegnato a coprire i principali eventi di news. Il suo lavoro ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, tra cui il prestigioso World Press Photo Picture of the Year, nel 2010, per il suo lavoro in Iran. Le sue fotografie sono apparse su numerosi giornali e riviste tra cui L’Espresso, Internazionale, La Stampa, Il Corriere della Sera, Io Donna, The New Yorker, The Financial Times, Le Monde, Stern, Geo, Marie Claire, Vanity Fair e molte altre.
Vive e lavora tra Milano e il Medio Oriente, collaborando regolarmente con pubblicazioni italiane e internazionali, associazioni, ONG ed esponendo i suoi lavori in numerosi festival e gallerie.

art@elfo è un progetto di Flavio Arensi e Ferdinando Bruni che nasce da una collaborazione di Meetmuseum e il Teatro dell’Elfo iniziata con la ridefinizione del logo del teatro disegnato da Mimmo Paladino, insieme all’immagine guida della stagione teatrale 2016-2017 e alla realizzazione delle videoguide per la mostra Restituzioni di Galleria d’Italia. L’iniziativa intende trasformare l’ambiente del sottopalco, una sorta di scatola nera, in un luogo espositivo temporaneo sottolineando ancora una volta come l’identità dell’Elfo sia di essere un «teatro d’arte contemporanea».