Pietro Privitera – WunderGram
Photo & Contemporary è lieta di annunciare la prima personale a Torino di Pietro Privitera intitolata “WunderGram. Lo sguardo condiviso”.
Comunicato stampa
Photo & Contemporary è lieta di annunciare la prima personale a Torino di PIETRO PRIVITERA intitolata “WunderGram. Lo sguardo condiviso", che si terrà da martedì 20 giugno al 16 settembre.
Il titolo della mostra è un neologismo coniato dall’artista fondendo due parole: Wunderkammer ed Instagram. La prima fa riferimento a quella “camera delle meraviglie” un tempo privilegio di nobili, eruditi e cardinali che vi collezionavano memorabilia naturali e artificiali atti a stupire e produrre conoscenza. Nella nostra civiltà queste “camere” sono sparite, ma grazie a Privitera sembrano rivivere, con le dovute differenze, sotto forma di “gallery" sul più importante social media dedicato alle immagini che è Instagram.
La mostra espone una selezione di circa 90 fotografie di piccolo formato tratte dagli oltre 900 scatti realizzati da Privitera attraverso i percorsi all'interno di un'esistenza quotidiana, la propria, colta nei suoi aspetti più poetici, astratti, formali e metafisici. Disposte in quadrerie che richiamano idealmente l’impaginazione grafica delle immagini su Instagram, le foto sono divise in serie di lavori: Magic Realism, Peoples and Places, Still Life and Live, Coincidences. Tutte realizzate con il proprio smartphone, elaborate con l’ausilio di appositi filtri modificati dallo stesso artista e successivamente postate sul Instagram, queste immagini costituiscono una vasta galleria che suscita stupore per come traduce un mondo di soggetti ordinari in altrettante visioni surreali, intense e simboliche, complice anche una paletta di colori innaturali, saturi e virati. L’essenza kitsch dei filtri “pop” di Instagram viene da Privitera citata e trasfigurata in qualità pittorica per giungere ad una visione rinnovata, che prende le mosse da un progetto fondato su considerazioni estetiche ben precise raccolte dall’artista in un suo pamphlet dal titolo “Polagram o Instaroid. Evoluzione dell’homo photographicus” (2016).
"Negli anni ’60 del secolo scorso - sostiene in esso Pietro Privitera - la Polaroid con la sua estetica pop scosse l'allora mondo della fotografia mostrando la lingua alla tradizione. Coinvolse la cultura delle arti visive ed ebbe implicazioni sociologiche e comportamentali. Il poter vedere nell’immediatezza il risultato, si sintonizzava sul tutto e subito sessantottesco e si contaminava del dibattito non esclusivamente psicanalitico sul concetto di desiderio, nel rapporto tra principio del piacere e principio di realtà".
“Con un processo di appropriazione ironico e critico, ma anche creativo e poetico - sostiene Valerio Tazzetti, direttore di Photo & Contemporary - Privitera utilizza Instagram in modo analitico per evidenziare l’attuale bulimia del nostro sguardo dominato dall’affermazione dei social media ed in cui la condivisione delle immagini auto-prodotte assume un valore comunicativo totalizzante. Instagram è il simbolo precipuo di questa realtà ed è lo strumento attualmente più usato ed efficace per la diffusione di questa nuova cultura”.
“Così facendo - sostiene il curatore Nicola Davide Angerame - l’autore milanese ha messo in luce uno degli aspetti più pervasivi e ridondanti del nostro vivere attuale ovvero quella mania di catturare e condividere immagini (oltre ai selfie) del mondo che ci circonda. Una mania che sta diventando ossessiva e che produce nuove dipendenze, ma che potrebbe essere interpretata anche come una reazione inconscia (quella di fermare l’attimo concreto e postarlo) al virtualizzarsi progressivo della realtà, sempre più digitalizzata in ogni suo aspetto”.
Affascinato e forse un po' spaventato da Instagram, Privitera affronta questo social media come elemento distintivo della cultura visiva dei nostri tempi e, rivolgendolo “contro se stesso”, crea un cortocircuito di sensi e relazioni, tra una fotografia istantanea e popolare e la necessità antropologica del fotografo che, nella sua tendenza alla classificazione, cerca di dare un ordine alla complessità del reale.
OPERE : 90 fotografie stampate in formato 21x21 cm su carta Hahnemühle Photo Rag 305 gr, con tecnica pigmented true black fine-art giclée.