Pietro Turati – Equilibrio
Mostra personale.
Comunicato stampa
Equilibrio e armonia nella dinamica visiva di Pietro Turati.
Sergio Gaddi
Equilibrio è la parola chiave di Pietro Turati, prima nella
vita, poi nell’arte. Ogni giorno l’artista avanza alla scoperta
di un nuovo punto di equilibrio, in coerente armonia tra
l’anima e il pennello. Seguo Pietro dal punto di vista
critico da diversi anni, ne riconosco l’intensità e seleziono
per le mostre le prove più convincenti.
Leggo con molta evidenza un percorso originale, vero
e soprattutto potente, perché il suo lavoro non è la
ripetizione di schemi figurativi collaudati, anche da se
stesso, ma la costruzione di un universo originale plasmato
secondo il suo modello. L’alchimia tra la composizione, i
cromatismi e l’intensità dell’espressione lascia stupefatti
ed esplode in questa nuova mostra milanese, dove il
giovanissimo artista approfondisce i suoi temi consueti
dell’alienazione, dell’enigma e dell’insolito, creando
immagini che sfidano la percezione ordinaria e invitano a
riflessioni profonde sulla realtà.
Pietro trasporta lo spettatore in uno spazio emotivo
condiviso, dove i confini tra l’individuo e l’opera sfumano,
sviluppa e rende disponibile un linguaggio complesso
che parla di vita, di emozioni, di indagine su se stesso e di
ricerca spirituale.
La sua tecnica, affinata giorno dopo giorno dalla guida
premurosa ma mai invasiva dell’artista comasco Germano
Bordoli, ci presenta lavori inediti e appassionanti con il
colore che diventa un veicolo per l’esplorazione della
psiche umana, con efficaci incursioni nell’isolamento,
nella gioia, nella sofferenza e nell’estasi.
Le armonie di figure spesso capovolte, prese di spalle, che
sembrano danzare in sottile equilibrio di territori di confine
tra la fedeltà al reale e l’immaginario dell’interpretazione, ci
sorprendono e presentano una combinazione di serenità
e inquietudine che spingono a interrogarsi sul significato
nascosto dietro scene apparentemente ordinarie.
Pietro incarna, infatti, la tensione del mondo in una
battaglia che è un vero e proprio corpo a corpo con la
natura, con le emozioni, con le esperienze interiori. Il suo
tratto, inoltre, ha una forte riconoscibilità e questo è un
elemento di indubbio valore che nasce da un’ intensità
emotiva di particolare qualità. È del tutto chiaro che dai
lavori emerge una particolare enfasi sulle sue esperienze
personali, sulle emozioni intime e sulle visioni private del
suo mondo, ma non possiamo dimenticare che la matrice
storica di questo approccio si collega all’espressionismo,
che ha celebrato la valenza emotiva e psicologica,
permettendo agli artisti di quel periodo di esplorare
temi come l’angoscia esistenziale, la solitudine e la gioia
attraverso tecniche pittoriche che riflettono stati d’animo
interiori piuttosto che le rappresentazioni fedeli della
realtà esterna.
Ma nel caso di Pietro un ruolo cruciale e privilegiato
spetta senza dubbio all’osservatore, che è invitato a
partecipare attivamente nell’interpretazione del quadro. È
un approccio di notevole valore che si allontana dall’idea
di un significato univoco e universale dell’arte, con
l’accento sulla fondamentale esperienza visiva e emotiva
di chi guarda, per sottolineare il significato appassionante
della relazione, in equilibrio, che nasce misteriosamente
tra l’opera e il suo pubblico.