Pina Inferrera – Accenti e parole tronche
Venere e Flora, natura vegetale e natura femminile. Sono le stelle polari all’insegna del quale si svolge il percorso di “Accenti e parole tronche. Il vernacolo di Pina Inferrera”, mostra a cura di Fortunato D’amico e Maria Flora Giubilei.
Comunicato stampa
Dopo l’inaugurazione, alle ore 18.00, Paolo Mighetto e Marco Minari, di AIAPP (Associazione di Architettura del Pesaggio, Sezione Piemonte-Valle d’Aosta) racconteranno in anteprima il progetto del Convegno Mondiale IFLA che si terrà a Torino nel 2016 e condurranno il pubblico in un "viaggio paesaggistico" con la conferenza dal titolo "Arte e paesaggio, un dialogo possibile". Il dialogo tra arte e paesaggio è da sempre ricco e fecondo e rappresenta oggi uno dei terreni di sperimentazione di nuove forme di linguaggio che possano poi essere applicate anche nelle trasformazioni urbane. Attraverso la proiezione di immagini e di un video, i due specialisti proporranno un itinerario tra le Landesgartenschau, le Bundesgartenschau tedesche e la manifestazione di Chaumont (Val de Loyre) in cui il tema arte e paesaggio è declinato, sia come riqualificazione urbana, sia come sperimentazione di linguaggio.
Quarta mostra della rassegna artistica Natura ConTemporanea, progettata per alcuni dei Musei di Nervi da Fortunato d’Amico e Maria Flora Giubilei e dedicata alle opere dell’artista Pina Inferrerra, siciliana di nascita e bergamasca di adozione, che, assecondando un racconto tra natura e vegetale e natura femminile, contamina con fotografie e installazioni gli spazi della Galleria d’Arte Moderna di Genova e delle Raccolte Frugone.
Paesaggi e soggetti femminili caratterizzano i contenuti del patrimonio artistico esposto in Galleria d’Arte Moderna e alle Raccolte Frugone.
Accanto al patrimonio museale, trova oggi momentaneo spazio il lavoro, a tratti drammatico e forte, di Pina Inferrera, artista donna e acuta interprete di questo difficile e contraddittorio tempo con le sue opere e le sue installazioni grondanti di luci e riflessi tra laghi e cieli di natura naturans in perenne sfida con l’uomo in latitudini diverse, tra Italia ed Europa.
Da oltre trent’anni la poetica di Pina Inferrera è salita sul ferry boat e ha attraversato il guado dello Stretto, portandosi dietro di sé le immagini e i linguaggi della sua terra. Patrimonio culturale che gli è servito per conoscere e confrontarsi con altri dialetti, concepiti da prospettive ambientali distinte dalla propria.
Naturalizzata bergamasca dopo gli studi compiuti presso l’Accademia di Brera, Pina Inferrera si è incamminata sulle green roads mitteleuropee, spaziando tra selve austriache per cercare di recuperare la Rerum Natura immaginata e confrontarla con l’imprinting dell’ iniziale visione mediterranea.
In questa dualità, costituita da energie, emozioni, forme, colori, profumi, è da leggere la drammaturgia degli scatti fotografici, che individuando con attenzione oggetti-soggetti, punti di vista, che si intrecciano per comporre il fondale della rappresentazione emozionale.
L’obiettivo di Inferrera va oltre e chiude inevitabilmente sulla donna e lei stessa diviene protagonista "violata" di molte installazioni retroilluminate con autoritratti immersi in grembi di vegetazione, chioma dentro chiome.
L’artista smaschera dunque, e senza possibilità d’appello, la condizione femminile e la cornice patinata in cui spesso viene confinata, dagli inflessibili dettami delle costrizioni di moda – riassunti nelle "lame" degli smaglianti triangoli di plexiglas turchese - alle violenze da sempre subite.