Pino Musi _08:08 – Operating Theatre
In mostra una selezione delle prese fotografiche effettuate da Pino Musi in tre sale operatorie del Sud Italia.
Comunicato stampa
Pino Musi
_08:08 Operating Theatre
a cura di Antonello Scotti
in collaborazione con la Galleria Tiziana Di Caro
Magazzini Fotografici
di Yvonne De Rosa
Via San Giovanni in Porta, 32 – Napoli
17 settembre | 20 novembre 2022
Opening 17 settembre h19:00 in presenza dell’autore
_08:08 Operating Theatre, a cura di Antonello Scotti, ospitata da Magazzini Fotografici dal 17 settembre al 20 novembre 2022, porta in mostra una selezione delle prese fotografiche effettuate da Pino Musi in tre sale operatorie del Sud Italia, esattamente cinque minuti dopo il termine dell’intervento chirurgico e l’uscita del paziente e del chirurgo, e dieci minuti prima del riordino della sala, da parte degli infermieri, per l’intervento successivo.
Le sale operatorie di _08:08 Operating Theatre diventano il campo di battaglia che Pino Musi, artista visivo di fama internazionale e docente, sceglie per un “corpo a corpo” simultaneo fra sé stesso e gli elementi presenti nello scenario perlustrato, a pochi istanti dal termine di delicate operazioni chirurgiche.
Immagini in bianco e nero che occultano, evitando sottolineature a effetto, la riconoscibilità evidente degli elementi di facile spettacolarità, creando, invece, un percorso che orienta il fruitore a indagare l’interno della macchina scenica, ad analizzarne le tracce residue.
È «un teatro senza attori, malati, medici e tecnici, presentato nella sua nudità, senza palpiti, ma con gli umori del post-factum resi attraverso i reperti, le scorie, i residui dell’azione, i relitti di un combattimento, di uno stato di emergenza che il bianco e nero disinnesca» suggerisce Pino Musi, «perché è il corpo il protagonista assoluto quanto paradossale di queste immagini, un corpo che è sul confine tra organico e inorganico, un corpo senza organi, come lo dichiara, con crudeltà senza redenzione, Antonin Artaud, in un testo, la Lettera a Pierre Loeb, che è diventato un manifesto dell’arte postumana. “Perché la grande menzogna - scrive Artaud - è stata quella di ridurre l’uomo a un organismo - ingestione, assimilazione, incubazione, espulsione - creando un ordine di funzioni latenti che sfuggono al controllo della volontà deliberatrice, la volontà che decide di sé ad ogni istante”».
Come spiega Antonello Scotti, curatore della mostra: «L’immagine è un recinto visivo dove il corpo è solo evocato, ma mai presentato-rappresentato. Recinto dove il tempo e lo spazio è recitato in forma pantomimica. Residui, fantasmi che aleggiano nel perimetro della camera, dove in un susseguirsi caotico, mettono in scena, in forma di strazio di un momento, chissà quanto lungo, un tempo di dolore, anestetizzato giusto la durata per risarcire con gesto, forse risolutore, lo squarcio inflitto per strappare il male, o per innestare protesi. Non ci sono segni indicanti una conclusione, felice o infelice, dell’operazione scientifica-sciamanica-divina; è solo intuibile uno spazio sospeso, dove sembra che tutto sia un simulacro vivo di un fatto ancora in atto».
Ad ospitare la mostra _08:08 Operating Theatre è Magazzini Fotografici, APS nata da un’idea della fotografa Yvonne De Rosa, che ha come finalità la divulgazione dell’arte della fotografia e la creazione di un dialogo a più voci che sia occasione di arricchimento culturale.
L’evento è realizzato in collaborazione con la Galleria Tiziana Di Caro.
Come sottolinea Yvonne De Rosa: «Sono felice di dare vita ad una nuova collaborazione con Tiziana Di Caro e la sua galleria, luogo di rilevanza culturale ed artistica, che va ad arricchire la sempre più fitta rete di cooperazione e partecipazione che Magazzini Fotografici si prefigge di tessere sul territorio. Questa collaborazione è nata anche grazie a Pino Musi, che segue le attività proposte dalla nostra APS, contribuendo con talks, presentazioni e questa volta con una importante mostra delle sue opere».
Note biografiche
Pino Musi è nato a Salerno nel 1958, vive a Parigi.
Nel tempo, il suo lavoro si è intersecato con molteplici aree di interesse, dall’antropologia all’architettura, dall’archeologia alla produzione industriale, dallo studio del paesaggio urbano fino alle implicazioni del rapporto fra immagini e sonorità musicali. Contraddistinta dall’insistente sperimentazione sulla forma, mai fine a sé stessa, ma parte di un percorso progettuale coerente, la ricerca di Pino Musi trova modalità di espressione privilegiata nella realizzazione di libri ed in particolare di libri d’artista, ricevendo importanti riconoscimenti internazionali. Opere originali dell'autore fanno parte di collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero, fra cui quelle della Fondazione Rolla in Svizzera, della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, della Fondazione Fotografia di Modena, della Fondazione MAST di Bologna, del FRAC (Fonds régional d’art contemporain) Bretagne.