Pintoricchio – La Pala dell’Assunta di San Gimignano e gli anni senesi

Informazioni Evento

Luogo
MUSEI CIVICI - PALAZZO COMUNALE
Piazza del Duomo , San Gimignano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

6 settembre - 31 ottobre: tutti i giorni 9:30 – 19:30
1 novembre – 6 gennaio: tutti i giorni 11:00 - 17:30
(25 dicembre chiuso; 1 gennaio: 12.30 -17.30)
Ultimo ingresso mezz’ora prima l’orario di chiusura della mostra

Vernissage
05/09/2014

ore 12 su invito

Biglietti

Ingresso alla Pinacoteca Civica, valido anche per la visita della mostra, del Palazzo Comunale, della Torre Grossa, del Museo Archeologico, della Spezieria di santa Fina e della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada”: € 7,50 Intero; € 6,50 ridotto

Patrocini

promossa dal Comune, dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle di val d’Elsa e Montalcino, la Fondazione Musei senesi e Siena Capitale Europea della Cultura 2019 - città candidata.

Editori
GIUNTI EDITORE
Artisti
Pintoricchio
Uffici stampa
OPERA LABORATORI FIORENTINI
Generi
arte antica

Come questa che ora si apre su Pintoricchio e quella che è in preparazione per il 2015 su Filippino Lippi e i suoi meravigliosi tondi, ogni mostra sarà costruita con prestiti importanti, anche se numericamente limitati per le esigenze dello spazio espositivo.

Comunicato stampa

Il prossimo 6 settembre apre al pubblico nella Pinacoteca civica di San Gimignano una mostra dedicata al pittore umbro Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio, promossa dal Comune, dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle di val d’Elsa e Montalcino, la Fondazione Musei senesi e Siena Capitale Europea della Cultura 2019 - città candidata.
Il comitato scientifico, che ha curato l’esposizione dal titolo Pintoricchio. La Pala dell'Assunta di San Gimignano e gli anni senesi, è costituito da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Mario Scalini, Soprintendente i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Siena e Grosseto e Claudia La Malfa, docente dell’Università telematica internazionale Uninettuno.
La mostra è organizzata da Opera, società del Gruppo Civita, che dal 1° gennaio 2014 gestisce per l’Amministrazione Comunale i servizi di accoglienza e valorizzazione dei Musei civici di San Gimignano.

Con questa iniziativa prende avvio un più ampio progetto che, con cadenza annuale, intende proporre un approfondimento critico e storico intorno ai capolavori e ai maestri presenti nelle collezioni civiche. Come questa che ora si apre su Pintoricchio e quella che è in preparazione per il 2015 su Filippino Lippi e i suoi meravigliosi tondi, ogni mostra sarà costruita con prestiti importanti, anche se numericamente limitati per le esigenze dello spazio espositivo, scelti per raccontare una vicenda artistica che ha lasciato una testimonianza di grande rilievo nel patrimonio storico e artistico di San Gimignano.

La mostra su Pintoricchio inaugura quindi una serie di esposizioni, fortemente volute dal sindaco Giacomo Bassi e dall’assessore alla cultura Carolina Taddei, il cui coordinamento è affidato a Valerio Bartoloni, dirigente del settore servizi alla cultura del Comune. Tutta l’Amministrazione intende in tal modo valorizzare e promuovere i Musei civici della città che ambisce ad affermarsi sempre più come polo di riferimento culturale, non solo nel panorama locale, ma anche internazionale, in vista della candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura 2019.

Come rileva Cristina Acidini nel catalogo della mostra, edito da Giunti Arte Mostre e Musei, «se fra le altre insigni opere d’arte rinascimentale il Museo Civico di San Gimignano può esporre l’ultima grande pala di Bernardino Betti detto il Pintoricchio, con la Madonna in gloria tra i santi Gregorio Magno e Benedetto (1510-1512), ciò dipende strettamente dalla convergenza per certi aspetti eccezionale dei percorsi di storie diverse – nella storia civile e nello sviluppo economico, così come nella religione e nella cultura secolare –, una convergenza che fece fiorire la stagione artistica rinascimentale in Firenze e in Siena, includendo in essa San Gimignano, che dalle due città era ed è geograficamente equidistante».

Don Andrea Bechi, responsabile dei Beni culturali per l’Arcidiocesi di Siena, Colle di val d’Elsa e Montalcino, ci offre una lettura del significato più profondo della pala dell’Assunta: «L’immagine dipinta da Pintoricchio trasmette un convinto invito al carisma monastico, quale possibilità di anticipare la condizione celeste già durante l’esistenza terrena. In effetti la Madonna, vera e propria Regina degli angeli, irrompe nel paesaggio e si staglia maestosa all’interno di una mandorla, assisa sulle nubi del cielo e circondata da creature angeliche, due delle quali addirittura si abbassano al ruolo di sgabello per i piedi della Vergine. La città, invece, con i suoi traffici, rimane lontana, sparisce sullo sfondo, oscurata dalla grande sagoma della Vergine in mandorla, e perde di qualsiasi interesse al cospetto della sua imponente e dolce persona».

La pala che raffigura ai lati della Madonna in gloria i santi Gregorio Magno e Benedetto, fu dipinta tra l’ottobre 1510 e il febbraio 1512 per il monastero olivetano di Santa Maria Assunta a Barbiano, a pochi chilometri da San Gimignano e rappresenta l’ultima opera documentata dell’artista che morì l’11 dicembre 1513 in Siena, ove è sepolto, nella chiesa di San Vincenzo in Camollia. L’ultima stagione di attività del pittore è documentata in mostra anche da altre opere provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Siena quali la Madonna col Bambino e san Giovannino, la Sacra Famiglia e san Giovannino e la Natività, quest’ultima attribuita alla sua bottega. Sarà inoltre in mostra la Madonna col Bambino e san Giovannino proveniente dal Museo Diocesano di Città di Castello, a rappresentare l’ambiente umbro nel quale Pintoricchio si era formato prima di recarsi a Roma e dove aveva continuato a operare prima di essere chiamato a Siena .