Pinuccio Sciola – Le colonne infinite
La Basilica di San Saturnino ospita l’opera/esposizione del Maestro Pinuccio Sciola: “Le colonne infinite. Omaggio a Gaudí”. L’istallazione, fortemente voluta da Sciola, consiste in un gruppo di circa 80 elementi verticali costruiti con vecchi ‘tubi Innocenti’: una piccola foresta metallica, moltiplicata dalla presenza di specchi deformanti, contraddistinta dalla linearità dei suoi componenti.
Comunicato stampa
La Basilica di San Saturnino ospita l’opera/esposizione del Maestro Pinuccio Sciola: “Le colonne infinite. Omaggio a Gaudí”. L’istallazione, fortemente voluta da Sciola, consiste in un gruppo di circa 80 elementi verticali costruiti con vecchi ‘tubi Innocenti’: una piccola foresta metallica, moltiplicata dalla presenza di specchi deformanti, contraddistinta dalla linearità dei suoi componenti. Le opere di Sciola, nate come “omaggio a Gaudí”, approdano nella più antica chiesa cagliaritana dove la Soprintendenza è orgogliosa di presentarle al pubblico in uno spazio non solo architettonico, non solo religioso ma emblematico per la sua stratificazione storica. Le nuove sculture architettoniche del Maestro Pinuccio Sciola, che si integrano perfettamente nel contesto sacrale e con la loro ascensionalità, arrivano a “toccare” l’intradosso della cupola. Linearità è anche semplicità, sintesi: i tubi che in passato servivano alla realizzazione delle architetture, in questo caso “diventano” essi stessi architettura, riducendola alla sua essenza più schietta, la struttura, il cui sviluppo si moltiplica in linee curve (specchi) e guglie di ferro che celebrano Antoni Gaudí e la sacralità della natura. La disposizione simmetrica delle guglie di ferro, solo apparentemente casuale, richiama l’austera composizione delle basiliche a pianta centrale con il concorrere degli elementi verso il fulcro della liturgia, al cui centro però, in questo caso, c’è una piccola pianta di olivo, simbolo della vita e della sacralità. In nome di questa sacralità si è voluto assolutamente conservare lo spazio liturgico dedicato alla funzione primaria del monumento, utilizzando la selva di guglie che accoglie il visitatore e il fedele come un preambolo al dialogo tra creatività e fede che trova la sua espressione concreta in questa occasione.