Pistoletto | Lucchesi | Fedeli
Tre artisti in dialogo con Rosso Fiorentino.
Comunicato stampa
Arte antica e arte contemporanea a confronto a Palazzo Minucci Solaini, a Volterra, che ospita la Pinacoteca dove è conservato il capolavoro di Rosso Fiorentino “Deposizione”. Ispirandosi alle opere conservate in Pinacoteca e in particolare proprio a quella che è considerata il caposaldo del manierismo, tre artisti contemporanei – Michelangelo Pistoletto, Gianni Lucchesi, Giada Fedeli - hanno progettato delle opere inedite per costruire un dialogo con Rosso Fiorentino e l’arte antica e rendere omaggio al pittore fuori dagli schemi.
Volterra dialoga con l’arte contemporanea – spiega Dario Danti, assessore alle Culture del Comune di Volterra - e fa dialogare artisti e generazioni di artisti. Un onore per la Pinacoteca civica di Volterra ospitare il maestro Michelangelo Pistoletto che realizzerà una sua opera site specific “Scala del Terzo Paradiso”, in dialogo con la “Deposizione” di Rosso Fiorentino, quadro oggetto di restauro in questi mesi, che continua ad essere per tanti attori, registi, danzatori, pittori e scultori, fonte di ispirazione creativa attraverso i secoli. La Pinacoteca di Volterra rappresenta sempre più un faro per l’arte contemporanea e si arricchisce di un altro dialogo: quello tra l’artista Giada Fedeli con le sue tele “Rosaforte” e il Maestro Pistoletto. E un’altra grande mostra apre le porte insieme all’opera di Pistoletto: “Fatal Error” di Gianni Lucchesi, uno degli artisti emergenti più qualificati del momento; anche le sue sorprendenti opere faranno vivere un virtuoso e inaspettato dialogo con la “Deposizione” del Rosso. Volterra continua il suo percorso innovativo e rivoluzionario: parlare al futuro dell’arte ricostruendo i nessi necessari con l’innovazione espressa nel corso del tempo. La contemporaneità del passato che dialoga con la contemporaneità del futuro.
“Scala del Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto è collocata nella sala “Deposizione” riproponendone la forza scenica e la tensione espressiva attraverso il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito composto da tre cerchi consecutivi, sospeso su una scala a pioli. La scala, strumento utilizzato nella Deposizione, diventa così protagonista del dualismo salire-scendere. Il simbolo del Terzo Paradiso illustra la formula della creazione, nata dall’arte, che in coerenza con lo sviluppo scientifico della conoscenza apporta nuovi significati ai simboli sacri. Alla tragedia umana, l’artista contrappone l’equilibrio, l’armonia e la pace. Il colore giallo si unisce al colore rosso dei tessuti per creare il colore arancio, che non esisterebbe senza l’unione dei due. L’arancio e il rosso presenti nella “Deposizione” di Rosso Fiorentino, divengono, nel “Terzo Paradiso”, abiti usati e vissuti che ci riportano all’idea di società. La corda assume senso di energia dinamica, in quanto strumento per elevare verso l’alto il simbolo della creazione.
“Fatal Error” di Gianni Lucchesi è un crash inaspettato che fa perdere l’equilibrio. Nella mostra dell’artista toscano, tra le luci e le ombre dei sotterranei della Pinacoteca, il visitatore avrà l’opportunità di guardarsi indietro e così anche di guardare avanti, di perdere l’equilibrio da tante prospettive diverse per riconoscere le proprie distorsioni quotidiane. Le opere, tutte destabilizzanti, sono espressione del rischio costante che l’uomo vive, tra continue connessioni e disconnessioni. “Paesaggio Volterrano”, in particolare, è la riproduzione in scala della “Deposizione”: una persona rivisitazione di Gianni Lucchesi del dipinto caratterizzato da una forte esplosione emotiva che vede la sottrazione formale e metaforica dei personaggi che compongono il dipinto originale. “La Sottrazione dei soggetti della Deposizione può provocare sensazioni diverse a seconda del tipo di fruitore – racconta Gianni Lucchesi – per gli osservatori abituati a guardare l’arte e che conoscono l’opera originale il crash è assicurato, l’assenza diventa stridente, disarmante e forse accompagnata da smarrimento”. La mostra è a cura di Carlo Alberto Arzelà, con i testi di Nicolas Ballario.
“Rosaforte”, nel chiostro della Pinacoteca, della pittrice pomarancina Giada Fedeli aka Grammaphi è un percorso ambivalente tra antico e contemporaneo, una rielaborazione odierna della sacralità vista con occhi nuovi. La mostra parte all’omaggio alla “Venere degli stracci” di Pistoletto. “Un’esplosione di Rosaforte – spiega Giada Fedeli – farà da sfondo a una serie di giochi ed ironie. Le vesti cadono, la pelle si illumina, gli occhi si perdono chissà dove e i bambini giocano. Tutti gli attori per un attimo perdono la posa, e chi invece di recitare proprio se ne infischia, stira e pulisce oggetti e stracci”.