Pit Piccinelli – Le Americhe. Una contagiosa empatia
Questa alla Galleria Milano è la mostra più ampia e completa dedicata a Piccinelli dopo tanti anni: oltre a raccogliere disegni, oggetti (maschere, amuleti, attrezzi…), ceramiche e mappe, essa ha il fine di mettere una prima pietra nell’operazione di restauro e sistemazione del ricco Archivio conservato nella Casa Museo di Ottiglio.
Comunicato stampa
La Galleria Milano è lieta di presentare una mostra personale di Pit Piccinelli (1917-2002), «incisore e pittore di formazione, ma quasi in fuga dalla sua stessa arte come dalla sua civiltà di provenienza, […] capace di seguire fino ai confini del mondo una vocazione che non è né religiosa né scientifica, bensì profondamente umana» (Giorgio Zanchetti nel catalogo della mostra). La sua indagine, polivalente e multidisciplinare tra ricerca antropologica, linguistica, storica e artistica, mette infatti sempre al centro l’uomo.
Questa alla Galleria Milano è la mostra più ampia e completa dedicata a Piccinelli dopo tanti anni: oltre a raccogliere disegni, oggetti (maschere, amuleti, attrezzi…), ceramiche e mappe, essa ha il fine di mettere una prima pietra nell’operazione di restauro e sistemazione del ricco Archivio conservato nella Casa Museo di Ottiglio.
Pietro (detto Pit) Piccinelli nasce nel 1917 a Torino, dove studia disegno e incisione. Attivo nell’impegno antifascista, durante la guerra svolge funzioni di collegamento tra i gruppi partigiani. Nel 1942 la sua prima mostra, a Pescara. All’esperienza pittorica unisce l’attività di giornalista, stampando anche un giornale antifascista, “La voce di Spartaco”.
Il richiamo dell’Ecole de Paris lo porta in Francia dove, tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, conosce diverse personalità tra cui Chagall e Cocteau; con Prévert e Picasso, in particolare, stringe una durevole e solida amicizia. Nel 1968 è barricadero a Parigi.
Appassionato della cultura degli Indiani d’America, già alla fine degli anni Quaranta stabilisce i primi contatti con gli Indios Jivaros in Ecuador. Qui si sente libero, come egli stesso ha raccontato: «questa gente ha capito che ero lì per imparare e non per insegnare». Da allora la sua ricerca sul campo non si ferma più, visitando e studiando diverse popolazioni indigene tra Centro e Sud America.
All’ inizio degli anni Settanta lascia Torino per trasferirsi definitivamente in Monferrato nella casa di Ottiglio, che diventerà il campo base per le future spedizioni nelle Americhe e la sede del suo archivio, che ancora oggi raccoglie opere d'arte, volumi, quaderni, album fotografici, manufatti indios e documenti di valore inestimabile. In quel periodo (1973) partecipa all’elezione del capo governatore degli Huicholes in Messico. In seguito, con la nuova compagna, la milanese Bona Tolotti, condividerà nuovi viaggi e avventure: in particolare, tra il 1979 e il 1980 il lungo percorso in Perù, Bolivia ed Ecuador, che darà luogo alla produzione di molte mostre sia in territorio nazionale che estero. Tra quelle più importanti, nel 1996/97 Hommes et Forets d’Amazonie all’ Università di Nanterre – Paris X di Parigi.
Dal 1996 al 2002, nonostante la sopravvenuta lunga malattia, prosegue nella sua casa di Ottiglio la sua insaziabile attività di antropologo unita al rinnovato esercizio di un linguaggio pittorico più essenziale e incisivo, che connota i suoi ultimi lavori, prevalentemente pastelli e carboncino su carta. La memoria, d'altronde, è una delle imprescindibili chiavi di lettura della sua opera: «ciò che colpisce è la presenza di una volontà di documentazione e al tempo stesso di partecipazione emotiva a quegli incontri di luoghi e di persone, di atmosfere vissute e immaginate» (Antonio Marazzi nel catalogo della mostra). Ed è questo il potere dell’arte di Piccinelli: attraverso il suo stile personale e riconoscibilissimo, è in grado di portarci in viaggio con sé.
Per l’occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo, edito da Ti.ple.co, con testi critici di Antonio Marazzi e Giorgio Zanchetti, per una duplice lettura: antropologica e storico-artistica.
Pit Piccinelli ha avuto numerose mostre in Italia e all’estero. Tra gli anni Sessanta e Settanta: a Torino, Losanna, Nizza, Düsseldorf, Parigi, Teheran, Biarritz, Milano, Cagliari, Aix en Provence, Alessandria. Tra gli anni Settanta e Novanta: alla Galleria Misrachi (Città del Messico), alla Escuela Nacional de Artes Plasticas (Oaxaca), Istituto Italiano di Cultura (Città del Messico), a La Paz e a Cochabamba. Oltre alle molte mostre in Piemonte e in Lombardia, tra il 1996 e il 1997 si tiene all’Università di Nanterre – Paris X di Parigi una grande esposizione di disegni, pitture e mappe. Nel 2017, in occasione del centenario della nascita ha luogo un’ampia retrospettiva al Castello di Casale Monferrato.