Poesia visiva VS Fluxus
La Fondazione Berardelli dedica il nuovo appuntamento espositivo a due movimenti che fortemente hanno segnato la scena artistica degli anni Sessanta e Settanta e che continuano a influenzare il nostro presente. La mostra, a cura di Melania Gazzotti con la collaborazione di Maddalena Carnaghi, vuole rendere omaggio al cinquantesimo anniversario appena trascorso di Fluxus e a quello della Poesia visiva italiana che si celebra quest’anno.
Comunicato stampa
La Fondazione Berardelli dedica il nuovo appuntamento espositivo a due movimenti che fortemente hanno segnato la scena artistica degli anni Sessanta e Settanta e che continuano a influenzare il nostro presente. La mostra, a cura di Melania Gazzotti con la collaborazione di Maddalena Carnaghi, vuole rendere omaggio al cinquantesimo anniversario appena trascorso di Fluxus e a quello della Poesia visiva italiana che si celebra quest'anno.
L'esposizione rappresenta inoltre un'occasione per il pubblico di conoscere una parte inedita della collezione della Fondazione che offre, non solo testimonianza delle ricerche verbo-visuali, ma anche dei più significativi movimenti d'avanguardia degli anni Sessanta e Settanta. Il nucleo di opere raccolte riguardanti Fluxus, visti i punti di tangenza con le sperimentazioni tra parola e immagine, è tra i più rilevanti.
Nel corso dell'inaugurazione sarà presentato il cofanetto di cartoline “50 anni Fluxus 1962-2012” del fotografo Fabrizio Garghetti edito dalla Fondazione Mudima di Milano.
In omaggio a Fluxus sono esposte opere di: Eric Andersen, Joseph Beuys, George Brecht, Giuseppe Chiari, Jean Dupuy, Milan Knizak, George Maciunas, Gianni Emilio Simonetti, Daniel Spoerri, Endre Tot e Ben Vautier. Una sezione della mostra presenta testimonianze fotografiche, più di 40 scatti originali, che ritraggono gli artisti appartenenti all'avanguardia internazionale nel corso di performance e happening. Si è deciso inoltre di dedicare due sale a due tra i più significativi esponenti italiani di Fluxus: Gianni Emilio Simonetti, di cui si espongono dipinti, oggetti, assemblage e serigrafie, e Giuseppe Chiari, musicista fiorentino, che ha contribuito con le sue ricerche sul suono, il rumore, le partiture e la scrittura anche alla nascita della Poesia visiva.
Per il movimento italiano vengono proposti collage di: Vincenzo Accame, Luciano Caruso, Nanni Balestrini, Ugo Carrega, Giovanni Fontana, Gianni Bertini, Emilio Isgrò, Lucia Marcucci, Stelio Maria Martini, Eugenio Miccini, Anna Oberto, Luciano Ori, Michele Perfetti, Lamberto Pignotti, Sarenco, Luigi Tola e William Xerra, insieme a una selezione di documenti – manifesti, inviti, volantini, fotografie – e pubblicazioni dell'epoca.
POESIA VISIVA
La poesia visiva si propone con ostinata evidenza la problematica delle teorie della comunicazione e dell'informazione.[...] La poesia visiva è guerriglia: e, in quanto tale, si serve non solo della parola e dell'immagine ma anche della luce, del gesto, insomma di tutti gli stumenti “visibili” del comunicare e deve necessariamente tendere a trasformare i propri mezzi […] in quelli delle comunicazioni di massa fino ad impadronirsene per trasformare “con” essi la società stessa.
Eugenio Miccini
Nei primissimi anni Sessanta numerosi artisti si interessano contemporaneamente alle potenzialità espressive della parola, accompagnata dall'immagine, dando vita a quel movimento artistico che verrà poi denominato Poesia visiva. A Firenze, nel 1963, dall'incontro tra Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, nasce il Gruppo 70, al quale successivamente prenderanno parte anche Lucia Marcucci, Ketty La Rocca, Luciano Ori, seguiti da Giuseppe Chiari, Emilio Isgrò, Michele Perfetti e Sarenco. I poeti visivi si rendono conto che sia la letteratura sia l'arte stavano utilizzando un linguaggio eccessivamente lontano da quello comune e decidono così per colmare questa distanza, di creare un moderno volgare, il cui lessico proviene dall'ambito della comunicazione di massa, cioè dai quotidiani, dai rotocalchi, dalla pubblicità e dai fumetti. Il fine è duplice: raggiungere un pubblico sempre più vasto, grazie all'alto grado di decifrabilità e allo stesso tempo esorcizzare il potere dei mass-media. La tecnica che risulta più congeniale per raggiungere questo risultato è il collage che permette, tramite il riutilizzo di testi e immagini provenienti dal mondo dell'informazione, un impatto immediato e forte.
FLUXUS
Fluxus is an attitude rather than a product.
Ben Vautier
Fluxus has made an art of nothing and vice versa.
Larry Miller Fluxus makes absolutely no sense.
Eric Andersen
Il movimento nasce da un'idea dell'artista George Maciunas, americano di origini lituane, e vi aderiscono esponenti della ricerca musicale, poetica e visuale internazionale tra i quali Ken Friedman, Ben Patterson, Nam June Paik, Wolf Vostell, Joseph Beuys, Charlotte Moorman e Benjamin Vautier. In Italia vi prendono parte, tra gli altri, Giuseppe Chiari, Sylvano Bussotti e Gianni Emilio Simonetti. La parola "Fluxus" compare stampata per la prima volta sugli inviti di tre conferenze musicali intitolate Musica Antiqua et Nova e organizzate nel 1961 da Maciunas. Nel 1962 Maciunas promuove un Fluxus festival presso lo Städtische Museum di Wiesbaden (Germania); le tappe successive dell'evento segnano la rapida diffusione del movimento in Europa e poi in Giappone. Fluxus rivendica l'intrinseca artisticità dei gesti più comuni ed elementari e promuove lo sconfinamento dell'atto creativo nel flusso della vita quotidiana, in nome di un'arte totale che comunica attraverso la musica, la danza, la poesia, il teatro e la performance. L'arte si fa azione e si compiono i primi happening, in cui si esalta l'improvvisazione del gesto artistico e il fruitore diviene compartecipe dell'atto artistico.