Poetic Boom Boom
Le Gallerie delle Prigioni presentano la terza mostra realizzata dalla loro apertura: Poetic Boom Boom, che si inserisce nel percorso di ricerca e nel lavoro di interpretazione del progetto Imago Mundi.
Comunicato stampa
Le Gallerie delle Prigioni presentano la terza mostra realizzata dalla loro apertura: Poetic Boom Boom, che si inserisce nel percorso di ricerca e nel lavoro di interpretazione del progetto Imago Mundi (www.imagomundiart.com).
La mostra racconta la poesia visiva ed è strettamente legata alla collezione Imago Mundi Visual Poetry in Europe composta da 210 lavori. È una collezione unica, ed è la prima a essere strutturata non solo come parte di una mappatura geografica dell’arte, ma anche come focus su un tema, e nello specifico su un movimento storico: la poesia visiva, un ibrido di arte e comunicazione.
Forma d’arte rivoluzionaria che ha iniziato a svilupparsi negli anni Cinquanta come parte del movimento europeo della neoavanguardia, la poesia visiva supera infatti la dimensione orale per acquisire una dimensione iconica. La parola viene trasformata in soggetto dell’opera d’arte e la poesia diventa di conseguenza sia leggibile che visibile. Appropriandosi dei linguaggi della pubblicità e della comunicazione, il lavoro dei poeti visivi critica la cultura di massa e porta alla luce questioni sociali e politiche.
Poetic Boom Boom sottolinea la natura intermediale del movimento e rilegge un’ampia serie di espressioni artistiche creando un contesto fatto di nuove narrazioni. Tra i diversi interventi troviamo assemblage, giustapposizione di testo e immagini, disegni e scritti tipografici vari e diversi. La mostra presenta una selezione di 44 opere realizzate tra gli anni Sessanta e i giorni nostri con tecniche come stampa, fotografia, scultura, installazioni, video e performance.
All’ingresso delle Gallerie delle Prigioni il portale di Sarenco con il messaggio simbolico La poesia rende liberi (2002) accoglie i visitatori; seguono i lavori di Eugenio Miccini, Paul De Vree, Julien Blaine, Jean-François Bory, Alain Arias-Misson e Franco Verdi, tutti membri del movimento dei Logomotives.
Si fa spesso uso delle macchine per scrivere, non solo come oggetti d’arte, ma anche per creare texture visive. Pierre Garnier (Untitled, 1964) e Raffaella della Olga (T10, 2018) hanno sviluppato un loro personale linguaggio visivo che si colloca tra scrittura tipografica e graphic design. Altri importanti esponenti della poesia visiva come Ugo Carrega e Giovanni Fontana sono presenti in mostra con una serie di collage legati all’immaginario massmediatico, mentre il lavoro metaforico di Irma Blank e Mirtha Demirsache e quello ironico di Karl Holmqvist chiudono questa panoramica.
La mostra include infine riviste come la prima serie di Lotta Poetica (1971- 1975), strumento di espressione internazionale del movimento, libri d’artista
e interviste. Il documentario Poesia in carne e ossa, realizzato appositamente in occasione di questa mostra, ci fa ascoltare le voci di Julien Blaine, Giovanni Fontana e Sarenco che raccontano il loro rapporto con la poesia visiva, il potere liberatorio dell’arte, gli sconfinamenti nella poesia sonora e nella performance. Al secondo piano delle Gallerie delle Prigioni è allestito uno spazio dedicato alla consultazione di libri e altre pubblicazioni artistiche. La mostra sarà a ancata da eventi collaterali tra cui proiezioni, talk, progetti educativi e visite guidate.
In un’epoca dominata dal digitale, Poetic Boom Boom invita a seguire il percorso sovversivo della poesia visiva che, nelle parole di Sarenco, è “anarchica e rivoluzionaria”.