Politiche della Memoria # 4 – Trinh T. Minh-ha
NABA è lieta di presentare, per la prima volta al pubblico italiano, Trinh T. Minh-ha, la grande filmmaker indipendente di origine vietnamita, scrittrice e compositrice, teorica femminista e di studi postcoloniali, docente di Women’s Studies and Film alla University of California di Berkeley.
Comunicato stampa
Martedì 29 maggio ore 18:00
Aula Spazio Elastico - Edificio Amaranto
NABA – Nuova Accademia di Belle Arti Milano presenta:
Politiche della Memoria # 4
incontro con Trinh T. Minh-ha
The Politics of Form and Forces
Immagine in linea 1
Martedì 29 maggio 2012 alle ore 18:00 NABA è lieta di presentare, per la prima volta al pubblico italiano, Trinh T. Minh-ha, la grande filmmaker indipendente di origine vietnamita, scrittrice e compositrice, teorica femminista e di studi postcoloniali, docente di Women's Studies and Film alla University of California di Berkeley. Pluripremiata ad autorevoli e prestigiosi Festival cinematografici di tutto il mondo – tra cui il Sundance Film Festival, Locarno, Londra, Berlino, Toronto, Vienna, etc. – ha partecipato a numerose esposizioni in istituzioni artistiche internazionali, tra cui Documenta 11, la Biennale del Whitney e La Triennale 2012 di Parigi attualmente in corso.
Trinh T. Minh-ha, protagonista del quarto ed ultimo appuntamento del ciclo Politiche della Memoria #4, a cura di Marco Scotini, racconterà la sua produzione teorica e artistica in una lecture intitolata “The Politics of Form and Forces” insieme allo screening di alcuni dei suoi film e lavori documentari, in particolare Shoot for the Contents, seguito da una discussione sulla politica e l’estetica del documentario, e le relative problematiche di traduzione, intervista e commento visivo e sonoro.
“I rapporti di potere si pongono al centro delle rappresentazioni normative dominanti. In sintonia con la potenza di ogni evento della vita, secondo Trinh T. Minh-ha, la forma viene raggiunta soltanto per affrontare l’informe. La realtà nella sua dimensione sociale e storica non è un materiale per la riflessione artistica o per l’impegno politico, ma è ciò che più attrae potentemente il cinema, che tuttavia non può catturare, senza dissolversi nella sua fragile essenza, quando l’approccio documentario non ha la necessaria sottigliezza e vulnerabilità”.
Shoot for the Contents, di Trinh T. Minh-ha, co-prodotto con Jean-Paul Bourdier, 1991, 101 minuti.
Shoot for the Contents, il cui titolo allude sia al significato di un antico gioco cinese che agli elementi creativi della pratica del filmmaking, è una sorta di esplorazione nel labirinto di storie e nomi allegorici, registri linguistici e narrazioni della Cina contemporanea. E a partire dal celebre slogan di Mao sulla politica dei Cento fiori: “che cento fiori sboccino, che cento scuole gareggino, soltanto col metodo della discussione e del ragionamento si possono sviluppare le idee giuste”, che Trinh T. Minh-ha riflette sulle questioni del potere e del cambiamento legato alle trasformazioni politico-culturali e la loro ricaduta sugli eventi drammatici di Piazza Tiennamen. Shoot for the Contents è un’indagine sul processo combinatorio della produzione cinematografica, in una straordinaria e intricata stratificazione stilistica, tra la musica classica e le canzoni popolari cinesi, i detti di Mao e Confucio, le voci delle donne e le parole di artisti, filosofi e altri cultural workers. Le immagini seguono segni calligrafici tradizionali in contrasto con numerosi inserimenti di film footage della Cina rurale, frammenti di dialoghi e interviste, che si dispiegano attraverso “ardite omissioni e rappresentazioni istantanee” per rendere “il reale nella sua illusione e l'illusione nella sua realtà”, attraverso il colore, il ritmo e il cambiamento delle relazioni tra lo sguardo e il mondo, in un meditativo documentario che reinterpreta i cambiamenti politici nella cultura cinese contemporanea.
Trinh T. Minh-ha, nata nel 1952 ad Hanoi (Vietnam), vive e lavora a Berkeley (USA). Filmmaker indipendente, scrittrice e compositrice è anche autrice di molti libri teorici tra cui l’ultimo è Elsewhere, Within Here: Immigration, Refugeeism and the Boundary Event (2010). Con l’aver posto le differenze culturali al centro del suo lavoro creativo, Trinh T. Minh-ha è una delle voci principali del discorso post-coloniale e post-femminista degli anni ’80 e ’90. L’innesto di molte culture in un singolo corpo è il motivo ricorrente della condizione ibrida dell’autrice, che ha fatto esperienza dell’eterogeneità della sua personale formazione culturale, in quanto donna vietnamita combinando uno stile di vita americano (è emigrata nel 1970 per compiere i suoi studi) con la rivoluzione cinese e questa con la colonizzazione francese e l’insegnamento della musica in Senegal alla fine degli anni ’70. Ritraendo i soggetti dei suoi film simultaneamente da diverse posizioni ed angoli, Trinh T.Minh-ha sperimenta vari modi di vedere e di osservare, con l’evidenziare sempre la presenza della camera. Ha fatto film per oltre venti anni e probabilmente il suo film più noto è il primo, Reassemblage, del 1982, girato in Senegal dopo tre anni di ricerca nel campo etnografico. Dopo aver fatto il giro del mondo i suoi lavori sono stati presentati alle Biennali del Whitney Museum (1987 e 1993), a documenta 11 in Kassel (2002) e Kyoto Biennale (2003). Partecipa a La Triennale 2012 di Parigi attualmente in corso.
Si conclude così con il 29 maggio l’ultimo appuntamento del quarto ciclo di Politiche della memoria, rivolto in quest’ultima edizione, in particolare alla condizione postcoloniale: la questione israelo-palestinese (Eric Baudelaire), la storia coloniale olandese-indonesiana (Wendelien van Oldenborgh), l’eredità coloniale africana in Camerun (Jean-Marie Teno) e il retaggio etnografico in una delle voci principali del post-colonialismo e post-femminismo come la vietnamita Trinh T. Minh-ha.
Il ciclo di Politiche della memoria #4 è promosso da NABA con l’obiettivo di interrogare il rapporto tra immagine, storia e memoria. L’iniziativa, curata da Marco Scotini, ha già ospitato in passato Lisl Ponger, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Gintaras Makarevicius, Eyal Sivan, Hito Steyerl, Ursula Biemann, Angela Melitopoulos, Deimantas Narkevičius, Florian Schneider, Clemens von Wedemeyer e John Akomfrah.