Pompeo Batoni – Prometeo e Atalanta
Tornano finalmente a Lucca, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che le ha recentemente acquistate proprio con lo scopo di restituirle al territorio, due importanti opere profondamente legate alla storia e alla cultura della città, le due tele raffiguranti Prometeo e Atalanta del lucchese Pompeo Girolamo Batoni, uno dei più famosi pittori del Settecento.
Comunicato stampa
…come che il primo allude al nascere della vita, così questo altro vorrei che alludesse alla morte ma non con idea oribile e spaventosa…
Pompeo Batoni
Tornano finalmente a Lucca, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che le ha recentemente acquistate proprio con lo scopo di restituirle al territorio, due importanti opere profondamente legate alla storia e alla cultura della città, le due tele raffiguranti Prometeo e Atalanta del lucchese Pompeo Girolamo Batoni, uno dei più famosi pittori del Settecento. I dipinti saranno esposti gratuitamente al pubblico nella mostra “Prometeo e Atalanta. Pompeo Batoni torna a Lucca”, che si terrà dal 18 giugno al 2 ottobre 2022 nella Chiesa di San Franceschetto.
Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo e Atalanta piange Meleagro morente sono i soggetti dei due dipinti, concepiti fin dall’inizio in pendant e desunti dall’artista dalle Metamorfosi di Ovidio. Essi costituiscono una testimonianza importante della passione per i temi mitologici di Pompeo Batoni (Lucca, 1708 – Roma, 1787), per lo più conosciuto come ritrattista, oltre che prove notevoli della sua prima maturità, quando era diviso tra gli studi condotti a Roma e le committenze della sua città natale, cui rimase sempre profondamente legato.
Non appena acquisite, la Fondazione mette immediatamente in mostra queste due tele, limpide e brillanti, per condividere, come sempre, la bellezza della propria collezione con tutta la comunità.
‘Batoni torna a Lucca’ poiché i dipinti furono infatti realizzati per un eminente cittadino del territorio lucchese, il marchese Lodovico Sardini, tra il 1740 e il 1743. Una fitta corrispondenza tra il mecenate e l’artista, ancora oggi esistente, racconta la loro lunga fase esecutiva. Ereditate poi da Elisa Sardini, le opere furono possedute per discendenza dai conti Minutoli-Tegrimi, fino ad arrivare, a partire dal 2002, sul mercato antiquario, rischiando quindi finire per sempre lontano da Lucca. E provvidenziale è stato in tal senso l’acquisto da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Nella tela Minerva infonde l’anima alla figura umana modellata in creta da Prometeo Pompeo Batoni affronta il tema della genesi della vita attraverso un soggetto mai trattato in pittura, come lui stesso ricorda orgogliosamente, e lo interpreta a partire dall’iconografia classica di un gruppo di sarcofagi di epoca romana raffiguranti il mito di Prometeo. Nell’opera il titano Prometeo, l’amico dell’uomo, eroe generoso e nobile, siede di fronte alla statua in creta che sta modellando: un esempio della bellezza ideale giovanile probabilmente ispirata ad una statua antica molto celebre all’epoca, l’Antinoo del Belvedere. Minerva invece, in piedi di fianco a lui, è rappresentata con una farfalla, simbolo dell’anima che viene infusa nella figura.
Anche Atlanta piange Meleagro morente, che invece raffigura il dramma della morte, contiene un riferimento all’iconografia classica da subito riconoscibile: il celebre Sarcofago di Meleagro che nel Settecento apparteneva alla collezione Borghese e che oggi è conservato al Louvre. Rispetto al modello antico, l'artista traduce il dramma in un’atmosfera più serena, eliminando il particolare delle Moire assetate di vendetta e le figure devastate dal dolore intorno al letto di morte di Meleagro, che conferiscono alla rappresentazione sul sarcofago un’intensità e un pathos che chiaramente l’artista intende mitigare nel quadro, proponendo una versione più consona alla propria cifra stilistica.
Bellezza, appartenenza e identità sono gli elementi che da sempre ispirano le scelte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca nella costituzione di una raccolta d’arte che è sì privata, ma riunita per conservare un corpus di opere in grado di rappresentare attraverso i secoli le vicende artistiche, e non solo, della comunità e del suo territorio. Proprio nello spirito di condivisione, che è connaturato alla nascita della raccolta.
La mostra è corredata da un catalogo edito da Pacini Fazzi Editore, a cura di Liliana Barroero.