Pop my bling bling
Con pop my bling bling il mondo dell’arte si tinge di rosa, emanando charme e ambiguità che uniscono le emozioni e i desideri proiettati da artisti, curatori e galleristi.
Comunicato stampa
Con pop my bling bling il mondo dell’arte si tinge di rosa, emanando charme e ambiguità che uniscono le emozioni e i desideri proiettati da artisti, curatori e galleristi. Un ambiente levigato e glitter che nasce all’intersezione tra mostra e pop-up store, in cui ogni opera è parte di un dialogo più ampio attorno al sistema dell’arte contemporanea. In un confronto aperto con i concetti e le estetiche dell’effimero, la mostra si propone di evocare il senso di illusione e disillusione di quando la bolla scoppia.Nel corso del ventesimo secolo, gli artisti e le loro esistenze si sono resi fondamentali per la creazione di valore in una new economy dove l’arte, sempre più permeata dal quotidiano, si è rivelata una “forma pietrificata della vita economica”, come afferma lo storico d’arte Michael Baxandall. Un’autonomia dell’arte condizionale alla realtà periferica, che tralascia tuttavia una libertà residua. In un flusso convoluto che scorre dal prodotto al processo, dal materiale all’immateriale, dal vendibile al non vendibile, pop my bling bling celebra una nuova forma di convivenza nata dall’eterno matrimonio e divorzio tra arte e mercato, capace di svelare altri orizzonti possibili all’interno di questa cornice conflittuale. Attraverso live, performance e screening – interventi come proiezione ulteriore di sé – gli artisti si confronteranno con le dinamiche del sistema dell’arte contemporanea, speculando anche il complesso paradosso del self-marketing, con un tono che oscilla tra il critico e l’irriverente.
With pop my bling bling the art world turns pink, radiating charm and ambiguities that unite the emotions and desires projected by artists, curators and gallerists. In a polished and glitter environment, arising at the crossroads of exhibition and pop-‐up store, the artists raise reflections within the wider debate on the contemporary art system. In an open confrontation with the concepts and aesthetics of the ephemera, the exhibition is set to evoke the sense of illusion and disillusion of when the bubble bursts. During the twentieth century, artists and their lives have become essential for value creation in a new economy where art, increasingly permeated by the daily, revealed to be a “petrified form of economic life”, as the art historian Michael Baxandall put it. An autonomy of art conditional to the external reality, which nonetheless leaves out a residual freedom, capable of uncovering new possible horizons. In a convoluted flow from product to process, immaterial to material, marketable to non-‐marketable, pop my bling bling celebrates a new form of coexistence born out of the eternal marriage and divorce between art and the market. Through live performances and screenings-‐ interventions as ultimate projections of the self-‐ the artists speculate on the dynamics of the art market, even the complex paradox of self-‐marketing, in a tone that oscillates between the critical and irreverent.