Pop Realismi e Politica
Curata da Paulo Herkenhoff e Rodrigo Alonso, la mostra presenta e analizza la produzione artistica in Brasile e in Argentina negli anni Sessanta, evidenziando la creatività e l’originalità degli artisti e le sfide che essi hanno dovuto affrontare in una decade caratterizzata da profondi cambiamenti sociali.
Comunicato stampa
Dall’8 marzo al 26 maggio 2013 la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è
lieta di ospitare POP, REALISMI E POLITICA. Brasile – Argentina, anni Sessanta.
Curata da Paulo Herkenhoff e Rodrigo Alonso, la mostra presenta e analizza la produzione artistica in Brasile e in Argentina negli anni Sessanta, evidenziando la creatività e l’originalità degli artisti e le sfide che essi hanno dovuto affrontare in una decade caratterizzata da profondi cambiamenti sociali. La GAMeC è la terza delle quattro sedi della mostra, che è stata ospitata – con progetti espositivi ad hoc per ciascuna istituzione - dalla Fundación PROA di Buenos Aires e dal Museu Oscar Niemeyer di Curitiba nel 2012 e che sarà allestita nei prossimi mesi presso il MAM - Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro, a conclusione dell’itinerario espositivo. Il titolo racchiude in sé un riferimento ai movimenti artistici cui si ispirano le opere in mostra e ai temi in essa trattati, primi tra tutti la Pop Art nordamericana e inglese e il Nouveau Réalisme, ma anche il Situazionismo, il movimento argentino Otra Figuración e i movimenti brasiliani Nova Objetividade e Tropicália. La mostra riunisce un ricco insieme di lavori in dialogo, basati sulla condivisione del loro momento storico; opere eterogenee che presentano numerose affinità, a cominciare dai soggetti trattati: consumismo di massa, pubblicità, design, moda e, non da ultimo, la resistenza politica. Un’arte vitale, energica e anticonformista, specchio di due nazioni che presentavano gravi problemi sociali quali povertà, condizioni di vita precarie, lotte di potere, pressioni militari e migrazioni interne. Opere che hanno spesso causato polemiche e scandali e che hanno abbattuto le convenzioni senza preoccuparsi delle forme, con lo scopo di non lasciare indifferente lo spettatore. In mostra, le icone dell’Arte Pop statunitense trovano una risposta nella visione personale del movimento proposta dagli artisti sudamericani, nata dal bisogno di agire e sperimentare dalla prospettiva dei loro specifici contesti di appartenenza, liberandosi dalle pressioni di una disciplina e dalle esigenze di un mercato. In quegli anni, gli artisti capiscono che la libertà di espressione e il coinvolgimento dei mass media sono fondamentali per garantire lo sviluppo della cultura e della loro arte. A differenza dei loro colleghi statunitensi, però, gli artisti sudamericani abbracciano una vera e propria arte dei mezzi di comunicazione che opera direttamente dal loro interno, mettendoli in discussione e trasgredendoli. Happening, sfilate, interventi urbani: l'arte partecipata abbandona gli spazi istituzionali per prendere posto all’interno della vita quotidiana e gli artisti divengono protagonisti di una vera e propria rivoluzione nel campo della moda, del comportamento e dell’interazione sociale. Una sfida che comporta numerosi rischi, nel contesto di una dittatura militare che mantiene un controllo costante sulla diffusione delle informazioni e sui mezzi di comunicazione. Non va infatti dimenticato che negli anni Sessanta il Sud America è stato teatro di scontri ideologici, movimenti sociali, terrorismo di Stato e lotta armata. Le opere in mostra alla GAMeC offrono uno spaccato singolare di questa ‘arte di contraddizioni’: il percorso espositivo accoglie, infatti, video, dipinti, installazioni, disegni, fotografie e documenti provenienti da musei internazionali e da collezioni private; circa 140 opere di importanti artisti brasiliani e argentini che hanno messo in discussione le strutture esistenti e abbracciato impegni politici, creando immagini che si sono dimostrate fondamentali per l’arte del XX secolo. In mostra, tra gli altri, lavori di Antonio Berni, Delia Cancela, Raymundo Colares, Eduardo Costa, Jorge de la Vega, Antonio Dias, Rubens Gerchman, Edgardo Giménez, Carmela Gross, Roberto Jacoby, Anna Maria Maiolino, Marta Minujín, Cildo Meireles, Pablo Menicucci, Luis Felipe Noé, Hélio Oiticica, Lygia Pape, Evandro Teixeira, Claudio Tozzi. Il catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale, è la versione italiana del volume pubblicato in occasione dell’esposizione alla Fundación PROA di Buenos Aires e include testi di Paulo Herkenhoff, Rodrigo Alonso e Gonzalo Aguilar accanto a testi storici di Lawrence Alloway, Waldemar Cordeiro, Léon Ferrari, Roberto Jacoby, Oscar Masotta, Cildo Meireles, Luis Felipe Noé, Hélio Oiticica, Pierre Restany e Jorge Romero Brest.