Porto Franco
A Palermo un libro e una mostra sui 101 artisti «sdoganati» da Sgarbi alla Biennale Internazionale d’Arte.
Comunicato stampa
Il critico d'arte: «Applicato il criterio che ha una lunga tradizione nei «Salons des Refusés» in Francia. Ho preso visione di migliaia di proposte, ben sapendo che altrettante e più non si rivelano o hanno altri, diversi canali. Prendiamo atto di questa realtà, come una costellazione in un firmamento in continua espansione»
PALERMO - Il critico d'arte Vittorio Sgarbi il prossimo mercoledì 2 luglio sarà a Palermo per presentare «Porto Franco. Gli artisti sdoganati da Sgarbi» (EA Editore, pagine 448 a colori, distribuzione culturale), un corposo volume che raccoglie le opere (con relativo corredo critico) degli artisti scelti dal critico tra i circa 1000 che hanno partecipato all'edizione 2013 della Biennale Internazionale d'Arte di Palermo (nel gennaio 2015 ci sarà la seconda edizione).
La presentazione è in programma mercoledì 2 luglio alle 18,00 a Villa Castelnuovo (viale del Fante, 66 - Palermo) alla presenza, oltre a Vittorio Sgarbi, del Capo di Gabinetto dell'assessore ai Beni culturali e dell'Identità siciliana della Regione Siciliana, Antonino Grasso, dell'editore Sandro Serradifalco, del Consulente editoriale Serena Carlino, del Consulente artistico Francesco Russo e di Marcello Tricoli.
Oltre al volume s'inaugura anche la mostra degli artisti recensiti da Sgarbi, che resterà aperta fino al 5 luglio e sarà visitabile dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00, con ingresso gratuito.
«La varietà e la quantità di esperienze, l'ansia di ricercare e sperimentare, la convinzione di avere individuato linguaggi nuovi - osserva Sgarbi nell'introduzione al volume - hanno moltiplicato fino al parossismo le esperienze e le proposte artistiche. Il critico è stretto tra l'onestà di registrare ciò che appare e si manifesta, e l'impossibilità di conoscere le infinite variazioni della creatività contemporanea...
...La creatività appare sempre più spontanea e incontrollabile... che nessuno ha titolo per stabilire. Dunque, tra ambizioni, necessità di mercato, spirito di provocazione, la quantità di conoscenze e il processo critico s'intrecciano con un ampio margine di discrezionalità e di arbitrarietà.
Io, più di altri critici in Italia, mi sono spinto ad applicare un metodo che in Francia ha una lunga tradizione nei Salons des Refusés, nei quali fu possibile riconoscere, in tempi meno difficili e meno «affollati», artisti come Manet e Gauguin. Così ho pensato di aprire la Biennale di Venezia a molti più artisti di quelli che corrispondevano a un mio gusto o a un mio pregiudizio. E ora, a margine di esperienze come la Biennale di Palermo e la Biennale della Creatività... ho preso visione di migliaia di proposte, ben sapendo che altrettante e più non si rivelano o hanno altri, diversi canali.
Intanto, dunque, prendiamo atto di questa realtà, come una costellazione in un firmamento in continua espansione»
l’Ufficio Stampa
Nino Ippolito