Potere e Liturgia
La mostra, curata da Giacomo Lanzilotta, intende far luce sull’importante patrimonio di arte argentaria conservato nelle chiese della Terra di Bari e databile ai secoli XVII e XVIII.
Comunicato stampa
Dopo il successo dell’esposizione “Paolo Finoglio e il suo seguito. Pittori a Conversano nei decenni centrali del Seicento”, la Cooperativa Armida di Conversano presenta una nuova importante mostra intitolata: “Potere e Liturgia. Argenti dell’età barocca in Terra di Bari” che sarà ospitata sui due piani della Pinacoteca Comunale “Paolo Finoglio” nel Castello Aragonese di Conversano dal 6 aprile al 30 giugno 2014. La mostra, curata da Giacomo Lanzilotta, intende far luce sull’importante patrimonio di arte argentaria con- servato nelle chiese della Terra di Bari e databile ai secoli XVII e XVIII. La storiografia sinora occupatasi di arte decorativa in Puglia ha privilegiato i secoli del Medioevo e del Rinascimento, tuttavia, gli studi sinora condotti sul periodo tradizionalmente indicato come “età barocca”, hanno messo in luce casi e opere di asso- luto rilievo. I processi di visualizzazione del potere e l’uso delle immagini a fini “persuasivi” promossi dalla chiesa della Controriforma, condussero in questo lembo d’Italia, fatto di città vivaci e mercantili ma anche di piccoli centri agricoli interni, ad un capillare interesse verso gli oggetti liturgici e le opere di arte plastica d’argento, in significativo parallelo con quanto s’andava manifestando in seno alle altre arti. A tal fine sono state raccolte più di quaranta opere provenienti dalle chiese di Acquaviva delle Fonti, Con- versano, Monopoli, Castellana Grotte, Polignano a Mare, Bari, Bitonto, Bisceglie, Corato, Molfetta, Gravina di Puglia, Altamura, Ruvo di Puglia, Terlizzi e dai Musei diocesani di Monopoli, Bitonto, Mol- fetta e Gravina. Un rilievo speciale verrà dedicato ai casi di Gravina, Conversano, e Bisceglie. In queste città è possibile, in- fatti, riscontrare la presenza di particolari condizioni mecenatistiche: ovvero di una dinastia di feudatari (è il caso degli Orsini di Gravina) o di una ricca comunità monastica che intreccia le proprie vicende con quelle del patriziato locale (è il caso del monastero di S. Benedetto a Conversano) o, infine, di vescovi raffinati e particolarmente attenti alle arti visive (è il caso del Vescovo Sarnelli a Bisceglie) che commissionarono lus- suosi oggetti liturgici e statue. La mostra si articolerà in quattro sezioni, tra di loro complementari, dipinti, sculture d’argento, parati e oggetti liturgici, documenti e costituirà, nelle nostre intenzioni, il risultato finale di un’indagine sul territo- rio volto alla scoperta di un patrimonio ancora poco esplorato e misconosciuto, ancorché ricchissimo di og- getti di rara qualità e di grande interesse sul piano storico ed estetico. Oggetti d’arte ma anche strumentali, perché funzionali alla liturgia trionfalistica tipica dell’età della Contro- riforma: statue da processione, busti-reliquiario, ostensori, calici eucaristici. Il percorso espositivo proporrà inoltre una scelta accurata di coeve testimonianze pittoriche provenienti da alcuni centri del territorio preso in esame raffiguranti momenti ed episodi della rappresentazione della liturgia, proponendo un confronto tra i pezzi esposti e le correlate raffigurazioni dipinte. Questa sezione prevede, inoltre, lo studio delle relazioni iconografiche tra i santi patroni e co-patroni effigiati nella statuaria d’argento e le coeve raffigurazioni pitto- riche, al fine di poter comprendere meglio il fitto intreccio di pratiche devozionali e modelli iconografici. La quarta sezione ospiterà alcune testimonianze archivistiche provenienti da alcuni dei maggiori archivi della regione (Archivio di Stato di Bari, Archivio Diocesano di Trani, Archivio di Stato di Trani, Archivio Dioce- sano di Gravina di Puglia, Archivio Diocesano di Conversano, Archivio diocesano di Bisceglie…). In essa verranno esposti alcuni dei principali documenti d’archivio, inediti o già rintracciati, riguardanti le commis- sioni di oggetti d’arte argentaria o le cerimonie in cui essi erano coinvolti. Punto di forza riguardante le indagini scientifiche sul territorio che hanno costituito il lavoro di preparazione alla mostra stessa, è, all’interno del catalogo edito da Mario Adda, un Repertorio degli argenti barocchi in Terra di Bari: una scelta antologia di oltre cinquecento opere, gran parte delle quali inedite. Uno strumento non solo inteso a riportare agli atti le ricerche condotte sulle opere inserite nel percorso espositivo, ma, in senso più ampio, pensato per la divulgazione della conoscenza degli oggetti d’arte applicata nell’ambito della Terra di Bari dei secoli XVII e XVIII: un patrimonio ancora poco studiato e passibile di notevoli scoperte sia sul piano delle opere ancora inedite - collocate spesso in luoghi poco accessibili come le sacrestie delle chie- se, i ‘tesori’ dei monasteri e via dicendo - sia sul piano del rapporto tra opere d’arte e storia delle istituzioni. Il comitato scientifico di assoluto prestigio accademico nel panorama nazionale ed internazionale è costitui- to da Francesco Abbate, Daria Catello, Nicola Cleopazzo, Rosaria Colaleo, Marco Collareta, Francesco Di Palo, Letizia Gaeta, Gérard Labrot, Giacomo Lanzilotta, Dora Liscia Bemporad, Francesco Liuzzi, Francesco Lofano, Benedetta Montevecchi, Maria Pia Pettinau Vescina, Regina Poso e Renato Ruoto- lo. La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e gode dei patrocini del Pontificio Consiglio della Cultura, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Tu- rismo, della Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, dell’Università del Salento, della Provincia di Bari, della Città di Conver- sano, della Città di Bitonto, della Città di Polignano a Mare, dell’Arcidiocesi Bari-Bitonto, della Dioce- si Conversano-Monopoli, dell’Arcidiocesi Trani-Bisceglie-Barletta, della Diocesi Altamura-Gravina- Acquaviva, della Diocesi di Andria, della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo Terlizzi, del Centro Ri- cerche di Soria e Arte di Bitonto e del Centro Studi “Giovanni Previtali”.