Premio Il Segno 2012

Informazioni Evento

Luogo
ZAMENHOF
Via Ludovico Lazzaro Zamenhof 11, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Atelier Chagall: dal mercoledì al sabato dalle 15 alle 19, la domenica dalle 11 alle 19.
Galleria Zamenhof: dal mercoledì alla domenica dalle 15 alle 19.
Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero.

Vernissage
19/01/2013

ore 18.30

Biglietti

ingresso libero

Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostre dei vincitori delle varie sezioni del “Premio Il Segno 2012” all’Atelier Chagall e alla Galleria Zamenhof.

Comunicato stampa

Sabato 19 gennaio doppia inaugurazione all’Atelier Chagall e alla Galleria Zamenhof.

Alle h 16.30 si inaugura all’Atelier Chagall, Alzaia Naviglio Grande 4, Milano, la mostra dei vincitori ex equo del Premio Marc Chagall - Il Segno 2012: Daniele Duò e Giorgio Cecchinato.
Alle 18.30 alla Galleria Zamenhof, via Zamenhof 11, Milano, si inaugurano le mostre del vincitore del Premio Emilio Vedova - Il Segno 2012: Albano Paolinelli, del Premio Jean Michel Basquiat - Il Segno 2012: Luca Gobbetti e delle vincitrici ex equo del Premio Man Ray - Il Segno 2012: Pina Chiarandà e Marie-Aimée Tirole.
Nel corso dell’inaugurazione ci sarà la consegna delle targhe a tutti i vincitori: oltre agli artisti in mostra, Federica Varotto vincitrice del Premio Pablo Picasso, Attinia vincitrice del Premio Lucio Fontana e tutti gli artisti segnalati.

Quest’anno la sede del Premio Il Segno giunto alla quarta edizione , è stato Palazzo Zenobio a Venezia e la mostra delle opere finaliste si è svolta alla fine di ottobre. La giuria era composta da: Riccardo Licata (presidente onorario) – artista di fama internazionale; Marco Agostinelli – artista e direttore artistico di Palazzo Zenobio (Venezia); Michele Govoni – giornalista e critico de “La Nuova Ferrara”; Izabella Lubiniecka – curatrice e autrice di pubblicazioni sull’arte contemporanea per l’editore parigino Harmattan; Massimo Nicotra - Artista e curatore, direttore artistico del Festval Ar(T)cevia dalla sua fondazione al 2011; Virgilio Patarini - Artista, critico e curatore, direttore della Galleria Zamenhof, autore di cataloghi dell’Ed. Giorgio Mondadori; Valentina Carrera - Artista e curatrice, direttrice dell’Atelier Chagall di Milano; Barbara Vincenzi – curatrice.

Le mostre si apriranno mercoledì 16 gennaio e saranno visitabili fino al 27 gennaio.

Queste le quattro mostre inaugurate:

Loving look, sguardi di passione e compassione.
Mostra personale di Daniele Duò e Giorgio Cecchinato vincitori ex equo del Premio Marc Chagall
A cura di Paola Gatti e Virgilio Patarini

Daniele Duò è un giovane artista che dipinge e disegna con maestria passando dal segno pittorico al segno grafico con naturalità e leggerezza. I suoi soggetti sono i timori che si mostrano perfettamente negli sguardi, nei tratti tesi e austeri da lui rappresentati e che vengono immediatamente suscitati in chi l’opera la guarda.
Intimoriscono i suoi cieli cupi, i suoi netti bianchi e neri, ma anche tutte quelle sfumature che l’autore sapientemente utilizza per creare atmosfere oniriche ma non sognanti. Ciò che vediamo nelle sue tele si avvicina spesso agli incubi e alle paure che accomunano soggetti e fruitori. Tuttavia qua e là incontrano volti dalle espressioni in bilico tra l’angoscia e l’ironia,fino ad arrivare, nella produzione più recente, a soggetti dagli sguardi meno enigmatici, meno ansiosi e talvolta sereni.
In queste tele dai paesaggi a metà fra il fiabesco e il surrealista, dopo esserci fermati e soffermati ad ammirare la pittura di Duò con i suoi volti ritagliati e il realismo dei suoi corpi, ci sorprendiamo nel trovare oggetti comuni che si trasformano in arma, grandi insetti che riempiono lo spazio e il pensiero, piccoli teschi a foggia di fiorellino o mosche al naso che si trasformano nei baffi di Dalì.
Paola Gatti

Giorgio Cecchinato è un poliedrico artista milanese vincitore ex equo del premio Marc Chagall con un’opera su tela. L’artista, che ha ricevuto diversi riconoscimenti in rassegne di satira a livello internazionale grazie ai suoi pungenti lavori grafici, presenta in questa mostra una serie di sculture che, come le sue stampe, hanno tratti che le collocano fra il reperto fossile e la radiografia.
Nei lavori in mostra utilizza materiali quali il polistirolo, il fil di ferro, il tessuto e la carta, materiali malleabili e leggeri che trasformano le sue figure in apparizioni. Ci sono sibille, angeli e profeti, tutti lì, agganciati alla parete; ci sono le “memorie della prima sete”, dove il fil di ferro o la plastica, con le loro linee disegnate nello spazio, creano non solo la figura ma anche la fonte del suo desiderio.
I colori del metallo predominano nelle sue opere quasi totalmente monocrome, dove tutto è alla portata dell’occhio dell’osservatore: l’involucro, la scatola umana, così come la struttura interna e il contenuto. Tutto è teso verso un qualcosa che ci cattura, ci incuriosisce e ci rende inevitabilmente partecipi di un’inquietante emozione.
Paola Gatti

Frammenti di città immaginarie
Mostra personale di Albano Paolinelli vincitore del Premio Emilio Vedova
A cura di Rossana Nuzzo e Virgilio Patarini

La rappresentazione del paesaggio urbano è da tempo uno dei soggetti privilegiati degli artisti. Così come nell’era contemporanea, il concetto di territorio è divenuto il termine di riferimento con cui misurare la trasformazione dell’identità di un luogo tentando di indagare sulle mutazioni di esso. Questa pratica è ben espressa dallo sguardo proiettato sulla città caotica e odierna, dall’artista Albano Paolinelli. Il suo lavoro restituisce una riflessione sul mondo, estrapolando dal contesto globale piccoli frammenti di realtà.
Una pittura immaginaria è quella di Paolinelli.
Partendo dagli stimoli della città egli stratifica, graffia e cancella l’immagine, analogamente alla realtà i cui connotati architettonici sono cancellati dalla pubblicità e dai media. In questo contesto, l’arte offre uno spiraglio e agisce come frattura o sospensione su ciò che è, e potrebbe essere, mediante le sperimentazioni e le interpretazioni che mette in atto.
Rossana Nuzzo

Vibrazioni primordiali
Mostra personale di Luca Gobbetti vincitore del Premio Jean Michel Basquiat
A cura di Rossana Nuzzo e Virgilio Patarini

Cosa c’è di più tangibile e al tempo stesso astratto in elementi quali la terra, l’aria, l’acqua, il fuoco; e negli stadi primordiali quali l’istinto, l’attesa e i sentimenti? Nulla.
In questa sfida e gioco di ossimori, sembra spingersi la ricerca artistica di Luca Gobbeti. Una pittura che esula da qualsiasi forma oggettivante, e si concretizza invece, nell’idea, nel concepimento spirituale assegnato ai titoli delle sue opere.
La forza significante dell’opera si struttura attraverso lo scandaglio dei “veli” cromatici che la costituiscono, e in un dialogo concluso che si instaura tra ritmo cromatico, composizione, titolo e lettura del fruitore. Il cerchio si chiude e ciò che resta è l’esperienza emotiva frutto della tangibilità dell’ espressione materica dell’opera.
Rossana Nuzzo

Le finestre dell’anima
Mostra fotografica personale di Pina Chiarandà e Anne-Marie Aimée
vincitrici ex-equo del premio Man Ray
A cura di Valentina Carrera

Le città, le linee dei palazzi che svettano in acuti verticali, le fughe che
si allontanano disegnando sinfonie di varie architetture,
i singoli palazzi che come solisti dalla voce magica regalano l'emozione del
pensiero di un architetto.
Una visita a questa serie di fotografie di Pina Chiarandà è l'ascolto di una
musica che per una volta bisogna affrontare con occhi - ben - aperti.
Alessandro Baito

Gli scatti di Marie-Aimée Tirole rendono il corpo nudo della donna, sinuoso e
morbido, in tutta la sua carica di sensualità.
Visto come se gli occhi dello spettatore fossero socchiusi o come se i suoi
sensi fossero inebriati da un'eccitazione che fa perdere
i contorni della realtà per entrare nel senso più intimo di un dialogo
amoroso.
Visti come se gli occhi della spettatrice fossero socchiusi o come se i suoi
sensi fossero inebriati dall'estasi che le fa riconoscere sé stessa
in tutte le donne, nei loro corpi, nella loro gioia di donarsi semplicemente
all'altro.
L'amore che evidentemente soggiace in queste fotografie però arriva a valicare
i confini della carne per inneggiare a quella meravigliosa dote
del femminile che è quella di essere semplicemente Vita, vita che dona prende,
ci esalta ci umilia, ci rende tutti uguali nell'infinito gioco delle
generazioni.
Alessandro Baito