Premio Termoli 2013 – PlusUltra
Guardare l’ultra rappresenta, nella storia di una metafora individuale e collettiva, del tendersi e del ritrovarsi, un modo di guardare in un grande specchio, a volte calmo e piatto a volte adirato e spigoloso, come lo è ogni umore umano che in esso si riflette.
Comunicato stampa
Il confronto dell’arte con la luce assume un carattere del tutto speciale, in quanto entrambe sono imprescindibili nel creare una spettacolarità che altro non è, se non il trionfo dei colori e delle forme, che nella trasparenza e nella chiarezza trovano la loro vitalità e la loro essenza.
Proprio nell’orizzonte avviene un incontro che dal punto di vista della profondità, rappresenta il limite necessario perché le forme possano nascere e non perdersi in un infinito buio e tetro, che è tutto il contrario di quanto noi immaginiamo, l’essere delle lontananze spropositate. Come nel limite sta quel quid per recuperare la bellezza che viene sottratta alla voracità del sublime che sembra volere inghiottire le stesse radici di questa nostra età post moderna in cui tutto è grande e tende a divenire sempre più grande, ma per specularità il piccolo tende a diventare sempre più piccolo, invisibile, quasi impercettibile.
Guardare l’ultra rappresenta, nella storia di una metafora individuale e collettiva, del tendersi e del ritrovarsi, un modo di guardare in un grande specchio, a volte calmo e piatto a volte adirato e spigoloso, come lo è ogni umore umano che in esso si riflette. Si tratta del grande agguato teso al nostro narcisismo, ma ad esso non possiamo né vogliamo sottrarci, forse perché ci ricorda la nostra origine liquida ancestrale, proprio come il nostro presente futuro.
Posto tra prendibile e imprendibile, dunque come limite, come confusione dell’azzurro con il blu, dell’acqua con l’aria, ma anche come antico e nuovo schermo mediatico in cui proiettiamo noi stessi, travestiti da altri, come se nel mischiamento delle identità potesse avvenire, con più forza e con più freschezza, un inno alla gioia, tra la forza irresistibile del mito, tutto sirene e nettuni e il solcare inesorabile delle grandi arche, nel cui cuore batte un cuore di diesel, dall’alito acre del petrolio.
ARTISTI:
Maurizio Mochetti,Claudio Abate, Nora Lux, Dino Pedriali, Marco Tirelli,Matteo Basilè,Vasco Bendini,Carlo Bertocci,Giancarlino Beneditti Corcos,Bruno Ceccobelli,Franco Politano,Teresa Coratella,Tommaso Cascella,Thorsten Kirchhoff, Luca Pace, Giuseppe Modica, Antonio Taschini,Gianfranco Notargiacomo,Felice Levini,Baldo Diodato, Alessandro Bazan, Andrea Lanzafame, Giacomo Rizzo, Cesare Galluzzo Marsiglia, Michele Welke, Claudio Bianchi, Paolo Baratella, Fabrizio Plessi,Mark Kostabi, Giovanni Iudice, Piero Guccione, Mimmo Germanà, Giovanni Frangi, Santolo De Luca, Vincenzo Marsiglia.
Achille Pace / Anteprima di 20 grandi opere della grande antologica che si terrà il prossimo anno