Prima delle ceramiche: i gessi dell’archivio Lenci

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DELLA CERAMICA - PALAZZO FAUZONE DI GERMAGNANO
Vicolo A Piazza , Mondovì, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal 3 dicembre 2017 al 4 febbraio 2018. Venerdì e sabato dalle 15 alle 18; domenica dalle 10 alle 18

Vernissage
02/12/2017

ore 17

Biglietti

ingresso libero

Curatori
Andreina D’Agliano, Christiana Fissore
Generi
arti decorative e industriali

In mostra oltre 40 gessi Lenci scelti dalle curatrici Andreina D’Agliano e Christiana Fissore tra i 1122 pezzi della collezione Vaccarino-Listro.

Comunicato stampa

Il Museo della Ceramica di Mondovì accoglie, dal 3 dicembre e fino al 4 febbraio, oltre 40 gessi Lenci scelti dalle curatrici Andreina D’Agliano e Christiana Fissore tra i 1122 pezzi della collezione Vaccarino-Listro.
I gessi preparatori per le ceramiche Lenci sono in realtà essi stessi opere d’arte e questa esposizione, resa possibile grazie alla generosità dei collezionisti, offre la preziosa occasione di cogliere lo stile “Lenci” che riuscì a esprimere lo spirito del tempo, il gusto moderno e le tendenze dell’arte contemporanea, ma anche la moda e l’immaginario dei primi decenni del Novecento.
Tra il 1928 e il 1937 infatti la manifattura Lenci coinvolse artisti come Mario Sturani, Felice Tosalli, Giovanni e Ines Grande, Sandro Vacchetti, Claudia Formica, Abele Jacopi, Nillo Beltrami, Giulio Da Milano mettendo a loro disposizione le possibilità espressive della ceramica. I gessi, esposti senza l’accostamento dell‘opera ceramica policroma, richiamano non solo i diversi processi esecutivi che portarono alla loro creazione bensì acquistano una loro valenza scultorea indipendente.
Coniugando cultura imprenditoriale, raffinate tecniche produttive e altissimo valore artistico la Manifattura Lenci ha prodotto capolavori dell'arte decorativa italiana e rappresenta un momento rilevante dell’arte, dell’industria e della cultura piemontese fra le due guerre.
La produzione artistica Lenci, testimone del ricco tessuto artistico torinese di quegli anni, era eterogenea per stile e temi e l’esposizione riflette questa varietà affiancando i divertenti bambini e le conturbanti figure femminili di Sandro Vacchetti alle favole stilizzate di Mario Sturani, i realistici animali di Felice Tosalli agli idilliaci contadini di Giovanni Grande, le tornite figure di Gigi Chessa alle le signorine alla moda di Elena Scavini.
Se nelle ceramiche Lenci si fondono echi futuristi, art déco e cubisti, arti decorative, pittura e scultura, ispirazioni mitteleuropee e un non so che di tipicamente torinese, i gessi preparatori, nei quali si conservano anche idee mai realizzate, rappresentano anche un vero e prezioso archivio di fabbrica.
A quindici anni dalla definitiva chiusura della Lenci, l’esposizione ospitata nelle prestigiose sale di Palazzo Fauzone di Germagnano, sede del Museo della Ceramica di Mondovì, intende anche sottolineare l’importanza di questa raccolta, preservata dalla dispersione grazie all’impegno dei due collezionisti, ma per la quale è ora necessario quello delle istituzioni affinché questo patrimonio, giunto a noi nella sua quasi totale integrità, possa essere tutelato, valorizzato e messo a disposizione degli studenti, degli artisti, dei creativi e del pubblico.
Il Museo della Ceramica di Mondovì, nato dalla collaborazione tra il Comune di Mondovì e la fondazione Museo della Ceramica "Vecchia Mondovì" col sostegno del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Piemonte, della Compagnia di San Paolo, delle Fondazioni della Cassa di Risparmio di Cuneo e della Cassa di Risparmio di Torino, si fa dunque promotore di questa meritoria operazione per assicurare alla raccolta dei gessi Lenci una sede stabile possibilmente all’interno del Museo della Ceramica, andando ad arricchire le collezioni di un’istituzione che raccoglie e racconta due secoli di storia artigianale e artistica, industriale e culturale e che grazie all‘Unità Operativa aperta all’interno del Museo, in collaborazione con l’Accademia Albertina e sostenuta dalla Compagnia di San Paolo, permette agli studenti di accostarsi ed elaborare opere di alto significato artistico.