Progetto<1 settima edizione – Alessandra Spranzi
Prendere in prestito, riutilizzare, dare nuova vita alle immagini abbandonate:
è questo il lavoro di Alessandra Spranzi (Milano, 1962) che, attraverso
il processo di appropriazione, ci fa riflettere sul loro potenziale, anche quando è consumato o addormentato.
Comunicato stampa
Prendere in prestito, riutilizzare, dare nuova vita alle immagini abbandonate:
è questo il lavoro di Alessandra Spranzi (Milano, 1962) che, attraverso
il processo di appropriazione, ci fa riflettere sul loro potenziale, anche quando è consumato o addormentato.
Tutto allora sembra un po’ diverso, vicino ma anche lontano, rassicurante
e inquietante, riconoscibile e insieme irriconoscibile.
“A volte mi fermo su alcune immagini, che mi trattengono e non mi lasciano. Spesso sono immagini semplici, enciclopediche, trasparenti, create per spiegare o descrivere quello di cui si parla.
Ma c’è qualcosa che resiste, una specie di opacità, che non si lascia esaurire
o attraversare dalla comprensione.
Le rifotografo, le stampo in camera oscura, le riguardo.
Cerco un modo per vederle, come da un’altra parte.”