Prospettiva #1 Lubumbashi, Snaps in a City
Una mostra commissionata e prodotta da CEF – Centre d’Eveil de la Femme (Lubumbashi), con Centre d’Art et de Recherche Picha (Lubumbashi). A cura di Lucrezia Cippitelli con Kunstverein (Milano).
Comunicato stampa
Prospettiva #1 Lubumbashi, Snaps in a City
Una mostra commissionata e prodotta da CEF - Centre d'Eveil de la Femme (Lubumbashi), con Centre d’Art et de Recherche Picha (Lubumbashi)
A cura di Lucrezia Cippitelli con Kunstverein (Milano)
@ The Art Book Shop Project di Kunstverein Milano & careof
Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4, 20154 Milano
Inaugurazione: 12 Dicembre 2018, ore 18.30
13 Dicembre 2018 – 6 Gennaio 2019
(13.12 - 21.12.2018: Martedì – Sabato: 11.00-19.00)
(22.12 - 06.01.2019: su appuntamento)
Artisti:
Sammy Baloji, Dominique Bwalya, John Kankonde, Jean Katambayi, Nelson Makengo, Douglas Masamuna, Rita Mukebo, Mukunday & Tétshim, Séraphine Mbeya Nawej, Kiat Wa Ndand, Francesco Nchikala, Alain Nsenga, Isaac Sahani, Georges Senga, Daddy Tshikaya
Public Program:
12 Dicembre 2018
18:30: The Roots, Audiovisual Performance
Francesco Nchickala con Rita Mukebo e Douglas Masamuna 19 :00 : Introduzione alla mostra con: Sammy Baloji, Denise Bison, Francesco Nchikaya, Edoardo Quaretta, Silvia Riva, Georges Senga, Rosa Spaliviero
17 Dicembre 2018
18:00: Talk: Europa&Africa-tra storia e cultura
Cécile Kashetu Kyenge, Europarlamentare: L’impegno dell’UE nella promozione della cultura
Faissal Choroma, Medico e attivista: Verità e cenni storici
A seguire: The Roots, Audiovisual Performance
Francesco Nchickala con Rita Mukebo e Douglas Masamuna
Lubumbashi, Snaps in a City è il primo capitolo di Prospettiva, un progetto centrato sulle relazioni tra Europa ed Africa avviato dal CEF, organizzazione no-profit congolese, di base a Lubumbashi, che sostiene lo sviluppo attraverso cultura, educazione ed arte ed il rafforzamento di gruppi sociali fragili - tra cui le donne.
La mostra esplora Lubumbashi, la capitale del Katanga, provincia sud-orientale della Repubblica Democratica del Congo, seconda metropoli del paese dopo Kinshasa. La ricchezza mineraria del Katanga comprende il rame (la ragione per la quale il Belgio si insediò nell’area), l’uranio (nel 1939/40 sono le miniere katanghesi di Shinkolobwe che hanno rifornito gli Stati Uniti - attraverso la belga Union Minière du Haut Katanga - l’uranio necessario alla costruzione la bomba atomca), fino al Litio, usato nella produzione delle batterie dei nostri gadget elettronici. Rifondata come Elisabethville dopo l’occupazione belga di un villaggio congolese, la città si configura come capitale mineraria, hub economico nazionale ed internazionale delle aziende dell’estrazione e crocevia di migrazioni regionali e transatlantiche.
Città profondamente internazionale, è anche l’incarnazione urbana della colonialità. Il progetto urbanistico belga ha infatti realizzato una città minuziosamente segregata: l’area europea rigorosamente ristretta ai soli bianchi, separata dall’area abitata dei così detti “indigeni” - congolesi e migranti africani impiegati come forza lavoro nelle miniere - che non avevano accesso alla città “bianca”. Il disegno urbano segmentato, gli edifici moderni dell’area belga, la collocazione lungo la frontiera tra le due città degli “spazi disciplinati” costruiti per gli “indigeni” (l’ospedale, la prigione, la scuola, la Chiesa Cattolica), sono tutt’oggi un promemoria evidente dell’organizzazione della società durante il potere coloniale. Ma Lubumbashi è anche un importante centro culturale decoloniale: la sua Università è stata la base accademica, negli anni Settanta, del filosofo Valentin-Yves Mudimbe, per esempio, mentre in anni recenti artisti, scrittori, inventori, imprenditori creativi e visionari si sono installati in città, a caccia di fortuna e di un luogo in cui progettare cultura.
Prospettiva – Contemporary Art in Africa/Congo between Paintings, Sculptures and Music è un programma iniziato dal CEF - Centre d'Eveil de la Femme, che supporta la visibilità degli artisti di Lubumbashi e del Katanga e punta a rendere visibili le culture contemporanee in Africa, esplorando il ruolo emancipatore delle arti nelle società del continente. Il CEF sostiene e coopera con Picha, l’organizzazione fondata da un gruppo di artisti a Lubumbashi, che in poco più di dieci anni ha incoraggiato la crescita e la visibilità internazionale di artisti congolesi, in particolare con la Biennale di Lubumbashi (la cui prossima edizione sarà nell’Ottobre 2019) e l’Atelier d’art et de recherche Picha.
I lavori proposti parlano di eredità coloniale, imperialismo postcoloniale, si rifanno all’instabilità politica del presente dovuta agli interessi delle aziende internazionali, e parlano di una società in cerca di un’identità globale attraverso la cultura, uno stile di vita urbano e sofisticato, la coesistenza tra creatività e quotidianità. La mostra decostruisce i luoghi comuni europei e bianchi sull’Africa proponendo le visioni, tensioni, linguaggi e culture DIY di una metropoli del XXI Secolo innovativa, connessa, radicata su un passato complesso ed ancorata al contemporaneo.
Una performance musicale di Francesco Nchikala, musicista noto della scena congolese, accompagna i due momenti pubblici dell’evento. Documentari creativi, animazioni, pitture, fotografie, oggetti e installazioni ci parlano di una generazione di pensatori creativi connessi al mondo e fortemente radicati nella loro storia. Una selezione di libri e documentari in consultazione presso The Art Book Shop Project di Kunstverein (Milano) esplorano letteratura, cronaca, mappe, cultura visiva ed eventi che si sono raccolti intorno alle attività di Picha a Lubumbashi. Un libro curato da Lucrezia Cippitelli e Katia Anguelova uscirà per Kunstverein Publishing nel 2019.
Grazie: il team di careof, il team del CEF e di Picha, Marta Ciori, Edoardo Quaretta, Albane Andre- Mastrangelo, Suzana Gucija, Lino Campeggi, Rosario Giordano, Rosa Spaliviero, Simon Delobel/Trampoline Gallery, Claudia D’Alonzo, Fabio Valentini, Riccardo Arena, Silvia Riva, Lisa Brittan/Axis Gallery, Leonid Tsvetkov, Jennifer Knust
www.kunstverein.it/ / http://picha-association.org/