Prototipo Idea
Una Mostra Concettuale. Il Disegno, l’Evento, la Sublimazione.
Comunicato stampa
Prototipo Idea. Una Mostra Concettuale
Il Disegno, l'Evento, la Sublimazione
a cura di Ivan Fassio
Riccardo Cecchetti, Romina Di Forti, Cecilia Gattullo, Tiziana Inversi Alessandra Nunziante, Gabriele Operti, Ester Pairona, Ivan Pantaleo
Inaugurazione venerdì 2 giugno 2017, dalle 19.00 alle 21.30
Spazio Parentesi
via Befiore, 19 - Torino
fino al 14 giugno, tutti i giorni 11.00-13.00 e 15.00-20.00 (info 3382270563)
Durante l'inaugurazione, letture a cura di Periferia Letteraria con
Nadia Caruso, Paola Silvia Dolci, Gianluca Sonnessa, Salvatore Sblando
In esposizione
Pretesti mitologici e facezie celebrative di Riccardo Cecchetti
Tacche emozionali su trompe l'oeil parietale di Romina Di Forti
Sospensioni e situazioni morfo-dinamiche a planare di Cecilia Gattullo
Intuizioni cerebrali, sentieri mnemonico-sensuali di Tiziana Inversi
Divertissements e coinvolgenti soluzioni caustiche di Alessandra Nunziante
Illustrazioni estratte in fabula da narrazioni estatiche di Gabriele Operti
Sogni a occhi aperti, dicotomie, corrispondenze e cianotipie di Ester Pairona
Architetture reali e irreali, formulazioni cromo-metriche strutturali di Ivan Pantaleo
Visitatore, spettatore, lettore, fruitore. Di volta in volta, ecco a te l'immagine spoglia, orfana, pura ed ausiliatrice. Inaudita o tentatrice, ovvero provocatrice.
La condizione del disegno è un tracciato perenne, subliminale.
Invisibile, da sempre sottratto ai tuoi sensi per composizione vitale, tale solco soggiace soltanto all'idea. Quest'ultima, in quanto corporea consustanziazione dell'esigenza, parabola in nuce, parla sempre a te in controluce, negli interstizi immobilizzanti che ognuno di noi, meglio di un altro qualunque, conosce e frequenta. L'aurora, momento dischiuso in un palmo di stelle sbiadite, sta dove frigge l'attesa, quell'intuizione germoglio. Non ne abbiamo coscienza quando scocca l'evento. Eppure, le vie che esso conduce all'animo umano sono triplici almeno. Il flusso costretto, concepito con gioia tra sé ed innumerevoli io; il dialogo intimo, che induce all'ascolto ogni eletto; la condivisione spettrale, poiché formula lingue e linguaggio, finanche la storia, e prevede il futuro. Che aggiungere ancora? Sogniamone un tanto a giornata, noi due, masticando di questa radice l'appendice spuntata. Qui, si scende negli inferi, come se fosse l'epifania dell'eterno. Poi si risale, sapendo ogni volta che il panorama ci ha trasfigurati, per giocare a vedersi, a scoprirci, e – se si è fortunati – a scambiare un abbraccio con l'immaginario che solo ci abita, seduce e consola.
Ivan Fassio