Pupille. Ci fioriscono gli occhi se ci guardiamo
In una corrispondenza di sinergie estetiche e concettuali: sguardo | pupilla | kore | fanciulla, il percorso espositivo orchestra un dialogo sullo sguardo in cui i concetti del “Femminile” coinvolgono artiste di diverse generazioni inclini alla rappresentazione del corpo.
Comunicato stampa
ARTISTS: Aviva Silverman, Emily Sundblad, Isabella Costabile, Jenna Gribbon, Kaari Upson, Karen Kilimnik, Nathalie Djurberg e Hans Berg, Paloma Varga Weisz, Rachel Rose, Trisha Donnelly, Vera Portatadino
PUPILLE. Ci fioriscono gli occhi se ci guardiamo
PUPILS. When we look at each other our eyes blossom
La pupilla è l’apertura centrale che l’iride presenta nella sua parte mediana e per la quale passano i raggi luminosi per giungere al cristallino. Originariamente un latinismo, diminutivo di “pupa”, ossia bambola, bambina. Quando si guarda una persona negli occhi, il nero lucido della sua pupilla ci rende la nostra stessa immagine, ossia una figurina umana. Il che vuol dire che prima dell’invenzione degli specchi, ci si poteva guardare solo nello sguardo dell’altro. Questo modo per indicare ciò che ci permette di vedere, è reperibile anche nel greco antico; infatti, kore è utilizzato per indicare sia una fanciulla che la pupilla, sancendo una profonda unione tra questi due concetti.
Kore, la fanciulla ineffabile, o “la ragazza indicibile” come definisce questa figura Giorgio Agamben, mito greco che racconta una storia infera e al contempo solare e che, per la sua intima connessione ai misteri eleusini, si legava al silenzio (il termine "mistero" viene da una radice che significa "chiudere la bocca, ammutolire").
Il sottotitolo cita un frammento iniziale di una poesia di Else-Lasker-Schüler (1869-1945), nella cui opera lirica gli occhi si pongono come centro di coscienza e luogo d'incontro tra l'anima e il mondo visibile.
La mostra persegue alcuni temi presenti in “Masaccio e Angelico. Dialogo sulla verità nella pittura” in corso presso il Museo delle Terre Nuove e il Museo della Basilica. Un dialogo che, in questo caso, si nutre di sguardi: Maria e l’Angelo nell’Annunciazione, la Madonna e il Bambino, il guardare e il guardarsi, le pulsazioni dello sguardo stesso o l’entrare nello sguardo dell’altro e "lasciarsi andare alla chiamata dell’angelo". In una corrispondenza di sinergie estetiche e concettuali: sguardo | pupilla | kore | fanciulla, il percorso espositivo orchestra un dialogo sullo sguardo in cui i concetti del “Femminile” coinvolgono artiste di diverse generazioni inclini alla rappresentazione del corpo e alle sue metafore e metamorfosi che in questa occasione specifica si misurano con la storia e la storia dell’arte del territorio.
The pupil is the opening at the centre of the iris through which rays of light pass to reach the crystalline lens. The word was originally a Latinism, a diminutive of pupa, i.e. doll, girl. When we look someone in the eye, the shiny black of the pupil reflects our own image, a tiny human figure. Which means that before the invention of mirrors, it was only possible to see ourselves in another’s gaze. This way of referring to what allows us to see is also to be found in ancient Greek. In fact the word kore is used to indicate both a girl and the pupil, setting the seal on a profound connection between these two concepts.
Kore, or the ‘unspeakable girl’ as Giorgio Agamben has defined this figure, a Greek myth that tells a story of the dark underworld but at the same time of radiant sunshine and that, given its intimate connection with the Eleusinian mysteries, was linked to silence (the term ‘mystery’ comes from a root that means ‘to close the mouth, to keep silent’).
The subtitle quotes the beginning of a poem by Else Lasker-Schüler (1869-1945), in whose work the eyes are presented as the centre of consciousness and a meeting place of the soul and the visible world.
The exhibition explores some of the themes covered in Masaccio and Angelico: Dialogue on Truth in Painting, which is currently being staged at the Museo delle Terre Nuove and the Museo della Basilica. A dialogue that, in this case, is nourished by gazes, those of Mary and the Angel in the ‘Annunciations’, and of the Madonna and Child, looking and being looked at, the pulsations of the gaze itself or the entry into the gaze of the other and ‘abandoning yourself to the angel’s call’. In a correspondence of aesthetic and conceptual synergies, and making reference to the notions discussed above (gaze | pupil | kore | girl), Casa Masaccio orchestrates a dialogue on the gaze in which the concepts of the “Feminine” pervade the exhibition, involving women artists of different generations inclined to representation of the body and its metaphors and metamorphosis, who on this specific occasion take on local history and art, selecting or producing works and interventions specifically for the occasion.
Un grazie speciale a tutti gli artisti coinvolti nel progetto, ai prestatori e a:
A special thank you goes to all the artists involved, the lenders, and to:
Nicoletta Russo De Li Galli
Collezione Nicoletta Fiorucci, Londra / Nicoletta Fiorucci Collection, London.