Quando eravamo il futuro
Presentazione del progetto per il laboratorio di regia svolto da Filippo Porcelli, in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Comunicato stampa
LABORATORIO DI FILIPPO PORCELLI PER LA REALIZZAZIONE DEL FILM
QUANDO ERAVAMO IL FUTURO
Il laboratorio parte dal metodo di lavoro sviluppato dal regista Filippo Porcelli in particolare attraverso il laboratorio
interfacoltà NowHere – attivo presso l’Università di Bologna – che negli ultimi anni è diventato un importante punto di
riferimento progettuale per avvicinare e far dialogare città e cittadini attraverso i paesaggi visivi della memoria e il confronto
con immagini e immaginari delle generazioni precedenti.
Quando eravamo il futuro riprende il lavoro iniziato nel 2011 in Sala Borsa negli spazi Alma Mater, dove gli studenti di
Scienze della Comunicazione e Scienze della Formazione hanno lavorato assieme all’autore per realizzare un film
(Quando eravamo il futuro, appunto) che si presenta come la prima parte di un grande database di storie.
In questo senso, ancora una volta il laboratorio vuole stimolare sguardi inediti sulla realtà condividendo senso di
appartenenza e continuità emotiva/affettiva, nel tentativo di trovare nuovi percorsi di narrazione e di lettura del
presente.
Si lavorerà infatti sulla fitta trama di scambi tra vita reale e rappresentazioni immaginali, partendo dalla memoria
visiva personale, per rappresentare la microstoria di chi ha 20 anni incrociando identità, trasformazioni e saperi fatti di
rapporti e di vissuto.
Modalità funzionale del laboratorio sarà dunque quella propria di una redazione operativa dove i partecipanti (studenti e
cittadini, giovani di ogni età) si porranno come “comunità” e come produttori di discorso, lavorando sulla fitta trama di scambi
tra vita reale e rappresentazioni immaginali, per sperimentare e produrre nuove forme di comunicazione.
Nel corso del laboratorio si forniranno strumenti per usare in modo creativo le proprie emozioni attraverso i paesaggi visivi del
proprio vissuto:
– Introduzione all’uso creativo del repertorio personale. Recuperare frammenti di varia origine a più sensi possibili
attivando un modo di vedere che è tecnica di invenzione e di riappropriazione.
– La memoria che si trasforma. Il repertorio dell’esperienza, le emozioni e la storia come coscienza e capacità di
scoprire, inventare e costruire molte infinite storie a partire da un semplice fotogramma.
– Pensare immagini. Lo sguardo, l’inquadratura, il montaggio e la scena del quotidiano.
Ogni incontro comprenderà un tempo di comunicazione e uno di verifica. Si prevede, dunque, oltre a un discorso teorico
generale, un approccio personalizzato al fine di valorizzare immaginario, talento e capacità di ogni singolo iscritto che sarà
guidato nell’ideazione, scrittura e realizzazione di un proprio prodotto audiovisivo a partire dal proprio repertorio personale.
Al termine del laboratorio si prevede un evento espositivo per presentare il lavoro realizzato.
La quota di iscrizione si intende come contributo di autofinanziamento per la produzione dei prodotti previsti.
Gli incontri si terranno nello spazio di CaseAperte, mentre un diario di lavoro online sarà aperto su facebook.