Quando le statue sognano – Francesco De Grandi / Masbedo

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE ANTONINO SALINAS
Piazza Olivella 24, Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
26/05/2022

ore 18.30

Artisti
Masbedo, Francesco De Grandi, Iole Carollo
Curatori
Helga Marsala
Generi
fotografia, arte contemporanea, video

Due progetti speciali di Francesco De Grandi e Masbedo per “QUANDO LE STATUE SOGNANO”, in dialogo con reperti e volumi dalle collezioni del Salinas e una selezione di scatti di Iole Carollo dedicati ai depositi temporanei del Museo.

Comunicato stampa

Un dialogo silenzioso con il museo, mentre i reperti “dormono” un sonno invincibile. Una dimensione poetica, onirica, con le sculture che cercano appigli alla loro secolare fragilità e i poeti dell’antichità che sbucano dal segno grafico.
Nel novembre del 2019 il museo archeologico Salinas, a Palermo, aveva ospitato la mostra “Quando le statue sognano”, svelando alcuni ambienti appena restaurati e ancora inaccessibili. L’indagine si è definita con due progetti speciali e un libro, sviluppati tra la fine 2020 e il 2021, nel corso della lunga e difficile stagione della pandemia. Il lockdown ha allungato e modificato tempi e forme del progetto, ma oggi questo ultimo passaggio viene finalmente presentato al pubblico con un evento organizzato da Coopculture.
Da giovedì 26 maggio alle 18.30 al Museo archeologico Salinas, ecco il progetto firmato da Helga Marsala, con il coordinamento generale di Caterina Greco: il video del duo MASBEDO, tra i maggiori rappresentanti della videoarte italiana sulla scena internazionale, e dodici inchiostri su carta di Francesco De Grandi, intenso protagonista della pittura figurativa in ambito italiano ed europeo. Le opere trovano posto all’interno della sala espositiva che si affaccia sul Chiostro Minore dell’ex convento che ospita il museo archeologico; sala che comunica con la stanza della Pietra di Palermo, uno dei reperti più preziosi della collezione del Salinas.
A completare l’iter è un libro che raccoglie testi, immagini e racconti dell’intero percorso: edito dal CRICD per la Regione Siciliana e stampato in edizione limitata con serigrafie realizzate a mano sulla quarta di copertina, è curato anch’esso da Helga Marsala su progetto grafico di Mimmo Rubino e Federico Lupo (Tomo Studio).

L’allestimento mette in dialogo le due opere con reperti attualmente non esposti della collezione e con alcuni testi dell’antico fondo librario del Museo. Una selezione di scatti in bianco e nero di Iole Carollo (“No Memory”, 2017) funge da ulteriore, suggestivo commento al tema dei depositi del Salinas e da collegamento al libro, che a questa serie fotografica ha riservato un capitolo.
LE OPERE
Il video dei MASBEDO (“Un soffio in nulla. Dai depositi del museo Salinas: sussurrando intorno a Orfeo”, 2020), prodotto e acquisito dal Museo con l’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, spinge verso una dimensione poetica e visionaria l’indagine intorno alle collezioni “dormienti” e agli spazi silenziosi dei depositi, dove gli artisti hanno girato e da cui hanno tratto ispirazione, con quella invisibile concentrazione di voci, di presenze, di memorie, di mitologie sedimentate.
“È questo un nuovo momento di riflessione intorno alla relazione delicata e necessaria tra patrimonio storico e linguaggi contemporanei – afferma la curatrice, Helga Marsala – ricordando che la profondità, la complessità e la potenza delle grandi opere del passato continua a farsi impulso intellettuale e materia viva per chi, oggi, ha il compito di custodire la storia, ma anche di continuare a leggerla e indagarla, scrivendo pagine sempre nuove e costruendo il patrimonio di domani. Il libro e i due progetti speciali di MASBEDO e De Grandi completano un lungo viaggio nella memoria segreta, notturna, intima di un museo, e nel suo orizzonte futuro, tra conservazione e cambiamento”.
Parlano, le statue, occultate, sospese, in attesa di incontrare gli sguardi dei visitatori, intente a farsi domande sulla vita, la morte, la storia, le bellezze e le tragedie del mondo, e sulla propria condizione di immobilità, con il desiderio di liberarsi, di farsi mortali. Intanto, la figura misteriosa di Orfeo, rappresentata nel grande mosaico conservato in uno degli ambienti del Salinas in via di riassetto, diventa riferimento alto, profetico, quasi del tutto silenzioso: è a lui che le statue sembrano rivolgersi, cercando risposte ai loro enigmi e alle loro fragilità.

Le visioni liquide di De Grandi (“Piccola antologia del sogno nel mondo classico”, 2021), anch'esse elaborate ad hoc per il progetto, si ispirano al tema del sogno nell’antichità, reinterpretando le pagine di nove autori della letteratura latina e greca: Cicerone, Ovidio, Esiodo, Omero, Euripide, Virgilio, Sofocle, Aristide e Lucrezio, per quindici sogni racchiusi in dodici tavole piene di inquietudine, tra altezze epiche e profezie, tra intimità notturne ed echi di racconti millenari, tra toni aulici e fantasie allucinate, tra lirica e prosa, restituendo l’idea del sogno come esperienza di rivelazione divina e di comunicazione col mondo delle anime. In un nero denso e nelle molte vibrazioni di grigio l’artista condensa un breve compendio antologico, sezione speciale del volume “Quando le statue sognano”. Un ultimo disegno (“Talismano”, 2021), immagine di un incantesimo mitologico, tra corpo umano e innesti vegetali, è diventato una serigrafia per la quarta di copertina, sovrapposta a una testa votiva di Cales fotografata da Iole Carollo: ogni copia del libro riporta l’intervento serigrafico in una posizione diversa.

QUANDO LE STATUE SOGNANO
Progetto espositivo e di ricerca, presentato a fine 2019 come riflessione sugli spazi e le collezioni del Museo Salinas in attesa di essere restituiti al pubblico, “Quando le Statue Sognano. Frammenti da un museo in transito” nasce da un’idea di Helga Marsala, che firma la curatela con la direttrice del Salinas, Caterina Greco, sulla scorta di alcune suggestioni letterarie, poetiche, concettuali. All’origine l’incontro fortuito con le sale chiuse del primo e del secondo piano del restaurato ex convento di piazza Olivella, in cui statue e reperti ancora oggi riposano, tra imballi, casse e prolungati silenzi, mentre il nuovo allestimento prende gradualmente forma grazie al lavoro di archeologici, catalogatori, restauratori, architetti.
La mostra del 2019 diede una prima forma a questa fascinazione: fu un’occasione per restituire temporaneamente al pubblico la restaurata Sala Ipostila del Salinas e gli ambienti limitrofi, mai svelati al pubblico dopo la fine del cantiere. Qui alcuni reperti, dall’”Ariete bronzeo” alla inedite “Teste di Cales”, dal gruppo “Eracle e la cerva” alla “Menade Farnese” – giunti proprio da quei depositi e dunque non esposti nelle sale attualmente fruibili al pianterreno – dialogavano con fotografie, opere sonore, sculture e dipinti di Ferdinando Scianna, Fabio Sandri, Guido Bisagni, Alessandro Roma. Il progetto “Quando le statue sognano” si sviluppava poi attraverso delle opere in forma di campagna di comunicazione, firmate dall’artista Mimmo Rubino, una serie di foto di Roselena Ramistella – ritratti di lavoratori del Museo tra depositi, sale vuote e scorci silenziosi – e un concerto curato da Dario Oliveri, con brani a tema onirico per flauto e pianoforte, di autori classici e contemporanei, con incursioni elettroniche live di Bisagni.
Si ringraziano:
RizzutoGallery, Federico Lupo (Tomo Studio), Simona Scaduto