Racconti di plastica
Due mostre che hanno come tema la plastica: la prima “Plastica d’autore. L’ingresso del Design negli oggetti di vita quotidiana”, a cura dell’associazione Anthropoi XXI A.P.S. La seconda “Plastic-ocene. L’antropizzazione del mare”, a cura di Elisabetta Milan.
Comunicato stampa
RACCONTI DI PLASTICA. “Plastica d’autore. L’ingresso del Design negli oggetti di vita quotidiana” e “Plastic-ocene. L’antropizzazione del mare”
7 maggio - 6 giugno 2021
Museo Etnografico del Friuli, Udine
In occasione della riapertura al pubblico del Museo Etnografico del Friuli, da venerdì 7 maggio e fino al 6 giugno, due mostre arricchiranno la proposta di questa importante istituzione culturale del Comune di Udine.
Si è ritenuto che il Museo Etnografico del Friuli fosse la migliore collocazione per accogliere tali esposizioni, solo apparentemente distanti l’una dall’altra: Plastica d’autore. L’ingresso del Design negli oggetti di vita quotidiana, a cura dell’associazione Anthropoi XXI A.P.S., e Plastic-ocene. L’antropizzazione del mare, a cura di Elisabetta Milan, poiché il Museo è “uno specchio in cui una comunità può riconoscersi, leggendo la propria origine, la propria identità, il proprio futuro” (citazione dello studioso francese in ambito etnografico George Henri Rivière).
“La natura universale dell'Agenda 2030, adottata dall'Assemblea generale dell'ONU, sollecita tutti a concorrere attivamente - fra i tanti suoi obiettivi - alla conservazione ed all'utilizzo in modo durevole degli oceani, dei mari e delle risorse marine”, dichiara l’Assessore alla Cultura Fabrizio Cigolot, e “le due belle iniziative espositive proposte da Anthropoi XXI e ospitate al Museo Etnografico di Udine, sono perciò di particolare attualità e significato”.
Una consente, infatti, di gettare uno sguardo sulla pervasiva presenza della plastica nella dimensione quotidiana della nostra vita, creando un rapporto che stimola interessanti riflessioni culturali ed identitarie con la tradizionale manifattura degli oggetti e degli utensili del Friuli.
L'altra sollecita direttamente ciascuno di noi a riflettere ed agire, prima che sia troppo tardi, per ridurre l'inquinamento causato dalla plastica ed a gestire e proteggere, in modo consapevole, gli ecosistemi marini e costieri.
“Mi è perciò gradito”, continua l’Assessore Cigolot, “formulare il plauso alle curatrici delle esposizioni ed a quanti hanno con loro collaborato, con l'auspicio che tali iniziative possano essere utilmente apprezzate dalla nostra comunità e, soprattutto dalle più giovani generazioni alle quali sono dirette, e le ricompensino anche delle tante difficoltà incontrate nel loro allestimento, in questi travagliati mesi segnati dalla pandemia”
Plastica d’autore. L’ingresso del Design negli oggetti di vita quotidiana si inserisce all’interno del percorso museale permanente in un dialogo contaminante tra gli oggetti di ieri, esposti in Museo, e quelli prodotti negli ultimi 70 anni con questo elemento.
Fino a non moltissimi anni fa i manufatti erano preziosi in quanto rari, pertanto riservati a pochi. Per tutti gli altri il mondo ruotava intorno al “fatto in casa”, quando il riciclaggio era la norma, la durata la più grande delle virtù. Poi sono arrivati gli strumenti prodotti in serie, accessibili ad un numero maggiore di consumatori grazie anche all’impiego del materiale più versatile ed economico di tutti i tempi: la plastica.
Plasmabile, colorata, trasparente, gonfiabile, resistente, sono solo alcune delle caratteristiche della plastica che hanno permesso a progettisti e costruttori di trasformare oggetti, un tempo privi di una propria consapevolezza, in veri e propri giocattoli per adulti nei quali la valenza estetica ha avuto un’importanza primaria.
Questi e molti altri i contenuti della mostra temporanea la quale si interseca con quella museale in diversi ambiti: cucina, illuminazione, tempo, giocattoli, sedute e abbigliamento dove oggetti di fama internazionale trovano mostra di sé accanto a prodotti di produzione locale. La notorietà è cosmopolita ma per alcuni di loro la produzione è tutta friulana. Un esempio? L’orologio dell’udinese Solari, “Cifra 3” il cui successo l’ha portato ad essere esposto al MoMA di New York.
Quale sarà, però, il futuro dei polimeri? Oggi la plastica è ovunque: nelle case, nelle auto, nei vestiti, perfino nei dentifrici. Ne produciamo troppa, destinata in particolare agli oggetti monouso, e se abbandonata, inquina l’ambiente. È necessario quindi riconoscere quale plastica deve sopravvivere e quale deve, per un futuro migliore, scomparire dalla nostra esperienza quotidiana.
Su questo binario si muove la mostra d’arte contemporanea Plastic-ocene. L’antropizzazione del mare a cura di Elisabetta Milan, artista di terza generazione e guida snorkeling del WWF AMP di Miramare.
L’intento è quello di far riflettere i visitatori sull'impatto negativo della plastica sull’ambiente e, soprattutto, sul mare grazie ad alcune grandi installazioni scenografiche - composte con plastiche monouso e materiali plastici raccolti sulle nostre spiagge - e ai pannelli informativi realizzati con il contributo scientifico di WWF AMP di Miramare.
Due anni fa ha dato il via al suo percorso nel mondo polimerico con Plastic-ocene, l’opera che ha ispirato il titolo della mostra. Si tratta di una installazione composta da matasse azzurre di fili in polipropilene che rappresentano un mare arrabbiato, in cui convivono organismi marini come conchiglie e plastiche spiaggiate e abbandonate in mare; al centro il simbolo: l’urna cineraria con la carta di credito pari al peso di 5 gr corrispondente alla quantità di plastica ingerita settimanalmente da un essere umano.
Inoltre, di sicuro effetto le Meduse aliene, un gruppo di 4 organismi marini che spiegano l’ingombro fisico della plastica: sono realizzati con un numero di bottiglie corrispondenti al consumo mensile di una famiglia composta da 4, 3, 2, o 1 persona. Seguono La canoa, un antico manufatto ligneo che poggia su mare plastico costituito da 100 bottiglioni d’acqua, opera che parla del mondo delle macroplastiche, e infine il Nautilus, una colata di creta con impresse le tracce delle plastiche che hanno una vita molto breve, ma nello stesso tempo rappresenta un simbolo di rinascita e positività. Completa l’allestimento il video documentario di Eugenio Fogli Un mare di plastica, girato sulle coste della nostra regione.
La visita è assistita dall’applicazione per smartphone in italiano, che può essere scaricata gratuitamente ai seguenti indirizzi:
https://apps.apple.com/it/app/audio-guida/id1328992026
https://play.google.com/store/apps/details?id=it.mobile3d.audioguide