Raffaele Fiorella – La foule
Exchiesetta è lieta di ospitare la mostra personale di Raffaele Fiorella (Barletta, 1979) dal titolo La foule a cura di Roberto Lacarbonara.
Comunicato stampa
Exchiesetta è lieta di ospitare la mostra personale di Raffaele Fiorella (Barletta,
1979) dal titolo La foule a cura di Roberto Lacarbonara.
Dal tema arcaico della festa popolare, del rito dionisiaco e del folklore,
provengono le sculture in terracotta di Raffaele Fiorella; bestiali e antropomorfe
occupano lo spazio di Exchiesetta radunandosi su torri verticali, in forme di
totem primitivi, composti di volti, corpi, soggetti allegorici e animali. Sono
personaggi dalle sembianze mostruose eppure innocue, quasi chimere fuoriuscite
da un incubo d’infanzia.
La loro pelle antica, di scultura figurata o di idoletto etrusco, rinnova
l’immaginario della terra, rievoca le forme del culto e del sacro, continua a
narrare la favola del mito con le sue creature oniriche, grottesche e teriomorfe,
reificando gli incubi di Bosh, rinsaldando i feticci tribali. La foule che, cantata da
Edith Piaf, travolge e disperde uomini e cose nel suo desiderio di danza e di
musica, qui trova ordine e struttura, contenendo l’inesauribile bisbiglio delle sue
componenti. E c’è sempre un dio che danza in sommità, un icaro felice, liberato,
leggerissimo.
A distanza di cinque anni dalle prime “Prove per una lunga attesa” con cui
Fiorella ha disseminato le sue sculture nei loghi vissuti e attraversati, questa
“folla” in Exchiesetta segna un punto di arrivo e una sosta, un girone in
purgatorio, una zona d’ordine dove le sculture trovano un babelico equilibrio
ascensionale. Come in un romanzo di Cocteau: nella scatola segreta dei giochi
fatti a mano, pensati e ripensati nel corso di una vita, l’artista inventa le forme di
una natura seconda, così enigmatica, così ironica, così malinconica.
RAFFAELE FIORELLA
Raffaele Fiorella (Barletta 1979), si avvale di diversi media, muovendosi fra installazione, video e
scultura, sfruttando le potenzialità dell’arte digitale. In bilico tra poesia e vita ordinaria, il suo
lavoro agisce tra realtà e finzione ricreando luoghi della memoria e dell’illusione che potrebbero
tradursi quasi in land-escapes: fughe dai luoghi, dagli spazi reali, per rifugiarsi in un nuovo
mondo, fantasticato, ricordato o anche semplicemente simulato. Numerose le sue partecipazioni
a mostra di arte contemporanea e spettacoli teatrali. Attualmente è docente di Applicazioni
Digitali per le arti visive presso l’Accademia di Belle arti di Bari.