Raffaele Quida – Geolocalizzazioni
L’Archivio Storico Comunale di Palermo ospita la mostra Geolocalizzazioni, nuova personale dell’artista Raffaele Quida, curata da Carmelo Cipriani.
Comunicato stampa
Dal 9 marzo, a partire dalle ore 11.00, al 29 marzol’Archivio Storico Comunale di Palermo ospita la mostra Geolocalizzazioni, nuova personale dell’artista Raffaele Quida, curata da Carmelo Cipriani. La mostra, si avvale del patrocinio del Comune di Palermo e presenta per la prima volta otto nuovi lavori dell’artista pugliese, frutto di recenti riflessioni sulle dinamiche sociali applicate alle coordinate spazio-temporali. Il progetto espositivo si presenta internamente eterogeneo ma coerente sul piano sincronico e diacronico con l’intero percorso dell’artista. La serie Geolocalizzazioni, infatti, è costituita da tre differenti cicli: Mappe, Mappatura dei luoghi e Senza titolo, differenti sul piano mediale-espressivo, ma convergenti su quelli stilistico e speculativo.
Come scrive Carmelo Cipriani: “I luoghi portano con sé la memoria di chi li ha creati, abitati, vissuti. Allo stesso modo la memoria vive quei luoghi, li rievoca e spesso li sostanzia, travalicando i puri valori spazio-temporali in favore di una componente speculativa, affettiva, emozionale. Raffaele Quida da tempo indaga il rapporto tra spazio, tempo e memoria, rintracciandone ed evidenziandone i segnali in elementi sia naturali che antropici. Un approccio all'arte eminentemente concettuale il suo, che asseconda i ritmi della natura, mette alla prova materiali eterogenei e indaga gli spazi e le relazioni, giungendo ad una produzione ermetica e raffinatissima, in continua autorigenerazione. Questo nuovo ciclo di opere intitolato Geolocalizzazioni, alla sua prima esposizione pubblica, appare eterogeneo al suo interno eppure coerente con quanto l'ha preceduto. Esso, infatti, si pone in diretta continuità con il percorso fin qui compiuto dall’artista, in particolare con Continuum, lavoro performativo in tre atti realizzato tra la fine del 2016 e gli inizi del 2017, in cui Quida, attraverso interventi ambientali e relazionali, ha sondato gli spazi pubblici in cui ha operato, trasferendo su di essi significati esistenziali, attraverso il non senso e lo slittamento percettivo, fino ad intrecciare suggestioni interiori e pratiche sociali. Il lavoro di Quida punta all'origine, a comprendere i meccanismi profondi che regolano l'esistenza, collettiva prima che individuale. Le opere divengono le proiezioni di una vita condivisa, tracce sensibili di un passaggio continuo e partecipato, regolato dal tempo e dallo spazio che l'uomo, spesso invano, tenta di comprendere e manipolare”.
Raffaele Quida (Gallipoli, 1969)sviluppa la sua passione per l’arte terminata la maturità classica quando, dopo i primi esperimenti di arte figurativa, frequenta il centro di arte sperimentale Man Ray di Cagliari. Risale infatti al 2001 "Compressioni", una serie di dipinti appartenenti alla cultura informale dove macchie di colori vanno a comprimersi fra loro all’interno di uno spazio ideale. Si configura in queste opere la dialettica che rimarrà costante nel lavoro di Quida e che lo porterà alla sperimentazione di nuovi materiali, destinati a rendere l'idea dello spazio, dei suoi confini e del suo contenuto. I suoi lavori si basano su elementi prevalentemente scultorei e su Installazioni site specifici, su progetti grafici basati sulla percezione dello spazio architettonico e sull’ utilità delle cose di tutti i giorni. Oggetti e installazioni di vari materiali e compositi prevalentemente utilizzati nell’edilizia e spesso reperiti sui cantieri edili, ma anche elementi naturali che in un certo senso interagiscono con quei materiali e geometrie architettoniche: la luce, l’aria, l’ossido, l’acqua gli agenti atmosferici e prodotti industriali come alluminio, ferro zincato e vetro a celle utilizzati prevalentemente nell’edilizia. Si parla di una architettura ufficiale dove sono presenti i temi dell’urbanistica e il luogo, riconfigurando quei materiali attraverso una propria percezione. Principali mostre: 2017 - Raffaele Quida in dialogo con Luca Vitone: Rizòmata,a cura di Antonella Marino, Studi Legali Malinconico_Lenoci_Cassa,Catalano & Pastoressa_Legal Research-Gentile & Partners_La Pesa, Palermo, con il patrocinio del Mibact; Continuum, a cura di Michela Casavola, Antonella Marino, Lorenzo Madaro, progetto itinerante di installazioni ambientali, svoltosi a Bari, Lecce e Taranto, con evento conclusivo al MUMI Ecomuseo Urbano Ex Fornace di Milano; 2016 - Quel Centro al Centro, a cura di Wanda Nazzari, al Centro Culturale Man Ray e Fondazione per l’Arte Bartoli Felter, Cagliari; Oὐσία, a cura di Alexander Larrarte e Isabella Battista, CoArt Gallery, Corato (BA); 2014 -È. Raffaele Quida e Tamara Repetto, a cura di Michela Casavola, Palazzo Mongiò, Galatina (LE); 2013 - No panic. Raffaele Quida e Sarah Ciracì, a cura di Ilaria Caravaglio, Biblioteca Provinciale “N. Bernardini”, Lecce; 2011 - 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia-Puglia, a cura di Vittorio Sgarbi, ex Convento dei Teatini, Lecce.
La fruizione delle opere sarà agevolata dall’utilizzo gratuito di inquadrArt, app per tablet e smartphone attraverso cui sarà possibile, semplicemente inquadrando l’opera, ricavare informazioni multimediali utili (testo critico e descrizioni delle opere).