Raffaella Columberg – (1926-2007) ceramista
La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate dedica la prima retrospettiva all’artista di origini biaschesi Raffaella Columberg, in occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa.
Comunicato stampa
“…mi ha portato tre terre dal Lucendro, esattamente dall’Alpe di Cavanna. Sono molto belle.
L’una è come l’oro. L’altra verde cupo iridato. E l’altra ancora marrone-grigio scuro.
Tutte sono untuose al tatto, il che fa supporre la presenza di magnesio. Sono senz’altro delle miche…”
Dal Diario di Raffaella Columberg,1981
LA MOSTRA – La Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate dedica la prima retrospettiva all’artista di origini biaschesi Raffaella Columberg, in occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa.
Figura chiave nel Ticino per lo sviluppo della ceramica, la Columberg è pioniere nell'affermazione di questo medium, riscattandolo dalla semplice connotazione di "arte decorativa" e di artigianato.
Grande sperimentatrice e innovatrice, ad una produzione di manufatti legati al quotidiano affianca una ricerca scultorea di tipo formale e contenutistica peculiare, forte della propria esperienza internazionale e del milieu di cui si era circondata.
Sviluppata attraverso quattro nuclei tematici, la mostra presenta al pubblico il particolare linguaggio espressivo maturato dall'artista biaschese, forgiato attraverso un'attenta indagine sull'essenza della materia eletta durante il corso di tutta la carriera.
Le opere sono sostenute da un ricco materiale d'archivio, proveniente dalla famiglia e mai esposto, fra cui schizzi, annotazioni, lettere, fotografie e dipinti della collezione privata dell'artista, che è possibile ammirare in una ricostruzione dello studio della ceramista.
La mostra è inoltre accompagnata da un catalogo arricchito da interviste agli intellettuali che gravitavano attorno alla biaschese.
RAFFAELLA COLUMBERG: APPUNTI PER UNA BIOGRAFIA – Raffaella Columberg (Biasca, 1926-2007) è figlia d’arte: il padre Alberto, originario di Disentis, è un artista specializzato nella decorazione ad affresco delle case.
Dopo la formazione alla Kunstgewerbe Schule di Zurigo (1946), apprendendo contemporaneamente i rudimenti nello studio di ceramica dei signori Neri a Embrach e alla Scuola d’Arte private di Zurigo, segue un apprendistato presso l’atelier Ceramica San Rocco di Caterina Beretta ad Ascona, in zona Monte Verità.
Fra il 1952 e il 1953 frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Roma sotto la guida di Leoncillo Leonardi e nel 1954 apre con la sorella Cerere il proprio atelier a Biasca, che diventa un vivace luogo di incontro per artisti e intellettuali. Nel 1957 riceve a Bellinzona il premio “Nuove forme per l’artigianato”.
Fra il 1967 e il 1968 riprende gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza e lavora nello studio di Panos Tsolakos: agli inizi degli anni Settanta è fra gli esponenti del gruppo dei ceramisti europei nato attorno alla sua figura.
La sua prima mostra viene organizzata ad Ascona nel 1956 presso la Galleria La Cittadella di Gisèle Real.
Successivamente molte sono le personali e le collettive a cui partecipa sia in Svizzera sia in Europa: Faenza (1972, 1975, 1979), Atene (1982), Barcellona (1984), Danimarca (1980, 1981, 1982, 1983, 1989).
Numerose sono le opere pubbliche tra cui si annoverano: I segni zodiacali per le scuole elementari (ex ginnasio) di Biasca (1956), la grande decorazione murale ad Airolo per la piscina scolastica (1982), La Via Crucis nella Casa Rezzonico di Lugano (1989).
LE SEZIONI DELLA MOSTRA –
Il quotidiano: Una vasta produzione di manufatti legati al quotidiano impegna la ceramista lungo tutto l'arco della sua carriera: crea suppellettili, gioielli e giocattoli. Padronanza della tecnica, conoscenza dei materiali ceramici e uso di smalti sfavillanti la contraddistinguono fin dagli esordi.
La ricerca formale: Dall’inizio degli anni Settanta sviluppa un linguaggio formale specifico e maturo, stimolato dall'esperienza di approfondimento a Faenza presso l'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica (1968-1969) e dal rapporto che lì instaura con il ceramista Panos Tsolakos. In questo periodo realizza le Scomposizioni ricomposte,
sculture geometrico-modulari monocrome.
Arte e storia: Autodefinitasi un'utopista, è politicamente impegnata e attenta alle problematiche che affliggono la società. Nelle sue opere testimonia gli avvenimenti del suo tempo. Spiccano Il trittico dei busti, che narra l'avvento al potere dei colonnelli in Grecia, e l'opera ‘Černobyl'.
La visione intima: Le opere appartenenti a questo nucleo affrontano i temi sociali, intimi e spirituali cari all’artista: la maternità, la diversità, l’emarginazione, la condivisione e la fratellanza.
L’ATELIER E LA CASA DELLE SORELLE COLUMBERG: UN LUOGO DI INCONTRO E SCAMBIO – A Biasca, in via Lucomagno, Raffaella Columberg, insieme alla sorella Cerere, grande protagonista della sinistra ticinese e suo braccio destro (si ricorda ad esempio il loro impegno in favore dei rifugiati cileni), apre nel 1954 un atelier, “la baracheta”, come viene presto soprannominato dalla gente del luogo, che diventa presto un punto di ritrovo per i giovani del paese.
Negli anni Sessanta, le due sorelle si trasferiscono in zona ai Grotti, nella casa–chalet di famiglia immersa nei castagni, il cui giardino, nel 1977 circa, viene attrezzato con un forno a gas per raggiungere le temperature superiori a mille gradi necessarie per la cottura della porcellana e del grès.
Qui si ritrova presto il gotha dell'arte ticinese – e non solo – raccolto attorno alla figura di Gisèle Real, rinomata gallerista, con la quale Raffaella stringe un rapporto di amicizia, oltre che lavorativo: la Columberg tiene la sua prima mostra personale proprio nella sua galleria ad Ascona.
Arend Fuhrmann, Hedi Mertens e il gruppo nato a Faenza gravitante attorno al maestro Panos Tsolakos frequentano assiduamente la casa delle sorelle, che erano solite offrire una calda accoglienza alla loro tavola. Come ricorda Ivo Trümpy “Cerere era la vera padrona di casa, raccontava di cose politiche, era informatissima. Raffaella era l’artista con poche responsabilità pratiche.”
Tra gli amici di Raffaella si ricordano numerosi artisti, architetti e intellettuali: Petra Weiss, Ivo Trümpy, Aurelio Galfetti, Flora Ruchat, Alberto Finzi, Alberto Bolliger, Adriano Heitmann, Fra Roberto, Dario Fo e il pittore catalano Xavier Valls, marito di Luisa Galfetti.
Nella ricostruzione dello studio della ceramista si possono ammirare, oltre a un ricco materiale d'archivio, una selezione di opere provenienti dalla collezione privata dell’artista, tra cui quelle di Dario Fo, Giovanni Genucchi, Titta Ratti e Bruno Nizzola.