Rainbow. Colori e meraviglie fra miti, arti e scienza
Ispirandosi a The Rainbow Show, mostra tenutasi a San Francisco nel 1975, MUDEC propone un progetto espositivo fatto di diverse narrazioni legate all’arcobaleno, inteso come fenomeno naturale, culturale, spirituale e umano.
Comunicato stampa
Ispirandosi a The Rainbow Show, mostra tenutasi a San Francisco nel 1975, MUDEC propone un progetto espositivo fatto di diverse narrazioni legate all’arcobaleno, inteso come fenomeno naturale, culturale, spirituale e umano.
La mostra si apre con un’installazione site-specific che l’artista americano Cory Arcangel (1978-), ha ideato appositamente per l’iconico spazio dell’agorà: una moquette con gradiente arcobaleno generato tramite computer-grafica trasforma il fenomeno ottico da astrazione digitale a oggetto tangibile.
Entrando nelle sale espositive, un’esperienza totale è creata dall’opera di Laura Grisi (1939-2017): tramite un fascio di luce che viene rifratto da un prisma, il visitatore assiste a un fenomeno fisico e allo stesso tempo miracoloso. Un prodigio antico, raffigurato anche dal Sacrificio di Noè dopo il diluvio di Sinibaldo Scorza (1589-1631), dove l’arcobaleno è simbolo del perdono divino e promessa di una nuova vita.
Un’altra sezione della mostra, allestita in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Milano, esplora il modo in cui gli animali percepiscono il colore, mettendo in dubbio il primato della visione umana. Si riflette anche sul colore come sistema di comunicazione, che si può vedere non solo nel piumaggio variopinto degli uccelli, ma anche nelle tonalità sgargianti del ragno australiano Maratus, filmato da Maria-Fernanda Cardoso (1963).
Per esplorare la fisica dell’arcobaleno e i modi in cui gli artisti hanno indagato il fenomeno della rifrazione, saranno esposti antichi volumi scientifici, strumenti ottici dal Liceo “Sarpi” di Bergamo e un’opera di Amalia del Ponte (1936-), una variante dei suoi leggendari prismi creata proprio per la mostra. Lo studio analitico di forme e fenomeni luminosi si riconosce inoltre nelle opere di Giacomo Balla, Josef Albers, Frank Stella e Shῡsaku Arakawa.
La purezza della struttura e l’ordine cromatico avvicinano formalmente le opere dei modernisti all’installazione dell’artista polacco contemporaneo Mirosław Bałka (1958-) e al prezioso tessuto funerario (Perù, cultura Nasca, I secolo a.C.) dai fili multicolori intrecciati.
La mostra prosegue con lo studio dei diversi significati simbolici dell’arcobaleno attraverso pezzi delle collezioni del MUDEC e prestiti che restituiscono la complessità della mitologia del serpente arcobaleno, diffusa dalle antiche culture del Sud America all’Asia, dall’Africa all’Australia.
La seconda sala si apre con ambienti creati “da” e “con” il colore. Le foto dell’americana Judy Chicago (1939-) documentano le sue performance storiche con l’utilizzo di fumi colorati; il modello della lituana Alexandra Kasuba (1923-2019) testimonia l’ambiente da lei realizzato per The Rainbow Show; il video di Diana Thater propone una riflessione, tramite i colori dello spettro, tra tempo eterno e tempo fugace.
Una riflessione critica sul tema dell’arcobaleno è infine condotta da Flavio Favelli (1967-). Quest’ultimo dispone nella sua opera dei francobolli in sfumature dai toni dell’arcobaleno. Dietro tanta bellezza grafica si cela però una realtà controversa: i francobolli usati risalgono infatti al trascorso coloniale dell’Italia.
Rainbow è la prima mostra che, nell’ambito di un rinnovato programma del MUDEC, si sviluppa come un evento trasversale in continua evoluzione. Anticipata nel novembre 2022 dall’opera d’arte partecipata #OneLove dell’artista Norma Jeane nello Spazio delle Culture, si espande fino allo spazio pubblico: ad aprile 2023 verrà inaugurato il murale di Flavio Favelli nei cortili dell’ex Ansaldo. Il programma Rainbow prevede eventi in collaborazione con il Planetario e il Museo di Storia Naturale, e si arricchirà a maggio 2023 della Black Arts School Modality, una serie di workshop, ideati dalla curatrice americana Romy Crowford, volti a plasmare la conoscenza del Black Arts Movement.
Artisti presenti in mostra:
Josef Albers, Shūsaku Arakawa, Cory Arcangel, Mirosłav Bałka, Giacomo Balla, Maria-Fernanda Cardoso, Judy Chicago, Amalia Del Ponte, Flavio Favelli, Laura Grisi, Aleksandra Kasuba, Auguste e Louis Lumière, John Mawurndjul, Kathleen Petyarre, Sinibaldo Scorza, Frank Stella, Diana Thater.