Re_st_Art

Informazioni Evento

Luogo
PAN - MUSEO DELL’IMMAGINE
Via Dei Mille 60, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, dalle 9:30 alle 19:30; domenica dalle 9:30 alle 14:30; martedì chiuso

Vernissage
17/06/2021

ore 17

Contatti
Telefono: +39 3924100522
Email: morra.dino@gmail.com
Curatori
Dino Morra
Generi
arte contemporanea, collettiva

Una mostra collettiva ideata e promossa da “mood|project”, ampio progetto di galleria diffusa, curato da Dino Morra e sviluppato per ripensare alle esigenze organizzative e alle modalità fruitive degli spazi espositivi.

Comunicato stampa

Aprirà il 17 giugno 2021, alle ore 17, negli spazi del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, in via dei Mille 60, “Re_st_Art”, in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione, alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, la mostra collettiva ideata e promossa da “mood|project”, ampio progetto di galleria diffusa, curato da Dino Morra e sviluppato per ripensare alle esigenze organizzative e alle modalità fruitive degli spazi espositivi. Alessio Ancillai, Sveva Angeletti, Alessio Barchitta, Fabrizio Cicero, Ola Czuba, Alessandro Dandini de Sylva, Veronica Montanino, Sonia Riccio, sono gli artisti coinvolti per questa occasione, che rappresenta un momento di ripartenza per l’arte e la cultura dopo il lungo periodo di chiusure forzate imposte dall’emergenza Covid-19. Ma “Re_st_Art” sarà anche il primo atto di un nuovo capitolo nella storia di “mood|project” che, nei prossimi mesi, pur mantenendo la sua vocazione itinerante, si riorganizzerà in una sede stabile, il cui programma sarà annunciato prossimamente.

Re_st_Art: il percorso espositivo
Allestita in tre sale del PAN, ognuna dedicata a un termine specifico, “Essenza”, “Assenza”, “Silenzio”, la mostra è caratterizzata da un libero dialogo tra linguaggi eterogenei, dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia. Armonizzate dalla condivisione del contesto della contemporaneità più stringente, da un comune impulso poetico nell’affrontare le questioni, i concetti e le motivazioni della nostra epoca, le opere scandiscono il percorso espositivo attraverso un accentuato ritmo visivo che procede per assonanze ma anche per contrasti. Tra materiali e pigmenti, superfici e profondità, analisi e sintesi, “Re_st_Art” segna una ricognizione di alcune delle tendenze visive più aggiornate dell’arte contemporanea, lungo un arco ideale che va dal rigore della linea minimale alla deflagrazione delle forme.
Nella prima sala sono esposti i lavori che, in maniera differente, esplorano il tema dell’Essenza. In Shadow Light (2019, olio su juta trattata, LED), Alessio Ancillai fa interagire la realtà fisica diafana della luce con la consistenza materica della pittura, generando un paesaggio onirico e dalle coordinate dilatate, in cui il tempo interno dell’opera assume le sembianze dell’espressione diretta del pensiero.

Un universo “esploso”, strabordante di forme e colori, per contraddire gioiosamente la rigidità della razionalità, quando è portata ai suoi limiti estremi e diventa negazione dell’altro: così Veronica Montanino presenta Rigoroso (2021, tecnica mista su tela), opera di una serie con la quale l’artista intende disordinare l’ordine, ordinare il disordine.
Incentrati sugli stati d’animo provati durante i mesi più difficili del lockdown, i lavori pittorici di Sonia Riccio della serie Untitled colors, esposti in questa occasione, esprimono paura e rabbia ma anche forza e leggerezza, sentimenti e sensazioni contrastanti che hanno popolato la nostra quotidianità e che qui assumono le sembianze di elementi geometrici spigolosi, accolti da ampie campiture ariose.
Sul contrasto tra la funzione e l’estetica, tra la forma e l’aspettativa, gioca letteralmente Kick Me, l’opera di Alessio Barchitta, un pallone da calcio che, composto da un patchwork di piastrelle, da una parte nega la sua consueta applicazione ludica, dall’altra dà una nuova vita e una interpretazione inedita a un elemento domestico, comunemente usato per i rivestimenti di interni.
Sulle diverse declinazioni dell’Assenza insistono i lavori presentati nella seconda sala, interamente dedicata al video e alla fotografia. In Controtransfert (2016, videoinstallazione, due monitor, senza sonoro, loop), Ola Czuba propone la visione parallela di due luoghi apparentemente separati e popolati da due performer, un uomo e una donna, che, transitando da uno spazio all’altro come spinti da una corrente di pensieri e di gesti, lasciando interagire i loro corpi in un unicum coreografico di movimenti e di atteggiamenti, superano il confine che separa i due schermi.
Dando una prosecuzione visivamente suggestiva al noto detto “Tra il dire e il fare”, che è anche il titolo dell’opera (2018, installazione video, loop), Sveva Angeletti ci mette di fronte alla profonda e, in fondo, romantica ambiguità dell’immagine: un paesaggio marittimo viene suddiviso e raddoppiato, invertito e specchiato, mentre le onde, ripetendosi in un loop virtualmente infinto, impartiscono alla prospettiva un canone sfuggente.
Una voragine oscura si apre in un conglomerato di rocce e scogli dai margini frastagliati, modellati dal vento, dall’acqua, dal tempo. Questo paesaggio naturale è poi immediatamente negato oppure, al contrario, sottolineato, da un campo bianco di vuoto non neutrale. In Untitled (Hole #1095), (2016, stampa a getto di inchiostro, vetro, legno), grande stampa fotografica di Alessandro Dandini de Sylva, due differenti regimi visivi trovano un’occasione di coesistenza, componendo un’immagine che rimane sospesa, irrisolta.
A chiusura della mostra, nella terza sala, una interpretazione del Silenzio. Nel video di Fabrizio Cicero, la parola Application (video, 6’19’’) si consuma lentamente nel fuoco, trovando però nuova vita sotto un’altra forma e suggerendo la possibilità di un tempo fragile, prezioso, distante dalla caotica e ossessionante ciclicità produttiva della quotidianità.

Biografie degli artisti
Alessio Ancillai (Roma, 1973) vive e lavora a Roma, è interessato alla ricerca sulle caratteristiche che contraddistinguono l’essere umano come tale e il suo contraddittorio, usando materiali e concetti in contrasto. Tra i materiali più usati, attraverso il linguaggio pittorico, anche luce, fili, fusioni in bronzo, cercando e componendo l'immagine pittorica. Studi in materie medico-scientifiche e un percorso di formazione artistica non convenzionale. Tra le varie mostre personali e collettive, ha esposto al Museo Carlo Bilotti, da Albumarte e da Pio Monti artecontemporanea, a Roma, al Museo nazionale di Castello Pandone, a Venafro, al CAMUSAC di Cassino, al Castello di Rivara. Nel 2015 ha partecipato al progetto di residenze BoCs Art, a Cosenza e nel 2017 presso la Fondazione Sassi di Matera. Finalista in diversi premi su diverse discipline.
Nata nel 1991 a Rieti, Sveva Angeletti ha studiato Progettazione e Arti Applicate alla RUFA - Rome University of Fine Arts. Quella di Sveva Angeletti è una ricerca che pone le basi sull’osservazione, sull’analisi delle relazioni tra gli individui e sulla loro comunicazione. Temi cardine della sua poetica sono il tempo, lo spazio e la realtà quotidiana. Nel 2021 ha partecipato alla mostra dei finalisti del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, prmosso da Fondazione Francesco Fabbri. Tra le sedi in cui ha esposto, Davide Paludetto Arte Contemporanea, a Torino, Spazio In Situ, a Roma, e presso le sale espositive della Fondazione Sassi, a Matera, nell’ambito del progetto Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Nel 2015 ha partecipato al progetto di residenze BoCs Art, a Cosenza.
Alessio Barchitta attualmente vive e lavora tra Milano e Barcellona Pozzo di Gotto, città dove è nato, nel 1991. Ha studiato Arti Visive, indirizzo pittura, all’Accademia di Belle Arti di Brera, e ha esposto in diverse personali e collettive, tra gallerie e spazi indipendenti, come Spazio SERRA, Cardi Gallery e Amy-D Arte Spazio, a Milano. Nel 2021 ha vinto il Premio Arteam Cup, promosso da Fondazione Dino Zoli, nella sezione scultura, mentre nel 2019 ha vinto la undicesima edizione del Premio Nocivelli. Nel 2019 ha partecipato al progetto di Residenze “ARP - 7ED - Talents Exchange”, tra Cape Town, Granada, Roma. Nel suo lavoro, luogo, tempo, durata, sono argomenti costanti che si diramano a loro volta in coppie come “pubblico-privato”, “confortevole-sconfortante”, “imposizione-sottomissione”, “stabilità-transitorietà”. La connotazione di un codice comune si stravolge per riaffermare il suo contrario.
Nato nel 1982 a Barcellona Pozzo di Gotto, Fabrizio Cicero attualmente vive e lavora tra Napoli e Roma. Nella sua ricerca, Cicero indaga la realtà circostante nel suo continuo dialogo tra luce e spazio, affrontando temi esistenziali e rapporti contrastanti, come quelli tra tra uomo-natura e uomo-società, per proporne un’esperienza fatta di giochi visivi e meccanici. Ha partecipato a mostre personali e collettive, esponendo in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, come il Villaggio Olimpico e il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, a Roma, l’ICC - Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, e a Palermo, in occasione di Manifesta 12. Nel 2017 ha partecipato alle residenze artistiche di BoCs Art, a Cosenza e nel 2016 all’Apulia Land Art Festival, a Cassano delle Murge.
Ola Czuba è nata nel 1984 a Lodz, in Polonia, e ha conseguito il Diploma II Livello in Arti Multimediali e Tecnologiche all’Accademia di Belle Arti di Roma. La sua ricerca artistica si focalizza sulle tematiche di identità di genere, empowerment e femminismo. Le sue opere spaziano dalla videoarte alle installazioni scultoree e ready-made e alle videoinstallazioni dalla forte eco performativa. Ha esposto presso diverse sedi in Italia e all’estero, come MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Casa Vuota, Museo Pietro Canonica e Palazzo Venezia, a Roma, Palazzo Candiotti, a Foligno, TENT Academy di Rotterdam.
Nato a Roma, nel 1981, Alessandro Dandini de Sylva è artista e curatore. I suoi lavori sono stati esposti in istituzioni pubbliche e private tra cui la Flowers Gallery a Londra, la Humble Arts Foundation a New York, il Bund 33 Art Center a Shanghai, l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi e Operativa Arte Contemporanea a Roma. Tra i premi ricevuti, il Premio Shanghai, Les Promesses de l’Art e il Talent Prize. Il suo primo libro d’artista, Paesaggi, è presente in collezioni pubbliche e private, come la collezione di libri d’artista della Tate Library a Londra e la biblioteca dell’ICCD - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione a Roma. Tra gli altri progetti, ha curato il Fotografia Festival Internazionale di Roma, un ciclo di mostre sulla fotografia sperimentale al MACRO - Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Dal 2016 è direttore artistico alla Fondazione Malaspina a Ascoli Piceno e dal 2017 curatore alla Fondazione Pescheria Centro Arti Visive di Pesaro.
Veronica Montanino, nata a Roma, nel 1973, è attualmente docente all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. I suoi lavori, caratterizzati da un uso esuberante e originalissimo del colore, sono sempre pronti ad abbandonare lo spazio angusto della tela per cimentarsi in installazioni site-specific. Ha esposto in varie sedi, tra musei pubblici e gallerie d’arte, tra cui i Musei di Villa Torlonia, Casino Nobile, al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, a Palazzo Sforza Cesarini di Genzano, al MARCA di Catanzaro.
Sonia Riccio, il suo linguaggio pittorico lo definisce: astratto, minimalista, informale. I suoi lavori sono il racconto del suo stato d'animo, attraverso una ricerca spirituale che si basa sulle emozioni del momento: paura, rabbia, forza e leggerezza. Una ricerca che ha segnato la concezione del monocromo nelle sue opere. Tra le varie mostre, ha esposto alla BRAU - Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica, Napoli, alla galleria Andrea Ingenito Contemporary Art, Milano, al MAGMMA di Villacidro (Sardegna). Nel 2019 è stata finalista della sezione Pittura al Premio Combat Prize e nello stesso anno ha partecipato a BoCs Art Residenze d’Artista, a Cosenza, e ad #ATELIER4, residenza del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Nel 2020 ha partecipato al programma di residenze di Viafarini, a Milano.

Ringraziamenti: Comune di Napoli, Assessorato all’Istruzione, alla Cultura e al Turismo, PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, Mario Francesco Simeone, Stefano Santoro, Pio della Volpe, Clemente Biondo, gli artisti tutti.